Cronaca
Mezzi vietati per la caccia: sequestri nell'Alta Murgia
Operazione dei Forestali. Trappole pericolose anche per l'uomo
BAT - giovedì 30 ottobre 2014
Numerosi mezzi vietati per la cattura della fauna e pericolosi per l'uomo sono stati sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato di Ruvo di Puglia durante un servizio antibracconaggio all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. In particolare, l'intervento dei Forestali è avvenuto nel comprensorio boschivo di "Lama Pagliara", in agro del comune di Ruvo di Puglia, dove ben occultati tra la fitta vegetazione erano sistemate 18 trappole, costituite da lacci di acciaio con lunghezza variabile tra i 2 e 4 metri e con diametro di mm 6 oltre ad una tagliola a scatto in ferro, costruita artificialmente e lunga circa 1,5 metri e larga 60 cm. Tutti questi strumenti erano utilizzati dai bracconieri per la caccia ai cinghiali ma che la normativa sull'esercizio venatorio considera vietati essendo tra l'altro mezzi a cattura non selettivi e potenzialmente pericolosi per tutta la fauna.
In pericolo, ovviamente, non ci sono solo gli animali ma anche all'uomo: infatti, i lacci d'acciaio e la potente tagliola sequestrate, potevano arrecare danni irreparabili anche agli altri fruitori del bosco come escursionisti e ricercatori di funghi che ignari, potevano incappare nello scatto micidiale dell'arnese. «Purtroppo i bracconieri, nonostante i numerosi controlli effettuati dagli uomini del C.T.A di Altamura e dai Comandi Stazione di Ruvo, Altamura, Gravina e Andria, continuano l'attività illegale, e per eludere i controlli dei Forestali, pongono in essere sistemi di caccia silenziosi, non convenzionali, con l'ausilio di mezzi vietati - ha detto il Comandante Giuliano Palomba del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente di Altamura - ultimamente è stata accertata anche l'utilizzo della potenti e grandi balestre. Dall'inizio dell'anno sono 14 i bracconieri denunciati alle autorità competenti e davvero numerosi sono le armi e le munizioni sequestrate. Nel frattempo giungono le prime sentenze di condanna. Il Tribunale di Bari, Sezione distaccata di Ruvo di Puglia, ha condannato a mesi due di reclusione un bracconiere che si era reso responsabile di aver ucciso a coltellate un cinghiale. Stante l'art . 544 bis del codice penale tale atto è avvenuto illegalmente e con crudeltà».
In pericolo, ovviamente, non ci sono solo gli animali ma anche all'uomo: infatti, i lacci d'acciaio e la potente tagliola sequestrate, potevano arrecare danni irreparabili anche agli altri fruitori del bosco come escursionisti e ricercatori di funghi che ignari, potevano incappare nello scatto micidiale dell'arnese. «Purtroppo i bracconieri, nonostante i numerosi controlli effettuati dagli uomini del C.T.A di Altamura e dai Comandi Stazione di Ruvo, Altamura, Gravina e Andria, continuano l'attività illegale, e per eludere i controlli dei Forestali, pongono in essere sistemi di caccia silenziosi, non convenzionali, con l'ausilio di mezzi vietati - ha detto il Comandante Giuliano Palomba del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente di Altamura - ultimamente è stata accertata anche l'utilizzo della potenti e grandi balestre. Dall'inizio dell'anno sono 14 i bracconieri denunciati alle autorità competenti e davvero numerosi sono le armi e le munizioni sequestrate. Nel frattempo giungono le prime sentenze di condanna. Il Tribunale di Bari, Sezione distaccata di Ruvo di Puglia, ha condannato a mesi due di reclusione un bracconiere che si era reso responsabile di aver ucciso a coltellate un cinghiale. Stante l'art . 544 bis del codice penale tale atto è avvenuto illegalmente e con crudeltà».