Politica
Noi a sinistra per la Puglia, ecco il nuovo simbolo di Vendola
Presentato a Bari con Barbanente, Minervini e Stefàno a sostegno di Emiliano
Puglia - sabato 11 aprile 2015
13.49
È stato presentato nella sala Guaccero del Consiglio regionale della Puglia il simbolo della lista unitaria "Noi a sinistra per la Puglia". Questo il nuovo progetto politico che racchiude le forze di sinistra, a partire da Nichi Vendola, della coalizione che resta unita verso la candidatura di Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia. «Noi stiamo dentro la coalizione di centro sinistra - ha detto a margine della conferenza stampa di presentazione lo stesso Vendola - chiederemo di votare Michele Emiliano ma senza deleghe in bianco, spostando il confronto sui temi, sui contenuti e su un progetto politico e non sui caratteri personali. Peraltro l'assenza dell'avversario di destra produce uno sfaldamento politico, speriamo che Michele Emiliano possa avere presto il suo reale antagonista che non posso essere solo io».
Tra gli altri aderenti che hanno presentato il nuovo simbolo vi sono anche diversi assessori della scorsa giunta tra cui Angela Barbanente, portavoce della lista, che ha posto l'accento «sul noi, anziché sull'io. In questi anni abbiamo costruito politiche pubbliche che hanno cercato di costruire un progetto a sinistra, nel mezzogiorno e abbiamo cercato di associare a questo progetto l'idea di progresso, di innovazione, di diritti, di un collettivo capace di costruite un progetto per il futuro. Dieci anni sono tanti ma sono anche pochi se rapportati ai tempi lunghi degli sviluppi strutturali del mezzogiorno di Italia rispetto al resto del paese. C'è tanto altro da fare per innovare settori che non siamo riusciti ad includere ma, in questo "noi" del simbolo vogliamo mantenere il progetto, a partire dal programma scritto nel 2005». Tra i più attesi anche Guglielmo Minervini che arriva nel nuovo soggetto politico direttamente dal Partito Democratico: «Man mano che questo percorso prende forma le sue ragioni si irrobustiscono sempre di più, stiamo diventando un noi sempre più inclusivo, perché la Puglia ha dentro ancora il fuoco acceso della sfida del cambiamento, la sfida con se stessa innanzitutto. Questa Puglia che si è rimessa in piedi non è solo un patrimonio di buon governo ma un progetto politico diventato sinonimo di cambiamento. C'è un'opa a destra e "noi a sinistra" abbiamo bisogno invece di delineare i contorni nitidi della sinistra, consapevoli del patrimonio costruito senza conservazione nostalgica».
Due gli antagonisti di Michele Emiliano durante le primarie di centro sinistra presenti nel progetto "Noi a sinistra per la Puglia". Oltre a Guglielmo Minervini, infatti, vi è anche Dario Stefàno che ha detto: «Questo simbolo non dovrà solo etichettare la lista delle elezioni regionali ma perseguire obiettivi politici per proseguire i lavori avviati, che non hanno costruito una Puglia perfetta ma sicuramente migliore di prima. Il "noi" rappresenta un progetto collettivo a sinistra, tiene la rotta di una regione come modello di riferimento, ora in un quadro nazionale in cui le larghe intese resistono alle evidenze più imbarazzanti, in Puglia invece c'è l'alternativa che non perde identità e propositi». Lo stesso Nichi Vendola ha ripercorso i passaggi di questi 10 anni di governo della Puglia richiamando tutti alla partecipazione politica: «Ogni giorno tagliamo un nastro, inauguriamo un'opera, un cantiere - ha detto Vendola - È giusto che sia concentrato su questo il lavoro di una buona amministrazione, sulle risposte concrete, sui servizi sociali che vengono inaugurati, sul miglioramento dell'offerta sanitaria, sulla riqualificazione del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, sul completamento di quei processi di cambiamento che sono stati un fatto straordinario in questo decennio. Quando parliamo di Puglia migliore non parliamo di un'icona da incorniciare ma di un processo di cambiamento che oggi ha nuovi obiettivi, punti di criticità anche su dove non siamo riusciti a compimento di efficientamento e moralizzazione e lo rivendico tutto. Naturalmente chi non fa non sbaglia, noi abbiamo fatto, provato e almeno questo credo che debba essere riconosciuto. L'esistenza della Puglia nel mondo, l'immagine forte attrattiva di una regione dinamica e innovativa in Italia e all'estero, a Roma, a Bruxelles e in ogni continente. È un'epoca questa in cui purtroppo la cronaca quotidiana disincentiva la partecipazione politica, i dati dell'astensionismo devono essere sempre sotto gli occhi di chi fa politica e vissuti come un campanello d'allarme ma noi da quel dato cerchiamo di trarre ragione per migliorare la qualità dell'offerta politica».
