Vita di città
Mons. Mansi incontra i Cavalieri e Dame dell’Ordine S. Sepolcro
La delegazione fu istituita nel febbraio 2004 e venne elevata a sezione nel novembre dello stesso anno
BAT - sabato 29 ottobre 2016
13.00
Il Vescovo Mons. Luigi Mansi, accompagnato dall'assistente spirituale dell'O.E.S.S.G. Sezione di Andria, Mons. Nicola de Ruvo ha fatto visita mercoledì 26 ottobre scorso ai Cavalieri, Dame e Aspiranti del Santo Sepolcro della Sezione di Andria nella chiesa Mater Gratiae.
Ad accoglierlo il Preside della Sezione Cav. di Gran Croce Dott. Pasquale Ciciriello che, dopo i saluti, ha illustrato brevemente la vita della delegazione avente giurisdizione nell'ambito territoriale della diocesi di Andria e composta dai Comuni di Andria, Canosa di Puglia e Minervino Murge. La delegazione di Andria fu istituita nel febbraio 2004, venne elevata a sezione nel novembre dello stesso anno e attualmente conta 61 confratelli di cui 37 cavalieri, 18 dame e 6 ecclesiastici.
Questo incontro, voluto dal Vescovo Mansi nel suo cammino di conoscenza delle realtà parrocchiali e associative del territorio, è stato un momento di approfondimento in merito al tema dell'anno pastorale 2016/2017 "Per una chiesa in uscita sulle orme di Papa Francesco".
Lo stesso vescovo ha pronunciato un discorso nel quale ha espresso ciò che immagina e sogna per la chiesa di Andria e ciò che desidera si costruisca insieme. La Chiesa infatti è da intendere come l'insieme dei sacerdoti, dei laici e delle realtà associative.
«La strada da percorrere è quella che il Signore ci indica attraverso la parola di Dio e attraverso il magistero di Papa Francesco. La Chiesa 'in uscita' deve essere una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l'ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada'' dice il Vescovo riprendendo le parole del Papa».
Inoltre ha aggiunto ''I tre verbi da avere come riferimento sono: Vedere, Entrare, Uscire".
«Il verbo Vedere va metaforicamente interpretato con l'esempio di un qualsiasi ambiente avente le porte aperte, il quale consente a tutti coloro che sono fuori di vedere, e dunque di conseguenza sapere, quel che succede all'interno in modo tale che se lo giudicano interessante possono avere la possibilità di entrarvi liberamente.
Il verbo Entrare invece, prelude che gli ambienti della Chiesa abbiano le porte aperte sicché tutti possono avere la possibilità di entrare senza pagare biglietti, pedaggi, o senza subire sguardi indagatori al fine di potersi sentire pienamente a proprio agio.
Infine il terzo verbo Uscire va inteso come l'apertura missionaria che la nostra Chiesa deve avere come compito. Un' apertura innanzitutto al territorio, a tutte quelle fasce di umanità che per diverse motivazioni sono tagliate fuori dalla nostra vita di Chiesa. Basti pensare ai tanti giovani non integrati nei gruppi giovanili parrocchiali, alle persone che vivono ritmi e orari di lavoro differenti dalle strutture organizzative della Chiesa, a quanti vivono situazioni che per convenzione chiamiamo irregolari. Si deve pensare anche a tutte quelle persone che vivono ai margini della vita: i poveri, i ristretti in carcere, i migranti e a quelle realtà dell'Africa che la Chiesa sta curando».
Il Vescovo quindi ha rivolto a tutti i presenti, l'invito a non far mancare «il nostro apporto affinché si realizzi questo sogno grandioso».
Ad accoglierlo il Preside della Sezione Cav. di Gran Croce Dott. Pasquale Ciciriello che, dopo i saluti, ha illustrato brevemente la vita della delegazione avente giurisdizione nell'ambito territoriale della diocesi di Andria e composta dai Comuni di Andria, Canosa di Puglia e Minervino Murge. La delegazione di Andria fu istituita nel febbraio 2004, venne elevata a sezione nel novembre dello stesso anno e attualmente conta 61 confratelli di cui 37 cavalieri, 18 dame e 6 ecclesiastici.
Questo incontro, voluto dal Vescovo Mansi nel suo cammino di conoscenza delle realtà parrocchiali e associative del territorio, è stato un momento di approfondimento in merito al tema dell'anno pastorale 2016/2017 "Per una chiesa in uscita sulle orme di Papa Francesco".
Lo stesso vescovo ha pronunciato un discorso nel quale ha espresso ciò che immagina e sogna per la chiesa di Andria e ciò che desidera si costruisca insieme. La Chiesa infatti è da intendere come l'insieme dei sacerdoti, dei laici e delle realtà associative.
«La strada da percorrere è quella che il Signore ci indica attraverso la parola di Dio e attraverso il magistero di Papa Francesco. La Chiesa 'in uscita' deve essere una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l'ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada'' dice il Vescovo riprendendo le parole del Papa».
Inoltre ha aggiunto ''I tre verbi da avere come riferimento sono: Vedere, Entrare, Uscire".
«Il verbo Vedere va metaforicamente interpretato con l'esempio di un qualsiasi ambiente avente le porte aperte, il quale consente a tutti coloro che sono fuori di vedere, e dunque di conseguenza sapere, quel che succede all'interno in modo tale che se lo giudicano interessante possono avere la possibilità di entrarvi liberamente.
Il verbo Entrare invece, prelude che gli ambienti della Chiesa abbiano le porte aperte sicché tutti possono avere la possibilità di entrare senza pagare biglietti, pedaggi, o senza subire sguardi indagatori al fine di potersi sentire pienamente a proprio agio.
Infine il terzo verbo Uscire va inteso come l'apertura missionaria che la nostra Chiesa deve avere come compito. Un' apertura innanzitutto al territorio, a tutte quelle fasce di umanità che per diverse motivazioni sono tagliate fuori dalla nostra vita di Chiesa. Basti pensare ai tanti giovani non integrati nei gruppi giovanili parrocchiali, alle persone che vivono ritmi e orari di lavoro differenti dalle strutture organizzative della Chiesa, a quanti vivono situazioni che per convenzione chiamiamo irregolari. Si deve pensare anche a tutte quelle persone che vivono ai margini della vita: i poveri, i ristretti in carcere, i migranti e a quelle realtà dell'Africa che la Chiesa sta curando».
Il Vescovo quindi ha rivolto a tutti i presenti, l'invito a non far mancare «il nostro apporto affinché si realizzi questo sogno grandioso».