Alberto Moschetta
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Cinema

"Napoli velata": intervista a Leonardo Alberto Moschetta, l’andriese che ha lavorato al film di Ozpetek

«Un lavoro faticoso ma un’esperienza estremamente formativa. Da Ferzan ho ancora molto da imparare»

Sospesa tra magia e superstizione, follia e razionalità. È questa la Napoli raccontata da "Napoli velata", la pellicola in sala dal 28 dicembre del regista, sceneggiatore e scrittore di origine turca Ferzan Ozpetek.

Al progetto cinematografico ha collaborato il giovane andriese Leonardo Alberto Moschetta, che ha lavorato al montaggio del film confrontandosi con la realtà del grande schermo e mettendosi alla prova a fianco di un regista di grande fama. Una prova superata brillantemente.

Felici di condividere i traguardi di un nostro concittadino, lo abbiamo intervistato, mentre sta lasciando Bologna, la città in cui vive, per il suo viaggio di nozze.

Ciao, Alberto. Il lavoro al fianco di un grande regista è una tappa importante del tuo percorso professionale. In che modo questa esperienza ti ha fatto crescere?

Trattandosi del mio primo approccio al lungometraggio di finzione, ho dovuto misurarmi con un linguaggio in parte nuovo e diverso, soprattutto nei tempi.
La poetica di Ferzan è estremamente personale e riconoscibile in tutte le sue opere, perciò è stato estremamente interessante ed appagante dare forma alle idee che aveva in mente. D'altro canti, devo constatare la sua grande ricettività ed apertura ad eventuali proposte di montaggio e nel valutarne l'efficacia o meno. È stata senza dubbio un'esperienza estremamente formativa, ma da Ferzan ho ancora moltissimo da imparare.


Ma non è stato questo il vostro primo incontro…

Infatti. La collaborazione con Ferzan è iniziata nel maggio 2015, quando mi sono occupato del montaggio di alcuni suoi spot per una nota azienda italiana di prodotti alimentari. La casa di produzione dello spot, con cui collaboravo da parecchio tempo, ha insistito con lo stesso Ozpetek affinché fossi io a occuparmi del montaggio. Ferzan ha accettato ed è stata una bellissima esperienza.

Non ci siamo sentiti per molto tempo, fino al gennaio di quest'anno, quando ho ricevuto una sua chiamata per un nuovo spot. Ultimato questo lavoro, con mia somma sorpresa, mi ha parlato del progetto di "Napoli Velata", chiedendomi di curarne il montaggio. Un'occasione davvero imperdibile.

"Napoli velata" darà la possibilità a molti di conoscere Leonardo Alberto Moschetta. Ma, prima di questo successo, chi era Alberto?

Sin dall'infanzia ho coltivato la mia passione per il cinema e per l'audiovisivo in generale, da cui è nato lo slancio verso il montaggio.
Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica presso il liceo scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria, mi sono trasferito a Ferrara dove ho frequentato il corso di laurea in "Tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale" presso la facoltà di Lettere e Filosofia. In seguito, ho conseguito il diploma di laurea specialistica in "Cinema, televisione e produzione multimediale" presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo (MUSPE) dell'Università di Bologna. Contestualmente al completamento del mio percorso di studi ho cominciato a lavorare nel campo della post-produzione pubblicitaria, occupandomi di montaggio video.

Dal 2009 ad oggi mi sono occupato prevalentemente di spot e cortometraggi pubblicitari, lavorando con importanti regie del panorama italiano come Luca Lucini, Federico Brugia, Andrea Cecchi, Marco della Fonte, Leonardo Ricagni, Igor Borghi, August Baldursson, Matteo Pellegrini, Avi Karpick, Fabrizio Mari, Dario Piana, Manfredo Leteo. Nel 2014 ho fondato, con il mio socio e collega Alessandro Paci, una mia post-produzione nella città di Bologna, Free U. Il nostro obiettivo era quello di provare ad allargare i nostri orizzonti professionali oltre i confini della pubblicità. Dal 2014 abbiamo prodotto un documentario, post-prodotto alcuni documentari e film indipendenti e intrapreso piccole produzioni proprie.

Domanda frivola: quali sono stati i momenti più divertenti di questo lavoro con Ozpetek?

Probabilmente le fasi finali, quelle del montaggio, in cui Ferzan e Gianni Romoli (co-produttore e sceneggiatore del film) avevano dei moti di entusiasmo e compiacimento a dir poco, travolgenti.

Domanda ostica: nella visione di un film, i "non addetti ai lavori" prestano attenzione perlopiù agli attori o al regista; ma a fare un film è anche il montaggio. In breve, quanto il tuo lavoro è determinante per il risultato finale?

Di base il montaggio avviene a due livelli. Microstruttura e macrostruttura, vale a dire le singole scene e il film nella sua interezza.
Si comincia lavorando sulle singole scene, facendo in modo che funzionino al meglio in relazione all'intenzione che si vuole comunicare. Un cattivo montaggio può trasformare una scena drammatica in una scena drammaticamente comica, ad esempio. È una questione principalmente di tempi e ritmo, oltre che, ovviamente, di scelte rispetto al girato.

A livello di macrostruttura si effettuano poi delle scelte anche brusche, come il taglio di intere scene al fine di conservare compattezza, ritmo, coerenza narrativa. Altre volte si spostano alcune scene o interi blocchi.

Kubrick asseriva: "Scherzando potrei dire che tutto quanto precede il montaggio è semplicemente un modo di produrre una pellicola da montare". Forse è eccessivo, ma sicuramente rende l'idea del faticoso lavoro che è necessario nel trasformare ore ed ore di girato in 100 minuti di film finito.

Ben detto, Alberto. Grazie e in bocca al lupo per il tuo futuro!

Ai nostri lettori, ora, non resta che correre in sala a vedere "Napoli velata". Qui il trailer.
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