Attualità
Minacce di ritorsioni alla famiglia Malcangi sulla gestione del canile, condannati due animalisti
Confermata la reclusione a 3 anni e 4 mesi, la Corte d'Appello di Bari ha dato ragione agli andriesi Vito e Mirko Malcangi
Andria - giovedì 16 giugno 2022
10.35
Con sentenza del 13 gennaio 2022, la cui motivazione è stata depositata il 30 marzo scorso, la II sezione penale della Corte di Appello di Bari ha in toto rigettato l'appello promosso da Antonio Rossini e Giuseppina Scuotto contro la sentenza del Tribunale di Trani che l'11 luglio 2018 li aveva condannati per il reato di estorsione aggravata a 3 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni cagionati.
La vicenda è quella relativa alla gara del valore di circa 400.000 € indetta dall'amministrazione comunale di Ruvo di Puglia per l'affidamento del servizio di trasferimento, ricovero e custodia di 255 unità canine, rispetto alla quale Rossini e Scuotto – si legge nella sentenza - abusando della qualità di rappresentanti della Lega Nazionale per la difesa del cane, avevano indotto, con minacce di ritorsioni, Vito e Mirko Malcangi (rispettivamente padre e figlio andriesi), quest'ultimo all'epoca titolare dell'omonima ditta individuale, a rinunciare all'affidamento. Con la rinuncia, la gestione del servizio rimaneva nella disponibilità della sezione di Ruvo di Puglia della Lega Nazionale del Cane; circostanza che determinava un aggravio per le casse dell'ente che pagava, per l'affidamento del servizio, più di quanto avrebbe pagato se la rinuncia non vi fosse stata.
Il Tribunale di Trani e la Corte d'Appello di Bari hanno confermato che Rossini e Scuotto della Lega Nazionale per la difesa del Cane (ente che in quanto tale rimane estraneo a tali condotte delittuose) hanno nel tempo assunto atteggiamenti non consentiti, finanche di rilevanza penale, nei confronti della famiglia Malcangi, abusando della loro qualità e gravemente danneggiando non solo gli interessi patrimoniali delle parti offese, ma anche il loro buon nome.
La vicenda è quella relativa alla gara del valore di circa 400.000 € indetta dall'amministrazione comunale di Ruvo di Puglia per l'affidamento del servizio di trasferimento, ricovero e custodia di 255 unità canine, rispetto alla quale Rossini e Scuotto – si legge nella sentenza - abusando della qualità di rappresentanti della Lega Nazionale per la difesa del cane, avevano indotto, con minacce di ritorsioni, Vito e Mirko Malcangi (rispettivamente padre e figlio andriesi), quest'ultimo all'epoca titolare dell'omonima ditta individuale, a rinunciare all'affidamento. Con la rinuncia, la gestione del servizio rimaneva nella disponibilità della sezione di Ruvo di Puglia della Lega Nazionale del Cane; circostanza che determinava un aggravio per le casse dell'ente che pagava, per l'affidamento del servizio, più di quanto avrebbe pagato se la rinuncia non vi fosse stata.
Il Tribunale di Trani e la Corte d'Appello di Bari hanno confermato che Rossini e Scuotto della Lega Nazionale per la difesa del Cane (ente che in quanto tale rimane estraneo a tali condotte delittuose) hanno nel tempo assunto atteggiamenti non consentiti, finanche di rilevanza penale, nei confronti della famiglia Malcangi, abusando della loro qualità e gravemente danneggiando non solo gli interessi patrimoniali delle parti offese, ma anche il loro buon nome.