Politica
Massimo Cassano riparte dopo la sconfitta elettorale: «Puniti dal Rosatellum. Andiamo avanti»
E intanto Vitali, rivolto a Forza Italia Andria: "Incapaci di designarmi un candidato"
Puglia - sabato 10 marzo 2018
14.19
Nel centro destra regionale ed in Forza Italia in particolare, a quanto pare si è giunti alla resa dei conti: sono ormai in molti a chiedere la testa del coordinatore regionale azzurro Luigi Vitali, reo di aver contribuito, con la scelta compiuta sui candidati al parlamento, della sonora sconfitta elettorale. Ebbene ad Andria si è passati alle accuse dirette. Vitali, ospite della nota trasmissione politica su Telesveva, condotta da Roberto Straniero, Vitali dichiara che Nino Marmo "sarebbe stato il migliore candidato ad Andria dopo che per Giorgino non c'è stata più la possibilità di candidarsi, poiché non dimessosi per tempo prima delle elezioni". E Vitali aggiunge che quella di Marmo sarebbe stata una buona candidatura se avesse regolarizzato le sue situazioni con il partito. "Non lo ha fatto, sebbene tutti gli altri consiglieri "sì" ".
Ma l'affondo di Vitali riguarda ancora quello che è accaduto ad Andria "Ho chiesto più volte il nominativo di un candidato unitario o maggioritario da indicare per la Camera, ho ricevuto sempre dei rifiuti oppure delle proposte assurde». Vitali allude alla richiesta da parte di Nicola Giorgino di candidare il padre «A quel punto – commenta Vitali - i 5 Stelle avrebbero preso il 68%... Pertanto ho proposto la candidatura del segretario provinciale della Bat di FI, Luigi De Mucci, non perché fosse un grande raccoglitore di voti, ma perché non c'erano candidature alternative. Poi in una notte è successo l'imponderabile: è stato tolto De Mucci ed è stato inserito Ventola".
E Nino Marmo, già intervenuto sulle pagine de "La Gazzetta", ha immediatamente replicato, anche sulla sua pagina fb, puntando il dito contro non solo il coordinatore regionale, ma anche Licia Ronzulli e Raffaele Fitto, tutti politicamente rei di aver sostenuto candidature sbagliate: "Il nostro risultato elettorale poteva essere migliore. Il partito ha dato troppo spazio alla Lega e a Fitto, ed è risultato disorganizzato, lasciando tutto alla buona volontà di alcuni candidati nei territori. Di contro abbiamo eletto Miss Molise e una ex grillina...".
E su altri fronti politici, quelli baresi, smaltita la delusione per la sconfitta elettorale di domenica scorsa, giunge l'intervento di Massimo Cassano. Il candidato non eletto alla Camera nel collegio di Bari nelle fila di Forza Italia è già pronto a riprendere le redini della sua avventura politica, tracciando un bilancio dell'ultima campagna elettorale e provando a fare le carte al futuro del centrodestra, tra un anno di nuovo in corsa per le amministrative a Bari.
Cassano è intervenuto stamattina presso la sala conferenze dell'Interporto di Bari, in un incontro con gli elettori che in tanti si sono presentati per ribadirgli il proprio sostegno. «Il risultato personale - dice Cassano - si è rivelato al di sopra delle aspettative: prendere 80.000 preferenze nei due collegi credo sia un dato importante, forse addirittura un record in Italia. Resta, però, un dato di fatto che la legge elettorale ci abbia penalizzati: con il sistema delle preferenze avremmo avuto un risultato simile a quello registrato nel Lazio e in Lombardia, dove alle regionali il Movimento 5 Stelle è arrivato addirittura terzo. Chi ha inventato questa legge elettorale balorda ha danneggiato il centrodestra, ha danneggiato Forza Italia e tutti i candidati che hanno riscosso delle preferenze».
Sul banco degli imputati per la sconfitta di Forza Italia in Puglia è finito Gino Vitali, segretario regionale di FI. Una responsabilità da cui Cassano prova a sottrarlo, andando in controtendenza rispetto al "mood" politico più diffuso: «Avevamo le possibilità per rappresentare al meglio le persone e le aziende del territorio. Il sud è stato da molto tempo abbandonato, e stavolta lo abbiamo pagato pesantemente. A Bari abbiamo portato Forza Italia al 20%, ma non è bastato: la gente ha deciso di credere alle chimere e alle promesse impossibili. Non mi sento di criticare Gino Vitali, perché ha gestito bene una fase critica di Forza Italia. Credo che lui abbia fatto bene, ma la forza che abbiamo avuto nel fare le liste purtroppo non è stata sufficiente per determinare le scelte nei vari collegi».
Lo sguardo, però, è già fisso sulle elezioni amministrative, che l'anno prossimo vedranno i baresi impegnati a scegliere il nuovo (o meno) sindaco della città. «Per il futuro - spiega Cassano - pensiamo di mettere in campo quattro o cinque liste civiche già pronte per il Comune di Bari; ce ne sono già altre due per la Regione Puglia. Avremo anche la possibilità di confrontarci con gli alleati e con tutti coloro che vogliono candidarsi: chiunque aspiri a fare il sindaco potrà farsi avanti tranquillamente senza, come accaduto in passato, dover chiedere l'elemosina a chi ha gestito le sconfitte in passato».
