Cronaca
Maestra accusata di violenze sui suoi alunni. Parla il difensore: "Il processo non è affatto concluso"
L'avvocato Carmine Di Paola: "Insegnante amata e difesa dalla quasi totalità della classe ed attaccata da una sparuta minoranza di genitori prima e di alunni poi"
Andria - giovedì 19 maggio 2022
20.42
Dall'avvocato Carmine Di Paola riceviamo e pubblichiamo:
"Faccio riferimento all'articolo pubblicato su AndriaViva, mercoledì 18 maggio u.s., intitolato "Condannata in Appello la maestra di Andria accusata di violenza contro i suoi alunni".
Avendo difeso l'insegnante 60enne in questione, sia in primo grado di giudizio, sia in fase di impugnazione (proposta dal P.M. e dalle parti civili), ho necessità di evidenziare alcune anomalie del processo, a mio avviso gravi, che lo caratterizzano a prescindere da quello che possa essere il suo esito finale. Nello specifico:
Le intercettazioni audiovisive sono state realizzate in violazione delle norme procedurali che le disciplinano. Il che ha determinato non soltanto una clamorosa illegittimità formale sinora ignorata dai Giudici (di 1° e 2° grado), ma anche una riproduzione infedele dei filmati. E' un aspetto rilevante della vicenda giudiziaria, che sarà adeguatamente trattata con il ricorso in Cassazione.
Le presunte persone offese e cioè i minori presuntivamente maltrattati dalla insegnante non furono ascoltati al tempo in cui i fatti si verificarono (2014-2015). E tanto ancora in violazione di una precisa previsione normativa, che sostanzialmente impone al P.M. di far esaminare i minori-quando si proceda per il reato di maltrattamenti a loro carico- nell'immediatezza attraverso lo strumento procedimentale dell'incidente probatorio.
Le medesime persone offese sono state ascoltate dalla Corte di Appello di Bari, che ne ha disposto l'esame, solamente nel 2022 e cioè a distanza di otto anni(!) dai fatti. Con testimoni cresciuti nel frattempo (diciassettenni) e ben preparati sullo spartito dell'accusa (essendo ben note le posizioni di accusa e difesa, proclamate ripetutamente e ribadite in più sedi). Con buona pace del requisito, irrinunziabile, della spontaneità.
Il processo, comunque, non è affatto concluso. Tutt'altro! Ovviamente io sono portatore di una verità di parte. Rimane, sul piano oggettivo, la realtà -questa sì acclarata senza possibilità di equivoci- di una insegnante amata e difesa dalla quasi totalità della classe ed attaccata da una sparuta minoranza di genitori prima e di alunni poi. Il processo penale diventa a volte -anzi sempre più spesso- uno specchio deformante che fa diventare colpevoli anche soggetti innocenti.
Appuntamento alla prossima puntata", conclude il suo intervento l'avv. Carmine Di Paola.
"Faccio riferimento all'articolo pubblicato su AndriaViva, mercoledì 18 maggio u.s., intitolato "Condannata in Appello la maestra di Andria accusata di violenza contro i suoi alunni".
Avendo difeso l'insegnante 60enne in questione, sia in primo grado di giudizio, sia in fase di impugnazione (proposta dal P.M. e dalle parti civili), ho necessità di evidenziare alcune anomalie del processo, a mio avviso gravi, che lo caratterizzano a prescindere da quello che possa essere il suo esito finale. Nello specifico:
Le intercettazioni audiovisive sono state realizzate in violazione delle norme procedurali che le disciplinano. Il che ha determinato non soltanto una clamorosa illegittimità formale sinora ignorata dai Giudici (di 1° e 2° grado), ma anche una riproduzione infedele dei filmati. E' un aspetto rilevante della vicenda giudiziaria, che sarà adeguatamente trattata con il ricorso in Cassazione.
Le presunte persone offese e cioè i minori presuntivamente maltrattati dalla insegnante non furono ascoltati al tempo in cui i fatti si verificarono (2014-2015). E tanto ancora in violazione di una precisa previsione normativa, che sostanzialmente impone al P.M. di far esaminare i minori-quando si proceda per il reato di maltrattamenti a loro carico- nell'immediatezza attraverso lo strumento procedimentale dell'incidente probatorio.
Le medesime persone offese sono state ascoltate dalla Corte di Appello di Bari, che ne ha disposto l'esame, solamente nel 2022 e cioè a distanza di otto anni(!) dai fatti. Con testimoni cresciuti nel frattempo (diciassettenni) e ben preparati sullo spartito dell'accusa (essendo ben note le posizioni di accusa e difesa, proclamate ripetutamente e ribadite in più sedi). Con buona pace del requisito, irrinunziabile, della spontaneità.
Il processo, comunque, non è affatto concluso. Tutt'altro! Ovviamente io sono portatore di una verità di parte. Rimane, sul piano oggettivo, la realtà -questa sì acclarata senza possibilità di equivoci- di una insegnante amata e difesa dalla quasi totalità della classe ed attaccata da una sparuta minoranza di genitori prima e di alunni poi. Il processo penale diventa a volte -anzi sempre più spesso- uno specchio deformante che fa diventare colpevoli anche soggetti innocenti.
Appuntamento alla prossima puntata", conclude il suo intervento l'avv. Carmine Di Paola.