Religioni
Mons. Luigi Mansi incontra l'Ordine Equestre S. Sepolcro di Gerusalemme per il nuovo anno sociale
presentata la Lettera Pastorale alla Chiesa di Andria per l’anno 2018/19
Andria - venerdì 2 novembre 2018
10.59
Per l'apertura dell'anno sociale dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Vescovo di Andria Mons. Luigi Mansi ha voluto incontrare i Cavalieri e le Dame del Santo Sepolcro della Sezione di Andria guidati dall'assistente spirituale Mons. Nicola de Ruvo e dal Preside di Sezione Cavaliere di Gran Croce dr. Pasquale Ciciriello, presso la bella ex chiesa di Mater Gratiae.
Don Nicola de Ruvo, nella sua introduzione ha tenuto a ringraziare S.E. Mons. Luigi Mansi per la sua guida e vicinanza all'Ordine dei Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, condividendone il cammino. Come ormai diventata prassi, il Vescovo presenta ai partecipanti la Lettera Pastorale alla Chiesa di Andria, per dare indicazioni sul nuovo anno pastorale 2018/19, tracciando itinerari concreti per tutte le comunità parrocchiali, zonali, tutte le realtà associative e tutte le fasce di età.
La nuova lettera Pastorale dal titolo "Date loro voi stessi da mangiare" parte da una riflessione dei brani del Vangelo di Marco "Mc 6, 34-44 e Mc 8,1-9 , i racconti della moltiplicazione dei pani. In entrambi i brani del Vangelo, il dato che si impone all'attenzione del lettore è la compassione di Gesù per le folle affamate.
Mons. Luigi Mansi al riguardo ha voluto sottolineare e ricordare che questo termine, nel linguaggio della Bibbia, non riguarda semplicemente la sfera dei sentimenti e dunque della affettività, ma ha a che vedere con le viscere, cioè è uno sconvolgimento che prende nell'intimo, viscerale. E' questo un sentimento tipicamente materno, che è vissuto dalla madre nei riguardi del frutto del suo grembo. Questo modo di esprimersi viene dall'Antico Testamento, dove in vari passaggi si parla dell'amore di Dio per il suo popolo come un amore che ha molto di materno. Dio, attraverso i profeti, aveva in più occasioni dichiarato al suo popolo questo modo viscerale di amarlo, di prendersi cura di lui, di pazientare dinanzi alle sue infedeltà e di perdonarlo ogni volta da capo.
I miracoli della moltiplicazione generano una abbondanza di pane tanto che Gesù ordina di raccogliere i pezzi avanzati perché non vadano dispersi. Sul punto, il Vescovo Luigi Mansi ritiene che fare i miracoli distribuendo con abbondanza il pane per i vicini, per quelli cioè che frequentano con una certa regolarità gli ambienti della Chiesa, vuol dire che non dobbiamo spenderci con il criterio di un vuoto attivismo per mostrare capacità e potenzialità organizzative, ma bisogna essere sempre mossi solo dall'autentica evangelica compassione per la gente e di generoso impegno. Ciò si può ottenere con un'abbondanza nelle offerte formative rivolte alle nostre comunità cristiane, abbondanza nelle iniziative concrete di aiuto a chi è in situazione di ristrettezze e di necessità; ricchezza di impegno missionario nell'annuncio e nella testimonianza del Vangelo tra e per i lontani. Tante volte succede che la gran parte delle energie sono spese per servire e nutrire solo quelli che già aderiscono alle proposte di fede, generando così tanti "iper-nutriti" e tanti impietosamente digiuni di Parola, di luce e di grazia. Sono necessarie più iniziative che abbiano un vero carattere missionario.
Parlare di compassione vuol dire inoltre guardare la gente negli occhi per accorgersi dei loro bisogni, delle attese, delle esigenze reali. Bisogna sviluppare la capacità di saper leggere ciò che si ha nel cuore andando oltre ciò che si dice o si mostra.
Questo presuppone una capacità di attenzione, una sensibilità che ci faccia percepire la situazione dell'altro con una certa immediatezza e ci porti all'azione in modo del tutto spontaneo e naturale.