La novità annunciata da Cassano rappresenta, quindi, una grossa rivoluzione nel metodo d'individuazione dei candidati finora adottato dal centrodestra in Italia: «Dobbiamo fare le primarie - è il pensiero di Massimo Cassano. Solo così potremmo dare a tutti la possibilità di candidarsi e far scegliere ai nostri elettori il candidato sindaco di Bari».
A livello nazionale, dopo la bruciante (anche se in larga parte annunciata) sconfitta alle politiche nel Partito Democratico c'è chi guarda a Fitto e a Forza Italia per contrastare un possibile governo M5S-Lega. Cassano non ci sta e rilancia: «Secondo me si tratta di un metodo sbagliato. Consiglio, anzi, agli amici di Forza Italia che stanno gestendo le trattative su scala nazionale di far governare il Movimento 5 Stelle. Solo così noi potremo capire cosa sono in grado di fare, e soprattutto se potranno mantenere gli assurdi impegni (il riferimento è in prima istanza al Reddito di Cittadinanza, NdR) che hanno preso in campagna elettorale. Se non diamo la possibilità al Movimento 5 Stelle di misurarsi in posizioni di governo, questa compagine politica arriverà a percentuali altissime. Ancora una volta a livello nazionale le strategie mi sembrano sbagliate».
L'altro grande escluso è Filippo Melchiorre, consigliere comunale e candidato al Senato nelle fila di Fratelli d'Italia, che si presenta al fianco dell'amico Cassano anche lui per tirare una riga e guardare al futuro. «Prendere 77.000 voti e non avercela fatta credo che sia qualcosa che fortifichi - dice Melchiorre. In una condizione di normalità saremmo stati eletti. Io e Massimo siamo amici, ed è proprio partendo da questa lealtà che si costruisce il centrodestra. Purtroppo in queste elezioni la protesta ha prevalso sulla proposta; nessuno sarebbe comunque riuscito a raggiungere un un risultato migliore. Noi, comunque, siamo orgogliosi e possiamo guardare tutti negli occhi. Il nostro compito, ora, è riuscire a dimostrare che avremmo potuto mantenere ciò che avevamo detto, a differenza di chi ha vinto le elezioni promettendo mari e monti».
L'appuntamento, quindi, è solo rimandato di un anno. Nel 2019 , come prevede il consigliere comunale Michele Picaro, a Bari si presenterà un centrodestra compatto e che ambisce a dire la sua dopo 14 anni di governo del centrosinistra. «Chi ha votato M5S - spiega Picaro - non ha creduto negli ideali e nei partiti. Rispetto al centrosinistra, comunque, la coalizione di centrodestra ha retto all'urto dell'ondata a cinque stelle. Massimo Cassano dovrà svolgere un ruolo determinante per individuare il nostro candidato sindaco a Bari, e io appoggio l'idea delle primarie. Abbiamo bisogno di una città più equa e sicura»
Ma l'affondo di Vitali riguarda ancora quello che è accaduto ad Andria "Ho chiesto più volte il nominativo di un candidato unitario o maggioritario da indicare per la Camera, ho ricevuto sempre dei rifiuti oppure delle proposte assurde». Vitali allude alla richiesta da parte di Nicola Giorgino di candidare il padre «A quel punto – commenta Vitali - i 5 Stelle avrebbero preso il 68%... Pertanto ho proposto la candidatura del segretario provinciale della Bat di FI, Luigi De Mucci, non perché fosse un grande raccoglitore di voti, ma perché non c'erano candidature alternative. Poi in una notte è successo l'imponderabile: è stato tolto De Mucci ed è stato inserito Ventola".
E Nino Marmo, già intervenuto sulle pagine de "La Gazzetta", ha immediatamente replicato, anche sulla sua pagina fb, puntando il dito contro non solo il coordinatore regionale, ma anche Licia Ronzulli e Raffaele Fitto, tutti politicamente rei di aver sostenuto candidature sbagliate: "Il nostro risultato elettorale poteva essere migliore. Il partito ha dato troppo spazio alla Lega e a Fitto, ed è risultato disorganizzato, lasciando tutto alla buona volontà di alcuni candidati nei territori. Di contro abbiamo eletto Miss Molise e una ex grillina...".
E su altri fronti politici, quelli baresi, smaltita la delusione per la sconfitta elettorale di domenica scorsa, giunge l'intervento di Massimo Cassano. Il candidato non eletto alla Camera nel collegio di Bari nelle fila di Forza Italia è già pronto a riprendere le redini della sua avventura politica, tracciando un bilancio dell'ultima campagna elettorale e provando a fare le carte al futuro del centrodestra, tra un anno di nuovo in corsa per le amministrative a Bari.
