Politica
Miscioscia: «Dopo l'Imu beffa riduzione quota carburanti»
L'Assessore all'Agricoltura rilancia la situazione delicata per gli agricoltori
Andria - giovedì 4 dicembre 2014
7.10
«Al danno dell'IMU per i nostri agricoltori anche la beffa della riduzione delle quote carburanti agricoli». Sono queste le parole dell'Assessore all'Agricolatura del Comune di Andria, Benedetto Miscioscia, all'indomani della nuova comunicazione avuta dal Ministero tra le norme del pacchetto Salva Italia varato dal Governo Renzi: «Dopo aver lanciato alcuni giorni fa il grido d'allarme sull'imminente introduzione del pagamento Imu sui terreni agricoli che adesso vede venir fuori la presa di posizione di alcuni parlamentari attraverso alcuni comunicati stampa - dice Benedetto Miscioscia - nessuno parla di un'altra penalizzazione che subiranno gli agricoltori relativa alla ulteriore riduzione per l'anno 2015 dell'assegnazione dei carburanti agricoli necessari per l'esecuzione dei lavori meccanici già penalizzato da ulteriori tagli subiti nei due anni precedenti. Si tratta di una quota pari all'8%».
Ma preoccupazione principale resta proprio quella dell'IMU: «Salvo miracolo dell'ultimo momento di qualche emendamento da presentarsi in Senato - prosegue Miscioscia - è in arrivo il decreto che disciplina l'esenzione dell'IMU sui terreni agricoli con l'esclusione di quelli ricadenti nel comune di Andria, con buona pace dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli a titolo principale che saranno esclusi dall'esenzione prevista invece per i possessori di terreni ricadenti in quei comuni con altitudine compresa tra i 281 e i 600 mentre per tutti i possessori di terreni ricadenti nei comuni superiori ai 600 metri l'esenzione sarà totale. I soggetti obbligati al versamento dell'imposta per il 2014 dovranno pagare gli importi dovuti in un'unica rata entro il 16 dicembre». In sostanza il nuovo decreto prevede la rivisitazione della classificazione dei comuni sulla base dell'altitudine così come riportata nell'elenco predisposto dall'Istat, diversificando tra terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
«L'assurdo è che ad appena 12 giorni dalla scadenza non è stato emesso il decreto ufficiale - prosegue Miscioscia - mentre dal sito del Ministero delle Finanze si apprende che il pagamento comunque dovrà avvenire inderogabilmente entro il 16 dicembre in un'unica rata. Un atto di inaudita gravità da parte del Governo, evidenziato dalle stesse organizzazioni di categoria aderenti ad Agrinsieme, che manderà in crisi i Caf e gli studi commerciali ma soprattutto metterà in crisi gli stessi proprietari dei terreni in violazione dei più elementari diritti riconosciuti ad ogni contribuente dal nostro ordinamento, di certezza del tributo, sostenibilità dell'imposta, temporalità del pagamento dei tributi». Poi l'affondo sul Governo Renzi: «Quello che è grave di tutta la vicenda è che ancora una volta il Governo Renzi scarica sui comuni gli oneri conseguenti ai tagli del Fondo di solidarietà comunale con la decurtazione immediata di circa 350 milioni di euro che dovrebbero recuperare attraverso l'IMU "obbligata" - dice ancora Miscoscia - e che rischia di mettere in difficoltà non solo gli stessi comuni ma anche gli stessi proprietari dei terreni agricoli chiamati a pagare un'imposta inaccettabile che rischia di mettere ancora più in difficoltà un settore che nonostante la crisi riesce a trainare la nostra economia locale».
«Oltre al danno, quindi, si aggiunge la beffa a discapito degli agricoltori già penalizzati nei confronti di altri Paesi per i costi di gestione poco competitivi, grazie ad un governo che a parole dice di rilanciare l'occupazione ed il lavoro mentre nei fatti si sta dimostrando di essere molto lontano dalle aspettative della categoria delle attività produttive ed in particolare di quella del comparto agro-alimentare per la quale si appalesa la sconfitta del nostro sistema produttivo primario con gravi ripercussioni sul piano non solo occupazionale ma anche economico e sociale».
Ma preoccupazione principale resta proprio quella dell'IMU: «Salvo miracolo dell'ultimo momento di qualche emendamento da presentarsi in Senato - prosegue Miscioscia - è in arrivo il decreto che disciplina l'esenzione dell'IMU sui terreni agricoli con l'esclusione di quelli ricadenti nel comune di Andria, con buona pace dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli a titolo principale che saranno esclusi dall'esenzione prevista invece per i possessori di terreni ricadenti in quei comuni con altitudine compresa tra i 281 e i 600 mentre per tutti i possessori di terreni ricadenti nei comuni superiori ai 600 metri l'esenzione sarà totale. I soggetti obbligati al versamento dell'imposta per il 2014 dovranno pagare gli importi dovuti in un'unica rata entro il 16 dicembre». In sostanza il nuovo decreto prevede la rivisitazione della classificazione dei comuni sulla base dell'altitudine così come riportata nell'elenco predisposto dall'Istat, diversificando tra terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
«L'assurdo è che ad appena 12 giorni dalla scadenza non è stato emesso il decreto ufficiale - prosegue Miscioscia - mentre dal sito del Ministero delle Finanze si apprende che il pagamento comunque dovrà avvenire inderogabilmente entro il 16 dicembre in un'unica rata. Un atto di inaudita gravità da parte del Governo, evidenziato dalle stesse organizzazioni di categoria aderenti ad Agrinsieme, che manderà in crisi i Caf e gli studi commerciali ma soprattutto metterà in crisi gli stessi proprietari dei terreni in violazione dei più elementari diritti riconosciuti ad ogni contribuente dal nostro ordinamento, di certezza del tributo, sostenibilità dell'imposta, temporalità del pagamento dei tributi». Poi l'affondo sul Governo Renzi: «Quello che è grave di tutta la vicenda è che ancora una volta il Governo Renzi scarica sui comuni gli oneri conseguenti ai tagli del Fondo di solidarietà comunale con la decurtazione immediata di circa 350 milioni di euro che dovrebbero recuperare attraverso l'IMU "obbligata" - dice ancora Miscoscia - e che rischia di mettere in difficoltà non solo gli stessi comuni ma anche gli stessi proprietari dei terreni agricoli chiamati a pagare un'imposta inaccettabile che rischia di mettere ancora più in difficoltà un settore che nonostante la crisi riesce a trainare la nostra economia locale».
«Oltre al danno, quindi, si aggiunge la beffa a discapito degli agricoltori già penalizzati nei confronti di altri Paesi per i costi di gestione poco competitivi, grazie ad un governo che a parole dice di rilanciare l'occupazione ed il lavoro mentre nei fatti si sta dimostrando di essere molto lontano dalle aspettative della categoria delle attività produttive ed in particolare di quella del comparto agro-alimentare per la quale si appalesa la sconfitta del nostro sistema produttivo primario con gravi ripercussioni sul piano non solo occupazionale ma anche economico e sociale».