Commento
Montepulciano: "Favorire al più presto la messa a dimora di querce sulla nostra Murgia"
Dopo l'incendio della pineta del Castello un suggerimento per favorire la rinaturalizzazione del nostro territorio
Andria - mercoledì 31 agosto 2022
12.24
Ospitiamo un secondo intervento dello storico ecologista di Andria, Nicola Montepulciano, dopo il grave incendio che ha lambito la pineta del Castello. Dopo aver puntualizzato alcuni dei problemi che ne sono sorti all'indomani di questo grave incendio, Montepulciano conclude sia con un suggerimento per lo sviluppo delle piccole querce onde favorire la rinaturalizzazione sia sostenendo che non c'è bisogno di rimuovere rami e tronchi secchi.
"Dopo l'incendio che ha colpito marginalmente il bosco a pineta di Castel del Monte è stato annunciato che si assumeranno vari provvedimenti, alcuni del tutto antiscientifici, antiecologici. Ci sono state poi proteste da parte dei villeggianti per la presenza di rifiuti nel bosco e per altri motivi. Carta, vetro, plastica, metalli, etc., rifiuti che vanno rimossi non perché causa di incendio, ma perché offrono un bruttissimo spettacolo e dimostrazione di mancanza di rispetto della cosa pubblica e della Natura, e non solo da parte dei cittadini! Questi rifiuti sono abbandonati anche ed essenzialmente da chi va a farsi grigliate nel bosco (cum feris gustibus!), con grande rischio di incendio, residuando, pure, pietre annerite, resti di legna non del tutto bruciata, cenere, il tutto ad accrescere lo squallore. Ma a chi tocca vigilare contro questo malvezzo con conseguente abbandono di rifiuti, alla Polizia locale o alla Forestale? E la rimozione dei rifiuti dal bosco a chi tocca? Non ci si riferisce a quelli civilmente conferiti negli appositi contenitori. E chi deve vigilare per impedire l'accensione di fuochi per un qualsiasi motivo? Una volta accesi, poi, non è possibile non vederli, e nel caso delle grigliate anche l'olezzo può indirizzare verso il fuoco, caso mai non lo si vedesse! Ci sono precisissime leggi che vietano l'accensione di fuochi come la Legge 6 dicembre 1991 n. 34 che all'Art. 11, lettera m) vieta " l'uso di fuochi all'aperto". Sono state mai comminate le severe sanzioni previste per tutti questi reati?
E' stato annunciato che si vogliono mettere a dimora querce dopo la rimozione di rami e tronchi secchi. Benissimo la piantumazione di querce, malissimo la rimozione di rami e tronchi secchi "per favorire il rinnovo spontaneo delle specie quercine autoctone". E' possibile spiegare come rami e tronchi impediscano il rinnovo spontaneo? Già sul finire degli anni '80 noi del WWF frequentavamo il bosco per osservazioni e notavamo plantule quercine in buon numero, la maggior parte, però, secche per mancanza d'acqua. In breve, fra i vari provvedimenti possibili per favorire lo sviluppo delle plantule se ne adottò uno che poi descrissi in un articolo pubblicato sui vari network e giornali locali. Scelta una plantula scavammo una buca accanto per introdurre un tubo di cartone onde versare acqua, che arrivasse alle radici, durante l'estate. L'acqua doveva essere versata una volta alla settimana, frequenza, tuttavia, non proprio rispettata. Fatto sta che a fine estate la plantula raggiunse l'altezza di 1metro e dopo il secondo anno 2metri circa. Dopo lasciammo la quercia allo sviluppo naturale (alquanto più lento). Questa modalità può essere adottata sicuramente dall'Ente Parco che ha le risorse per praticarla per tante plantule a costi ridottissimi".
"Dopo l'incendio che ha colpito marginalmente il bosco a pineta di Castel del Monte è stato annunciato che si assumeranno vari provvedimenti, alcuni del tutto antiscientifici, antiecologici. Ci sono state poi proteste da parte dei villeggianti per la presenza di rifiuti nel bosco e per altri motivi. Carta, vetro, plastica, metalli, etc., rifiuti che vanno rimossi non perché causa di incendio, ma perché offrono un bruttissimo spettacolo e dimostrazione di mancanza di rispetto della cosa pubblica e della Natura, e non solo da parte dei cittadini! Questi rifiuti sono abbandonati anche ed essenzialmente da chi va a farsi grigliate nel bosco (cum feris gustibus!), con grande rischio di incendio, residuando, pure, pietre annerite, resti di legna non del tutto bruciata, cenere, il tutto ad accrescere lo squallore. Ma a chi tocca vigilare contro questo malvezzo con conseguente abbandono di rifiuti, alla Polizia locale o alla Forestale? E la rimozione dei rifiuti dal bosco a chi tocca? Non ci si riferisce a quelli civilmente conferiti negli appositi contenitori. E chi deve vigilare per impedire l'accensione di fuochi per un qualsiasi motivo? Una volta accesi, poi, non è possibile non vederli, e nel caso delle grigliate anche l'olezzo può indirizzare verso il fuoco, caso mai non lo si vedesse! Ci sono precisissime leggi che vietano l'accensione di fuochi come la Legge 6 dicembre 1991 n. 34 che all'Art. 11, lettera m) vieta " l'uso di fuochi all'aperto". Sono state mai comminate le severe sanzioni previste per tutti questi reati?
E' stato annunciato che si vogliono mettere a dimora querce dopo la rimozione di rami e tronchi secchi. Benissimo la piantumazione di querce, malissimo la rimozione di rami e tronchi secchi "per favorire il rinnovo spontaneo delle specie quercine autoctone". E' possibile spiegare come rami e tronchi impediscano il rinnovo spontaneo? Già sul finire degli anni '80 noi del WWF frequentavamo il bosco per osservazioni e notavamo plantule quercine in buon numero, la maggior parte, però, secche per mancanza d'acqua. In breve, fra i vari provvedimenti possibili per favorire lo sviluppo delle plantule se ne adottò uno che poi descrissi in un articolo pubblicato sui vari network e giornali locali. Scelta una plantula scavammo una buca accanto per introdurre un tubo di cartone onde versare acqua, che arrivasse alle radici, durante l'estate. L'acqua doveva essere versata una volta alla settimana, frequenza, tuttavia, non proprio rispettata. Fatto sta che a fine estate la plantula raggiunse l'altezza di 1metro e dopo il secondo anno 2metri circa. Dopo lasciammo la quercia allo sviluppo naturale (alquanto più lento). Questa modalità può essere adottata sicuramente dall'Ente Parco che ha le risorse per praticarla per tante plantule a costi ridottissimi".