Eventi e cultura
Naturale comicità e forza epressiva: a Trani il duo Rezza-Mastrella
«Noi scriviamo cose che restano indipendentemente dal tempo e dalla presenza»
Andria - sabato 29 marzo 2014
12.00
Una naturale comicità, una forza espressiva, una rappresentazione di luoghi e storie comuni. Questo è il teatro di Antonio Rezza e Flavia Mastrella in scena lunedì prossimo al Teatro Impero di Trani (Evento AndriaViva), con uno degli spettacoli più storici del loro ampio repertorio. Si tratta di "Pitecus", concepito interamente nel 1995, ma al cui interno ha parti ideate anche diversi anni prima. Un'opera che analizza il rapporto tra l'uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un'occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un'identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro. L'evento è organizzato dal Collettivo Famelico di Andria.
«Ci hanno detto che per ogni intervista ci devono dare 300 euro, ma ad ora non abbiamo visto ancora nulla». Inizia così la breve intervista con i due attori realizzata da AndriaViva all'interno del circolo "Dino Risi" di Trani ieri sera, in vista del loro ritorno in teatro nella BAT previsto proprio a Trani per lunedì sera: «Noi scriviamo cose che restano indipendentemente dal tempo e dalla presenza - ha detto in conclusione Antonio Rezza - più avanti noi non ci saremo più ma le opere si». L'intervista «che ha preso strade non previste», come ricordato dallo stesso Rezza, è un condensato di battute e serietà, tipiche dell'idea costruita negli anni da Rezza e Mastrella sia in teatro che al cinema.
«Ci hanno detto che per ogni intervista ci devono dare 300 euro, ma ad ora non abbiamo visto ancora nulla». Inizia così la breve intervista con i due attori realizzata da AndriaViva all'interno del circolo "Dino Risi" di Trani ieri sera, in vista del loro ritorno in teatro nella BAT previsto proprio a Trani per lunedì sera: «Noi scriviamo cose che restano indipendentemente dal tempo e dalla presenza - ha detto in conclusione Antonio Rezza - più avanti noi non ci saremo più ma le opere si». L'intervista «che ha preso strade non previste», come ricordato dallo stesso Rezza, è un condensato di battute e serietà, tipiche dell'idea costruita negli anni da Rezza e Mastrella sia in teatro che al cinema.