Dobbiamo chiederci se c'è, e a che livello è la nostra compassione nei riguardi di tanti, tantissimi nostri fratelli e sorelle, soprattutto giovani che vivono senza Vangelo. E' questa una domanda che necessita di un serio processo di verifica e di esame di coscienza sulla qualità missionaria di tutta la Pastorale della Diocesi.
Don Nicola de Ruvo, nella sua introduzione ha tenuto a ringraziare S.E. Mons. Luigi Mansi per la sua guida e vicinanza all'Ordine dei Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, condividendone il cammino. Come ormai diventata prassi, il Vescovo presenta ai partecipanti la Lettera Pastorale alla Chiesa di Andria, per dare indicazioni sul nuovo anno pastorale 2018/19, tracciando itinerari concreti per tutte le comunità parrocchiali, zonali, tutte le realtà associative e tutte le fasce di età.
La nuova lettera Pastorale dal titolo "Date loro voi stessi da mangiare" parte da una riflessione dei brani del Vangelo di Marco "Mc 6, 34-44 e Mc 8,1-9 , i racconti della moltiplicazione dei pani. In entrambi i brani del Vangelo, il dato che si impone all'attenzione del lettore è la compassione di Gesù per le folle affamate.
Mons. Luigi Mansi al riguardo ha voluto sottolineare e ricordare che questo termine, nel linguaggio della Bibbia, non riguarda semplicemente la sfera dei sentimenti e dunque della affettività, ma ha a che vedere con le viscere, cioè è uno sconvolgimento che prende nell'intimo, viscerale. E' questo un sentimento tipicamente materno, che è vissuto dalla madre nei riguardi del frutto del suo grembo. Questo modo di esprimersi viene dall'Antico Testamento, dove in vari passaggi si parla dell'amore di Dio per il suo popolo come un amore che ha molto di materno. Dio, attraverso i profeti, aveva in più occasioni dichiarato al suo popolo questo modo viscerale di amarlo, di prendersi cura di lui, di pazientare dinanzi alle sue infedeltà e di perdonarlo ogni volta da capo.
I miracoli della moltiplicazione generano una abbondanza di pane tanto che Gesù ordina di raccogliere i pezzi avanzati perché non vadano dispersi. Sul punto, il Vescovo Luigi Mansi ritiene che fare i miracoli distribuendo con abbondanza il pane per i vicini, per quelli cioè che frequentano con una certa regolarità gli ambienti della Chiesa, vuol dire che non dobbiamo spenderci con il criterio di un vuoto attivismo per mostrare capacità e potenzialità organizzative, ma bisogna essere sempre mossi solo dall'autentica evangelica compassione per la gente e di generoso impegno. Ciò si può ottenere con un'abbondanza nelle offerte formative rivolte alle nostre comunità cristiane, abbondanza nelle iniziative concrete di aiuto a chi è in situazione di ristrettezze e di necessità; ricchezza di impegno missionario nell'annuncio e nella testimonianza del Vangelo tra e per i lontani. Tante volte succede che la gran parte delle energie sono spese per servire e nutrire solo quelli che già aderiscono alle proposte di fede, generando così tanti "iper-nutriti" e tanti impietosamente digiuni di Parola, di luce e di grazia. Sono necessarie più iniziative che abbiano un vero carattere missionario.
Parlare di compassione vuol dire inoltre guardare la gente negli occhi per accorgersi dei loro bisogni, delle attese, delle esigenze reali. Bisogna sviluppare la capacità di saper leggere ciò che si ha nel cuore andando oltre ciò che si dice o si mostra.
Questo presuppone una capacità di attenzione, una sensibilità che ci faccia percepire la situazione dell'altro con una certa immediatezza e ci porti all'azione in modo del tutto spontaneo e naturale.
Dobbiamo chiederci se c'è, e a che livello è la nostra compassione nei riguardi di tanti, tantissimi nostri fratelli e sorelle, soprattutto giovani che vivono senza Vangelo. E' questa una domanda che necessita di un serio processo di verifica e di esame di coscienza sulla qualità missionaria di tutta la Pastorale della Diocesi.