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Politica

Nomina Amati assessore regionale: precisazioni e critiche su questo passo politico

Ed intanto ad Andria e nella Bat si attendono le decisioni sulle prossime alleanze

La nomina di Fabiano Amati ad assessore regionale al Bilancio nell'esecutivo di Michele Emiliano ha portato una serie di distinguo e prese di posizione all'interno del partito di Azione e di critiche da parte di esponenti dei partiti avversari. Al momento Azione Bat e gli esponenti di Andria del partito di Calenda non commentano questa decisione, che sarà sicuramente foriera di futuri assetti politici in vista delle prossime scadenze elettorali.

"Alla luce dei numerosi articoli di stampa e delle varie dichiarazioni di esponenti politici in merito all'ingresso in Giunta regionale del Consigliere Fabiano Amati è necessario chiarire alcuni aspetti e dire parole di verità." Così il Capogruppo di Azione in Consiglio regionale e Commissario regionale, Ruggiero Mennea.
"È evidentemente falsa la ricostruzione secondo la quale Azione è entrata a far parte del Governo cittadino di Barletta. Azione non ha partecipato alle scorse elezioni comunali, anche perché all'epoca non esisteva nemmeno il Gruppo regionale di Azione. La lista civica "Amico", già facente parte della coalizione a supporto del Sindaco Cannito, ha eletto un Consigliere comunale e fin dal primo momento ha avuto una propria rappresentante nella Giunta comunale. La recente nomina, quindi, è nel solco del percorso politico che la lista civica ha intrapreso fin dal principio, pur essendo alcuni suoi esponenti divenuti successivamente simpatizzanti di Azione. Chi sta strumentalizzando in maniera scomposta tale vicenda è in mala fede e manipola la verità dei fatti al solo scopo di prendere in giro i cittadini o fare del cabaret politico propagandistico. È davvero paradossale una simile ricostruzione per giustificare un veto personale perché non si capisce come mai la stessa ragione politica non sia stata fatta valere per l'amministrazione di Brindisi, dove Azione è stata parte integrante dell'amministrazione sin dal principio proprio quando Amati era commissario regionale del partito."
"Tra l'altro, da che pulpito viene la predica! Ci spieghino il PD e il centrosinistra locale: quali motivazioni sottostanno alla gestione dell'Amministrazione provinciale della BAT in tandem con Forza Italia? Ci spieghino il PD e il centrosinistra i motivi della deriva a destra dell'Amministrazione comunale di Bisceglie. E mi fermo agli esempi della BAT, tralasciando altre situazioni simili nel resto della Regione".
"E tuttavia, dalla lettura degli organi di stampa pare che da parte di un collega del Consiglio regionale sia stato posto il veto sulla mia persona. Se questo fosse vero, sarebbe gravissimo, perché si evidenzierebbe un indebito condizionamento politico - e vorrei credere che non sia di altra natura - nei confronti dell'organo deputato a decidere e che dovrebbe, invece, decidere liberamente. "
"È opportuno, pertanto, un approfondimento circa la veridicità di tale veto, per capirne le reali ragioni e per capire quali interessi politici o di altra natura legano tra loro i personaggi che pongono tali presunti veti e chi li accetta."
"Per tornare alla posizione di Azione Puglia, ribadisco ancora più chiaramente che nulla è stato concordato con il Presidente Emiliano circa la scelta di un nostro rappresentante in giunta, né il Presidente ha mai interloquito con il commissario del partito regionale e che, pertanto, la nomina di Amati è solo frutto di una scelta personale tra i due. Ho poche certezze, ma una di queste è che i cittadini non sono stupidi e credo che le dinamiche di questa vicenda siano chiare a tutti. Sono certo che la coerenza, la rettitudine e la lealtà saranno alla fine premiati", conclude il Presidente Mennea.

Sulla vicenda sono intervenuti con una nota i consiglieri regionali di Forza Italia Paride Mazzotta, Paolo Dell'Erba, Massimiliano Di Cuia e Giuseppe Tupputi.

"Il rimpasto o, meglio, il rimpastino operato dal presidente Emiliano nella sua Giunta aveva come scopo, tra gli altri, anche quello di sedare i malumori interni alla sua maggioranza per garantire i numeri in aula e contenere il fenomeno (ormai prassi) dei Consigli regionali a vuoto per mancanza del numero legale. Apprendiamo, invece, che la nomina del neo assessore Amati al Bilancio stia scatenando l'ira di diversi colleghi del centrosinistra (specie tra i brindisini). Non solo: lo stesso partito di Amati, Azione, è sul piede di guerra per una decisione non concordata con il partito e con il gruppo consiliare. Ergo, con ampie probabilità, Azione farà valere la sua contrarietà anche in aula. Si pone, perciò, una grande questione di utilità della nomina in questione, ma non solo: perché Emiliano ha spostato l'assessore Piemontese dal Bilancio alla Sanità anziché conferire ad Amati la delega in materia sanitaria? Si fida, ma non troppo per affidargli una delega così politicamente sensibile che è meglio conservare nelle fidate mani di Piemontese? Sono tanti i profili da chiarire e quando le ombre sono troppe… i presagi, purtroppo per i pugliesi, non sono dei migliori".

Altro intervento quello del capogruppo della Lega in consiglio regionale, Giacomo Conserva.
"Una politica senz'anima, priva di una visione che non sia quella di puntare alla poltrona di assessore; questo è il risultato di lunghi mesi trascorsi all'opposizione dell'ormai ex consigliere ed oggi assessore al bilancio, Fabiano Amati. I pugliesi sappiano che più volte Amati ha accusato il suo presidente Michele Emiliano di strumentalizzare le istituzioni ma ora legittima questi comportamenti, rimangiandosi quelle accuse, con la sua partecipazione in giunta". Con queste parole, il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Giacomo Conserva, stigmatizza l'accettazione da parte del consigliere Fabiano Amati per l'incarico di assessore al bilancio. "E' finalmente caduta la maschera politica, Amati ha per lungo tempo costruito una sua immagine di oppositore non perché depositario di convinzioni politiche salde e radicate ma per usare tutto questo ad usum delphini". Conserva prosegue: "è un tradimento politico nei confronti degli elettori ai quali giunge il messaggio devastante che la politica è mera ricerca del potere fine a sé stesso, che le logiche trasformistiche e del mercanteggiamento premiano e che i principi e le accuse possono essere sacrificati al primo segnale di potere e visibilità". Il capogruppo così conclude: "dove sono finite le critiche alla gestione politica della Regione, tante volte declamate in consiglio regionale? Amati dimostra che il trasformismo non è solo una caratteristica da attribuire ad altri ma un vizio in cui eccellere, incarnando appieno la figura di chi combatte con veemenza un sistema fino al giorno in cui riceve un invito a farne parte".


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