Tra gli altri aderenti che hanno presentato il nuovo simbolo vi sono anche diversi assessori della scorsa giunta tra cui Angela Barbanente, portavoce della lista, che ha posto l'accento «sul noi, anziché sull'io. In questi anni abbiamo costruito politiche pubbliche che hanno cercato di costruire un progetto a sinistra, nel mezzogiorno e abbiamo cercato di associare a questo progetto l'idea di progresso, di innovazione, di diritti, di un collettivo capace di costruite un progetto per il futuro. Dieci anni sono tanti ma sono anche pochi se rapportati ai tempi lunghi degli sviluppi strutturali del mezzogiorno di Italia rispetto al resto del paese. C'è tanto altro da fare per innovare settori che non siamo riusciti ad includere ma, in questo "noi" del simbolo vogliamo mantenere il progetto, a partire dal programma scritto nel 2005». Tra i più attesi anche Guglielmo Minervini che arriva nel nuovo soggetto politico direttamente dal Partito Democratico: «Man mano che questo percorso prende forma le sue ragioni si irrobustiscono sempre di più, stiamo diventando un noi sempre più inclusivo, perché la Puglia ha dentro ancora il fuoco acceso della sfida del cambiamento, la sfida con se stessa innanzitutto. Questa Puglia che si è rimessa in piedi non è solo un patrimonio di buon governo ma un progetto politico diventato sinonimo di cambiamento. C'è un'opa a destra e "noi a sinistra" abbiamo bisogno invece di delineare i contorni nitidi della sinistra, consapevoli del patrimonio costruito senza conservazione nostalgica».
Due gli antagonisti di Michele Emiliano durante le primarie di centro sinistra presenti nel progetto "Noi a sinistra per la Puglia". Oltre a Guglielmo Minervini, infatti, vi è anche Dario Stefàno che ha detto: «Questo simbolo non dovrà solo etichettare la lista delle elezioni regionali ma perseguire obiettivi politici per proseguire i lavori avviati, che non hanno costruito una Puglia perfetta ma sicuramente migliore di prima. Il "noi" rappresenta un progetto collettivo a sinistra, tiene la rotta di una regione come modello di riferimento, ora in un quadro nazionale in cui le larghe intese resistono alle evidenze più imbarazzanti, in Puglia invece c'è l'alternativa che non perde identità e propositi». Lo stesso Nichi Vendola ha ripercorso i passaggi di questi 10 anni di governo della Puglia richiamando tutti alla partecipazione politica: «Ogni giorno tagliamo un nastro, inauguriamo un'opera, un cantiere - ha detto Vendola - È giusto che sia concentrato su questo il lavoro di una buona amministrazione, sulle risposte concrete, sui servizi sociali che vengono inaugurati, sul miglioramento dell'offerta sanitaria, sulla riqualificazione del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, sul completamento di quei processi di cambiamento che sono stati un fatto straordinario in questo decennio. Quando parliamo di Puglia migliore non parliamo di un'icona da incorniciare ma di un processo di cambiamento che oggi ha nuovi obiettivi, punti di criticità anche su dove non siamo riusciti a compimento di efficientamento e moralizzazione e lo rivendico tutto. Naturalmente chi non fa non sbaglia, noi abbiamo fatto, provato e almeno questo credo che debba essere riconosciuto. L'esistenza della Puglia nel mondo, l'immagine forte attrattiva di una regione dinamica e innovativa in Italia e all'estero, a Roma, a Bruxelles e in ogni continente. È un'epoca questa in cui purtroppo la cronaca quotidiana disincentiva la partecipazione politica, i dati dell'astensionismo devono essere sempre sotto gli occhi di chi fa politica e vissuti come un campanello d'allarme ma noi da quel dato cerchiamo di trarre ragione per migliorare la qualità dell'offerta politica».