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Manca l'acqua in Puglia: invasi a secco già in primavera

E' allarme rosso per l'agricoltura. Mancano all’appello già 110 milioni di metri cubi d’acqua

E' allarme rosso per la grave carenza di acqua in Puglia con l'assenza di piogge, quando la svolta radicale tanto attesa non è avvenuta in inverno, con il rischio di una crisi idrica senza precedenti, considerato che mancano all'appello già 110 milioni di metri cubi d'acqua rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua che si celebra il 22 marzo, sulla base del monitoraggio delle dige della Capitanata dove risultano invasati 80 milioni di metri cubi d'acqua al 21 marzo 2025 contro i quasi 190 milioni dell'anno scorso, con una crollo dei volumi del 57% di acqua, quando è alle porte il periodo della necessaria irrigazione dei campi.

Nella corrente annata idrologica iniziata a dicembre, gli invasi del Tavoliere, già in grave sofferenza, hanno complessivamente raccolto circa 47 milioni di metri cubi d'acqua, quando l'anno scorso oltre 100 miliardi di litri d'acqua in più non furono sufficienti ad irrigare i campi nell'estate più calda della storia.
Se lo scenario non muterà drasticamente con l'arrivo di piogge tali da riempire in maniera più decisiva gli invasi, non ci sarà acqua per irrigare i campi nell'estate 2025 e certamente si avranno ripercussioni gravi anche sul potabile. La Puglia è tra l'altro la regione d'Italia dove piove meno con 640 millimetri annui medi e impatti gravi sull'agricoltura causati dalla siccità che distrugge le coltivazioni e rappresenta la calamità più rilevante per i campi, ma ha anche il primato negativo – aggiunge Coldiretti Puglia – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi.
Il timore degli agricoltori è di vivere una nuova emergenza, peggiore di quella dello scorso anno con danni per oltre 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi. Ma oggi l'acqua piovana va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare. In questo modo perdiamo per sempre dell`acqua dolce, che invece potrebbe rivelarsi utile in momenti di siccità. Da qui l'urgenza di avviare un piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici.

Coldiretti con l'Anbi, l'Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto per la realizzazione di un sistema di bacini di accumulo con sistema di pompaggio che consentirebbe di garantire riserve idriche nei periodi di siccità ma anche di limitare l'impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell'acqua nei canali asciutti.

L'obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in tale ottica – insiste Coldiretti Puglia- il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un'opera di manutenzione.

Ma per aumentare la disponibilità di risorsa idrica a favore dell'agricoltura, anche per le acque reflue – insiste Coldiretti Puglia – attraverso la modifica del regolamento attuativo dello spandimento grazie al pressing di Coldiretti, è possibile oggi lo stoccaggio e l'utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione dei frantoi oleari avvenga nell'arco dell'intero anno di produzione dal 1° settembre fino al 31 agosto dell'anno successivo, , sempre secondo i quantitativi per ettaro previsti dalla legge. Le acque di vegetazione dei frantoi oleari – spiega Coldiretti Puglia - sono il risultato del processo produttivo degli oli vergini, sia come parte esistente nella drupa delle olive, per quasi il 75% del loro peso, sia perché aggiunta in alcune fasi produttive. Si tratta, quindi, di volumi importanti di un'acqua - stimati fra gli 85 e 135 litri per 100 kg. di olive lavorate - peraltro particolarmente ricche di fosforo e potassio, per cui anche una fonte di sostanze nutrienti per il terreno.

Possono essere in questa fase di cambiamento climatico e di perduranti periodi siccitosi in Puglia un elemento positivo per l'irrigazione dei campi – conclude Coldiretti Puglia - garantendo al contempo l'apporto di sostanze nutrienti nei terreni di origine naturale, con risparmi per l'acquisto di concimi minerali ed il recupero, oltre che il risparmio, di acqua.
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