
Politica
Mancano i medici nei pronto soccorso di Andria, Barletta e Bisceglie: "La Regione intervenga subito"
Interrogazioni dei consiglieri della Bat, Francesco Ventola (FdI) e Grazia Di Bari (M5S)
Andria - mercoledì 27 ottobre 2021
15.40
L'allarme è stato lanciato ed è di quelli critici in quanto si parla della salute pubblica. A breve i pronto soccorso della Puglia e della provincia Barletta Andria Trani rischiano di rimanere senza medici. Le organizzazioni sindacali della sanità hanno infatti evidenziato questa situazione critica, chiedendo immediati interventi.
Tra i primi a raccogliere l'allarme il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Francesco Ventola.
"A novembre i pugliesi rischiano di trovare i pronto soccorso senza medici. Non sto esagerando, anzi alla ripresa dell'attività regionale, al primo Consiglio regionale utile, ho allarmato il governo Emiliano su quello che potrebbe accadere fra pochi giorni, quando si calcola che in Puglia almeno 200 medici andranno in pensione. Un'assenza che andrà a pesare maggiormente su un organico ridotto all'osso, anche perché molti camici bianchi vincono concorsi in altre specialità e quindi lasciano il pronto soccorso per i reparti.
"Esistono alternative? S?, perché altre Regioni hanno fatto da apripista. Lo ha fatto nel 2019 la Calabria che, trovandosi nell'esigenza di sopperire alla grave carenza di medici, ha previsto l'assunzione a tempo determinato (sei mesi rinnovabili solo una volta) di medici specializzandi, a partire dal terzo anno di specializzazione. Un provvedimento noto come 'Decreto Calabria' che successivamente è diventato legge nazionale e quindi esteso a tutto il Sistema Sanitario Nazionale fino al 31 dicembre 2022. E' evidente che in Puglia l'attuazione di questo decreto trova scarsa o nulla applicazione perché non solo sono pochi i posti messi a concorso per la specializzazione di Medicina Emergenza Urgenza (meno di 30 quelli assegnati in Puglia dal MIUR nel biennio 2019-2020, nessuno dalla Regione Puglia), ma i giovani laureati preferiscono spesso altre specializzazioni che permettono maggiori soddisfazioni in termini di carriera e riconoscimento economico ma anche minori rischi professionali e personali (si pensi solo alle aggressioni e alle denunce alle quali vanno incontro rispetto ad altri colleghi che lavorano in reparto). I camici bianchi dei pronto soccorso sono veri e propri EROI, e il Covid ci ha confermato quanto sia vero, ma a fronte di tutto questo nessun riconoscimento economico, giuridico e normativo. E' chiaro che siamo di fronte a una competenza extra-regionale, ma il presidente Emiliano che tanto si vanta di essere vicepresidente della Conferenza delle Regioni potrebbe farsi promotore di una riunione urgente e convocare il Ministero della Salute per adottare le misure idonee per l'applicazione del Decreto Calabria, ma anche altre soluzioni, che consentano il funzionamento dei Pronto soccorso."
Anche la capogruppo del M5S Grazia Di Bari ha depositato un'interrogazione urgente all'indirizzo dell'assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco sulla carenza di medici per i Pronto Soccorso della provincia BAT.
"Nei Pronto Soccorso pugliesi - spiega Di Bari - e in particolar modo nella ASL BAT per far fronte alla cronica carenza di medici specialisti in medicina d'urgenza si ricorre sempre più spesso a ordini di servizio per la copertura di numerosissimi turni scoperti nei Pronto soccorso. Il CIMO, Sindacato dei medici ospedalieri, ha manifestato forti preoccupazioni proprio in riferimento a quanto accade negli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie, dove i medici specialisti di altri reparti, sono costretti a turnare anche nei Pronto Soccorso Nell'ambito dell'emergenza urgenza sarebbero infatti operativi solo 31 medici anziché 52 previsti. Una situazione a cui si deve porre rimedio, specie dopo la sentenza con cui il Consiglio di Stato lo scorso 10 settembre ha rafforzato il principio della corrispondenza tra l'assegnazione di incarico e la specializzazione del professionista ritenendo che, con particolare attenzione alle prestazioni di Pronto Soccorso, non sia possibile adibire adibire personale medico ad attività che non siano coerenti con la specializzazione delle singole risorse di medici dirigenti impegnati nell'effettuazione dei servizi. Il rischio da evitare è avere ripercussioni sulla tenuta dei reparti ospedalieri, per questo ho chiesto all'assessore Lopalco come la Regione intenda fronteggiare questa emergenza, e con quali tempistiche, e se siano in corso di valutazione ipotesi di accordi, nell'ambito delle competenze regionali e nazionali, con le Scuole di Specializzazione o altre soluzioni condivise. Non possiamo permetterci che i pronto soccorso restino senza medici".
