Eventi e cultura
Maria Pagnotta vince il Premio Universum Donna 2015
Intervista all'artista tranese, dipendente del Servizio Cultura del Comune di Andria
Andria - giovedì 8 ottobre 2015
10.27
Il prossimo 25 ottobre, a Lugano, una dipendente del Servizio Cultura e Turismo del Comune di Andria ritirerà il Premio Universum Donna 2015 e sarà insignita del titolo di Ambasciatrice di Pace. Si tratta della tranese Maria Pagnotta, la quale riceverà tale gratificazione per la passione e la creatività con cui da sempre si dedica alla realizzazione di programmi artistico-culturali. «E' sempre bello - ha dichiarato la vincitrice del riconoscimento elvetico - constatare che il proprio lavoro è stato apprezzato. Inoltre essere nominata Ambasciatrice di Pace per la categoria cultura, in una rosa di 350 candidate a livello internazionale, è senza dubbio emozionante».
Mentre la classe politica continua a relegare ai margini dei propri obiettivi la risoluzione delle evidenti problematiche culturali del Belpaese, non mancano coloro che individuano nell'arte il pilastro da cui partire per costruire un'Italia migliore. «Federico II di Svevia - ha spiegato Pagnotta -, sul quale ho scritto romanzi e sceneggiature teatrali, ci insegna che anche un Imperatore di un'epoca buia come il 1200, nato per conquistare il mondo con la forza, ma cresciuto nel culto del bello, può sognare un mondo da amare. Come lui, io credo fermamente che l'arte sia l'investimento essenziale per forgiare gli animi e rinascere sulle ceneri di una società impoverita di valori e di spiritualità, che nutre i giovani di falsi miti, trovando solo nella violenza l'apice di un surrogato di emozioni». In molte occasioni il fermento culturale ha contribuito a riscrivere la Storia, ribaltando secolari ingiustizie sociali ed agitando i cervelli assopiti dall'ignoranza, tuttavia rimangono abbondanti le grandi questioni irrisolte, tra le quali la lotta per l'emancipazione femminile e le pari opportunità. «In questa parte del mondo occidentale - ha continuato la donna - credo sia pleonastico parlare di emancipazione femminile, piuttosto si dovrebbe pretendere maggiore rispetto nei confronti delle donne. Il dualismo uomo-donna può funzionare se vi è un rispetto dei ruoli reciproci. L'arte non può che affinare gli animi ed anche le menti, aprendo nuovi orizzonti comuni e sconfiggendo la povertà intellettuale».
Nei giorni in cui la città di Andria ha conquistato le pagine dei più noti quotidiani nazionali a causa dell'ignoranza di alcuni imbecilli, abbiamo chiesto a Maria Pagnotta se ritiene che il centro federiciano sia, culturalmente, ancora inadeguato. «Non mi sento di demonizzare gli episodi locali - ha risposto lei -, visto che quello della violenza è un problema generalizzato. Il bullismo, il fanatismo religioso e razziale, la violenza, il delirio di onnipotenza ed il branco nascono dalla stessa violenza subita, dalle proprie frustrazioni, dall'incapacità di saper gestire i rapporti affettivi e sociali. Ognuno di noi è un contenitore da riempire. Se i social ed i media ci bombardassero con esempi positivi, potremmo traboccare di sentimenti di vera umanità. Bisogna fomentare nei giovani la voglia di sognare, perché solo chi ha grandi sogni avrà spalle larghe per affrontare la vita e viverla col piglio delle emozioni».
Mentre la classe politica continua a relegare ai margini dei propri obiettivi la risoluzione delle evidenti problematiche culturali del Belpaese, non mancano coloro che individuano nell'arte il pilastro da cui partire per costruire un'Italia migliore. «Federico II di Svevia - ha spiegato Pagnotta -, sul quale ho scritto romanzi e sceneggiature teatrali, ci insegna che anche un Imperatore di un'epoca buia come il 1200, nato per conquistare il mondo con la forza, ma cresciuto nel culto del bello, può sognare un mondo da amare. Come lui, io credo fermamente che l'arte sia l'investimento essenziale per forgiare gli animi e rinascere sulle ceneri di una società impoverita di valori e di spiritualità, che nutre i giovani di falsi miti, trovando solo nella violenza l'apice di un surrogato di emozioni». In molte occasioni il fermento culturale ha contribuito a riscrivere la Storia, ribaltando secolari ingiustizie sociali ed agitando i cervelli assopiti dall'ignoranza, tuttavia rimangono abbondanti le grandi questioni irrisolte, tra le quali la lotta per l'emancipazione femminile e le pari opportunità. «In questa parte del mondo occidentale - ha continuato la donna - credo sia pleonastico parlare di emancipazione femminile, piuttosto si dovrebbe pretendere maggiore rispetto nei confronti delle donne. Il dualismo uomo-donna può funzionare se vi è un rispetto dei ruoli reciproci. L'arte non può che affinare gli animi ed anche le menti, aprendo nuovi orizzonti comuni e sconfiggendo la povertà intellettuale».
Nei giorni in cui la città di Andria ha conquistato le pagine dei più noti quotidiani nazionali a causa dell'ignoranza di alcuni imbecilli, abbiamo chiesto a Maria Pagnotta se ritiene che il centro federiciano sia, culturalmente, ancora inadeguato. «Non mi sento di demonizzare gli episodi locali - ha risposto lei -, visto che quello della violenza è un problema generalizzato. Il bullismo, il fanatismo religioso e razziale, la violenza, il delirio di onnipotenza ed il branco nascono dalla stessa violenza subita, dalle proprie frustrazioni, dall'incapacità di saper gestire i rapporti affettivi e sociali. Ognuno di noi è un contenitore da riempire. Se i social ed i media ci bombardassero con esempi positivi, potremmo traboccare di sentimenti di vera umanità. Bisogna fomentare nei giovani la voglia di sognare, perché solo chi ha grandi sogni avrà spalle larghe per affrontare la vita e viverla col piglio delle emozioni».