Territorio
Nella Bat, la provincia dove si sopravvive lavorando
La sesta provincia pugliese in fondo a tutte le classifiche sull'occupazione
Puglia - giovedì 4 maggio 2017
Il lavoro dipendente nella provincia Barletta Andria Trani vale a malapena la sopravvivenza. In realtà è una condizione generale in tutta l'Italia, ma lo studio dell'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro ci dice come questa provincetta di dieci comuni, che sin dalla sua origine e dal suo nome ha assunto profili grotteschi, rappresenta un territorio che si trova in fondo a molte classifiche che riguardano le dinamiche del mercato del lavoro.
Quelle classifiche dove generalmente si trovavano province siciliane o calabresi (con tutto il rispetto), ora vedono questa porzione di Puglia stabilmente tra le zone più depresse.
Il lavoro nella Bat, vede una retribuzione media di 1112 euro rispetto a quella nazionale di 1315 euro e alla provincia di Bolzano, la più virtuosa in Italia con 1476 euro. La Bat è in posizione 104 su 110.
È la giusta cartolina di come si sopravvive da queste parti. E' da tempo che nei nostri articoli si accennava ai working poor (ovvero al basso tenore di vita dei lavoratori causati da salari troppo bassi) che anche lo studio dei Consulenti del Lavoro mette a fuoco. «È possibile segmentare gli occupati sulla base di due tipologie di contratti: i lavoratori standard, che comprendono i dipendenti assunti con un contratto a tempo indeterminato, compresi i part-time volontari, e i lavoratori non standard che sono costituiti da coloro che hanno un contratto di lavoro dipendente sempre a tempo indeterminato, ma in part-time involontario (i sottoccupati part-time), i dipendenti a termine, i collaboratori e gli autonomi. Occorre osservare che è molto probabile che una parte significativa dei lavoratori non standard percepisca retribuzioni sensibilmente inferiori a quelle degli occupati standard, anche a causa degli orari ridotti e della discontinuità contrattuale: alcuni di questi lavoratori potrebbero appartenere alla categoria dei working poors, cioè coloro che, pur avendo un'occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa del livello troppo basso del loro reddito, dell'incertezza sul lavoro, della scarsa crescita reale del livello retributivo e dell'incapacità di risparmio».
La provincia Barletta Andria Trani segna un primato, sempre negativo, per il gap di genere. In testa alla classifica per la maggiore differenza tra il tasso d'occupazione maschile e femminile con 33,7 punti.
Interessante la costituzione di un cosiddetto "indice sintetico d'efficienza e di innovazione" per capire a che livello è un territorio dal punto di vista dello sviluppo economico e dell'offerta di buona occupazione. Si tratta di «una graduatoria delle province italiane in base al loro livello di competitività occupazionale, derivato da 5 indicatori che meglio rappresentano e spiegano la capacità del tessuto economico e sociale di produrre maggiore e migliore occupazione, selezionati da una serie iniziale di numerosi indicatori attraverso una specifica metodologia statistica». Gli indicatori principali sono tasso d'occupazione (15-64 anni); tasso di non Neet (15-29 anni), più è alto il valore dell'indice minore è la quota di giovani che non lavorano non studiano e nemmeno sono in formazione; rapporto tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile, che segnala la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l'aumento dell'occupazione complessiva; quota di occupati che esercitano professioni altamente qualificate, che lavorano nei settori più innovativi; quota di lavoratori con contratti standard e cioè la minore presenza di lavoratori "precari" maggiormente esposti al rischio di povertà.
Qui la provincia Bat registra il risultato più deprimente. Posizione 109 su 110, penultimo posto in Italia.
Un sconfortante dato che la dice lunga sulle prospettive di sviluppo per il nostro territorio.
Questo è il link al report completo dell'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro http://www.consulentidellavoro.it/files/PDF/2017/OSSERVATORIO/Report_Italia_DEF.pdf
Quelle classifiche dove generalmente si trovavano province siciliane o calabresi (con tutto il rispetto), ora vedono questa porzione di Puglia stabilmente tra le zone più depresse.
Il lavoro nella Bat, vede una retribuzione media di 1112 euro rispetto a quella nazionale di 1315 euro e alla provincia di Bolzano, la più virtuosa in Italia con 1476 euro. La Bat è in posizione 104 su 110.
È la giusta cartolina di come si sopravvive da queste parti. E' da tempo che nei nostri articoli si accennava ai working poor (ovvero al basso tenore di vita dei lavoratori causati da salari troppo bassi) che anche lo studio dei Consulenti del Lavoro mette a fuoco. «È possibile segmentare gli occupati sulla base di due tipologie di contratti: i lavoratori standard, che comprendono i dipendenti assunti con un contratto a tempo indeterminato, compresi i part-time volontari, e i lavoratori non standard che sono costituiti da coloro che hanno un contratto di lavoro dipendente sempre a tempo indeterminato, ma in part-time involontario (i sottoccupati part-time), i dipendenti a termine, i collaboratori e gli autonomi. Occorre osservare che è molto probabile che una parte significativa dei lavoratori non standard percepisca retribuzioni sensibilmente inferiori a quelle degli occupati standard, anche a causa degli orari ridotti e della discontinuità contrattuale: alcuni di questi lavoratori potrebbero appartenere alla categoria dei working poors, cioè coloro che, pur avendo un'occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa del livello troppo basso del loro reddito, dell'incertezza sul lavoro, della scarsa crescita reale del livello retributivo e dell'incapacità di risparmio».
La provincia Barletta Andria Trani segna un primato, sempre negativo, per il gap di genere. In testa alla classifica per la maggiore differenza tra il tasso d'occupazione maschile e femminile con 33,7 punti.
Interessante la costituzione di un cosiddetto "indice sintetico d'efficienza e di innovazione" per capire a che livello è un territorio dal punto di vista dello sviluppo economico e dell'offerta di buona occupazione. Si tratta di «una graduatoria delle province italiane in base al loro livello di competitività occupazionale, derivato da 5 indicatori che meglio rappresentano e spiegano la capacità del tessuto economico e sociale di produrre maggiore e migliore occupazione, selezionati da una serie iniziale di numerosi indicatori attraverso una specifica metodologia statistica». Gli indicatori principali sono tasso d'occupazione (15-64 anni); tasso di non Neet (15-29 anni), più è alto il valore dell'indice minore è la quota di giovani che non lavorano non studiano e nemmeno sono in formazione; rapporto tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile, che segnala la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l'aumento dell'occupazione complessiva; quota di occupati che esercitano professioni altamente qualificate, che lavorano nei settori più innovativi; quota di lavoratori con contratti standard e cioè la minore presenza di lavoratori "precari" maggiormente esposti al rischio di povertà.
Qui la provincia Bat registra il risultato più deprimente. Posizione 109 su 110, penultimo posto in Italia.
Un sconfortante dato che la dice lunga sulle prospettive di sviluppo per il nostro territorio.
Questo è il link al report completo dell'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro http://www.consulentidellavoro.it/files/PDF/2017/OSSERVATORIO/Report_Italia_DEF.pdf