Tra i primi a raccogliere l'allarme il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Francesco Ventola.
"A novembre i pugliesi rischiano di trovare i pronto soccorso senza medici. Non sto esagerando, anzi alla ripresa dell'attività regionale, al primo Consiglio regionale utile, ho allarmato il governo Emiliano su quello che potrebbe accadere fra pochi giorni, quando si calcola che in Puglia almeno 200 medici andranno in pensione. Un'assenza che andrà a pesare maggiormente su un organico ridotto all'osso, anche perché molti camici bianchi vincono concorsi in altre specialità e quindi lasciano il pronto soccorso per i reparti.
"Esistono alternative? S?, perché altre Regioni hanno fatto da apripista. Lo ha fatto nel 2019 la Calabria che, trovandosi nell'esigenza di sopperire alla grave carenza di medici, ha previsto l'assunzione a tempo determinato (sei mesi rinnovabili solo una volta) di medici specializzandi, a partire dal terzo anno di specializzazione. Un provvedimento noto come 'Decreto Calabria' che successivamente è diventato legge nazionale e quindi esteso a tutto il Sistema Sanitario Nazionale fino al 31 dicembre 2022. E' evidente che in Puglia l'attuazione di questo decreto trova scarsa o nulla applicazione perché non solo sono pochi i posti messi a concorso per la specializzazione di Medicina Emergenza Urgenza (meno di 30 quelli assegnati in Puglia dal MIUR nel biennio 2019-2020, nessuno dalla Regione Puglia), ma i giovani laureati preferiscono spesso altre specializzazioni che permettono maggiori soddisfazioni in termini di carriera e riconoscimento economico ma anche minori rischi professionali e personali (si pensi solo alle aggressioni e alle denunce alle quali vanno incontro rispetto ad altri colleghi che lavorano in reparto). I camici bianchi dei pronto soccorso sono veri e propri EROI, e il Covid ci ha confermato quanto sia vero, ma a fronte di tutto questo nessun riconoscimento economico, giuridico e normativo. E' chiaro che siamo di fronte a una competenza extra-regionale, ma il presidente Emiliano che tanto si vanta di essere vicepresidente della Conferenza delle Regioni potrebbe farsi promotore di una riunione urgente e convocare il Ministero della Salute per adottare le misure idonee per l'applicazione del Decreto Calabria, ma anche altre soluzioni, che consentano il funzionamento dei Pronto soccorso."
Anche la capogruppo del M5S Grazia Di Bari ha depositato un'interrogazione urgente all'indirizzo dell'assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco sulla carenza di medici per i Pronto Soccorso della provincia BAT.
"Nei Pronto Soccorso pugliesi - spiega Di Bari - e in particolar modo nella ASL BAT per far fronte alla cronica carenza di medici specialisti in medicina d'urgenza si ricorre sempre più spesso a ordini di servizio per la copertura di numerosissimi turni scoperti nei Pronto soccorso. Il CIMO, Sindacato dei medici ospedalieri, ha manifestato forti preoccupazioni proprio in riferimento a quanto accade negli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie, dove i medici specialisti di altri reparti, sono costretti a turnare anche nei Pronto Soccorso Nell'ambito dell'emergenza urgenza sarebbero infatti operativi solo 31 medici anziché 52 previsti. Una situazione a cui si deve porre rimedio, specie dopo la sentenza con cui il Consiglio di Stato lo scorso 10 settembre ha rafforzato il principio della corrispondenza tra l'assegnazione di incarico e la specializzazione del professionista ritenendo che, con particolare attenzione alle prestazioni di Pronto Soccorso, non sia possibile adibire adibire personale medico ad attività che non siano coerenti con la specializzazione delle singole risorse di medici dirigenti impegnati nell'effettuazione dei servizi. Il rischio da evitare è avere ripercussioni sulla tenuta dei reparti ospedalieri, per questo ho chiesto all'assessore Lopalco come la Regione intenda fronteggiare questa emergenza, e con quali tempistiche, e se siano in corso di valutazione ipotesi di accordi, nell'ambito delle competenze regionali e nazionali, con le Scuole di Specializzazione o altre soluzioni condivise. Non possiamo permetterci che i pronto soccorso restino senza medici".