Cassano è intervenuto stamattina presso la sala conferenze dell'Interporto di Bari, in un incontro con gli elettori che in tanti si sono presentati per ribadirgli il proprio sostegno. «Il risultato personale - dice Cassano - si è rivelato al di sopra delle aspettative: prendere 80.000 preferenze nei due collegi credo sia un dato importante, forse addirittura un record in Italia. Resta, però, un dato di fatto che la legge elettorale ci abbia penalizzati: con il sistema delle preferenze avremmo avuto un risultato simile a quello registrato nel Lazio e in Lombardia, dove alle regionali il Movimento 5 Stelle è arrivato addirittura terzo. Chi ha inventato questa legge elettorale balorda ha danneggiato il centrodestra, ha danneggiato Forza Italia e tutti i candidati che hanno riscosso delle preferenze».
Sul banco degli imputati per la sconfitta di Forza Italia in Puglia è finito Gino Vitali, segretario regionale di FI. Una responsabilità da cui Cassano prova a sottrarlo, andando in controtendenza rispetto al "mood" politico più diffuso: «Avevamo le possibilità per rappresentare al meglio le persone e le aziende del territorio. Il sud è stato da molto tempo abbandonato, e stavolta lo abbiamo pagato pesantemente. A Bari abbiamo portato Forza Italia al 20%, ma non è bastato: la gente ha deciso di credere alle chimere e alle promesse impossibili. Non mi sento di criticare Gino Vitali, perché ha gestito bene una fase critica di Forza Italia. Credo che lui abbia fatto bene, ma la forza che abbiamo avuto nel fare le liste purtroppo non è stata sufficiente per determinare le scelte nei vari collegi».
Lo sguardo, però, è già fisso sulle elezioni amministrative, che l'anno prossimo vedranno i baresi impegnati a scegliere il nuovo (o meno) sindaco della città. «Per il futuro - spiega Cassano - pensiamo di mettere in campo quattro o cinque liste civiche già pronte per il Comune di Bari; ce ne sono già altre due per la Regione Puglia. Avremo anche la possibilità di confrontarci con gli alleati e con tutti coloro che vogliono candidarsi: chiunque aspiri a fare il sindaco potrà farsi avanti tranquillamente senza, come accaduto in passato, dover chiedere l'elemosina a chi ha gestito le sconfitte in passato».
La novità annunciata da Cassano rappresenta, quindi, una grossa rivoluzione nel metodo d'individuazione dei candidati finora adottato dal centrodestra in Italia: «Dobbiamo fare le primarie - è il pensiero di Massimo Cassano. Solo così potremmo dare a tutti la possibilità di candidarsi e far scegliere ai nostri elettori il candidato sindaco di Bari».
A livello nazionale, dopo la bruciante (anche se in larga parte annunciata) sconfitta alle politiche nel Partito Democratico c'è chi guarda a Fitto e a Forza Italia per contrastare un possibile governo M5S-Lega. Cassano non ci sta e rilancia: «Secondo me si tratta di un metodo sbagliato. Consiglio, anzi, agli amici di Forza Italia che stanno gestendo le trattative su scala nazionale di far governare il Movimento 5 Stelle. Solo così noi potremo capire cosa sono in grado di fare, e soprattutto se potranno mantenere gli assurdi impegni (il riferimento è in prima istanza al Reddito di Cittadinanza, NdR) che hanno preso in campagna elettorale. Se non diamo la possibilità al Movimento 5 Stelle di misurarsi in posizioni di governo, questa compagine politica arriverà a percentuali altissime. Ancora una volta a livello nazionale le strategie mi sembrano sbagliate».
L'altro grande escluso è Filippo Melchiorre, consigliere comunale e candidato al Senato nelle fila di Fratelli d'Italia, che si presenta al fianco dell'amico Cassano anche lui per tirare una riga e guardare al futuro. «Prendere 77.000 voti e non avercela fatta credo che sia qualcosa che fortifichi - dice Melchiorre. In una condizione di normalità saremmo stati eletti. Io e Massimo siamo amici, ed è proprio partendo da questa lealtà che si costruisce il centrodestra. Purtroppo in queste elezioni la protesta ha prevalso sulla proposta; nessuno sarebbe comunque riuscito a raggiungere un un risultato migliore. Noi, comunque, siamo orgogliosi e possiamo guardare tutti negli occhi. Il nostro compito, ora, è riuscire a dimostrare che avremmo potuto mantenere ciò che avevamo detto, a differenza di chi ha vinto le elezioni promettendo mari e monti».
L'appuntamento, quindi, è solo rimandato di un anno. Nel 2019 , come prevede il consigliere comunale Michele Picaro, a Bari si presenterà un centrodestra compatto e che ambisce a dire la sua dopo 14 anni di governo del centrosinistra. «Chi ha votato M5S - spiega Picaro - non ha creduto negli ideali e nei partiti. Rispetto al centrosinistra, comunque, la coalizione di centrodestra ha retto all'urto dell'ondata a cinque stelle. Massimo Cassano dovrà svolgere un ruolo determinante per individuare il nostro candidato sindaco a Bari, e io appoggio l'idea delle primarie. Abbiamo bisogno di una città più equa e sicura»