Religioni
Non basta riempire le piazze, è urgente riempire le Chiese!
Riflessione di don Ettore Lestingi, presidente della Commissione Liturgica diocesana
Andria - mercoledì 2 marzo 2022
"Vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesu' ci ha insegnato che all'insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio: con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace".
E' l'appello che il Santo Padre Francesco, "con il cuore straziato", rivolge all'intera umanità (credenti e non credenti) perché "l'insensatezza diabolica della violenza" ceda il passo alla pace tra i popoli. La risposta a tale appello è stata generosa e diversificata nelle forme e vede Piazze principali di tutte le città del mondo riempirsi di uomini e donne di buona volontà uniti da un solo anelito: la pace. Ma tali nobili manifestazioni rischiano di restare tali e fini a se stesse se si riducono a semplici raduni e marce e non si trasformano in impegno comune di costruire e portare a compimento progetti di pace. Non vorrei scadere anche io nella retorica dei luoghi comuni: "la pace comincia da te …costruisci la pace intorno a te e simili …". Urge riconoscere la debolezza dei propositi umani nel ricercare, creare, custodire e difendere la pace, anche se la storia è costellata di uomini e donne che hanno dato la vita per la pace.
E allora ecco l'appello di Papa Francesco: "digiuno e preghiere". Pratiche che non servono per impietosire Dio, ma per convertire il cuore dell'uomo, perché diventi consapevole che "l'uomo, qualunque cosa faccia, è sempre un fratello" (S. Giovanni Crisostomo), e nessuno ha il potere di annientarlo con la violenza. La guerra è la sconfitta dell'umano e del suo progresso. E' giunto il tempo in cui è necessario affrettare il compimento della profezia di Isaia e dare voce al Magnificat degli oppressi della terra: "Ogni valle sia colmata, (ha colmato di beni gli affamati ha rimandato i ricchi a mani vuote) ogni monte e colle siano abbassati (ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili); il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura" (Is. 40,4) (ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia).
Mercoledì in tutte le Chiese e, attraverso di esse in tutto il mondo si leverà un grido: "Ritornate a me con tutto il cuore". E' Dio che ce lo chiede perché solo riafferrando la sua mano, l'umanità potrà riprendersi in mano le sue sorti e il suo destino. "Con digiuni e lamenti…" Il digiuno che ci vien chiesto non è tanto ridurre i pasti, quanto digiunare da ogni forma di violenza e di sopraffazione per spalancare le porte del nostro cuore all'accoglienza e alla cura. E' giunta l'ora non di mostrare i muscoli, ma di fa ammettere con umiltà che oggi, per la pace, non basta riempire le Piazze, è urgente riempire le Chiese! Marciare sì, ma in ginocchio.
E' l'appello che il Santo Padre Francesco, "con il cuore straziato", rivolge all'intera umanità (credenti e non credenti) perché "l'insensatezza diabolica della violenza" ceda il passo alla pace tra i popoli. La risposta a tale appello è stata generosa e diversificata nelle forme e vede Piazze principali di tutte le città del mondo riempirsi di uomini e donne di buona volontà uniti da un solo anelito: la pace. Ma tali nobili manifestazioni rischiano di restare tali e fini a se stesse se si riducono a semplici raduni e marce e non si trasformano in impegno comune di costruire e portare a compimento progetti di pace. Non vorrei scadere anche io nella retorica dei luoghi comuni: "la pace comincia da te …costruisci la pace intorno a te e simili …". Urge riconoscere la debolezza dei propositi umani nel ricercare, creare, custodire e difendere la pace, anche se la storia è costellata di uomini e donne che hanno dato la vita per la pace.
E allora ecco l'appello di Papa Francesco: "digiuno e preghiere". Pratiche che non servono per impietosire Dio, ma per convertire il cuore dell'uomo, perché diventi consapevole che "l'uomo, qualunque cosa faccia, è sempre un fratello" (S. Giovanni Crisostomo), e nessuno ha il potere di annientarlo con la violenza. La guerra è la sconfitta dell'umano e del suo progresso. E' giunto il tempo in cui è necessario affrettare il compimento della profezia di Isaia e dare voce al Magnificat degli oppressi della terra: "Ogni valle sia colmata, (ha colmato di beni gli affamati ha rimandato i ricchi a mani vuote) ogni monte e colle siano abbassati (ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili); il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura" (Is. 40,4) (ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia).
Mercoledì in tutte le Chiese e, attraverso di esse in tutto il mondo si leverà un grido: "Ritornate a me con tutto il cuore". E' Dio che ce lo chiede perché solo riafferrando la sua mano, l'umanità potrà riprendersi in mano le sue sorti e il suo destino. "Con digiuni e lamenti…" Il digiuno che ci vien chiesto non è tanto ridurre i pasti, quanto digiunare da ogni forma di violenza e di sopraffazione per spalancare le porte del nostro cuore all'accoglienza e alla cura. E' giunta l'ora non di mostrare i muscoli, ma di fa ammettere con umiltà che oggi, per la pace, non basta riempire le Piazze, è urgente riempire le Chiese! Marciare sì, ma in ginocchio.