inaugurazione nuova chiesa madonna della grazia
inaugurazione nuova chiesa madonna della grazia
Religioni

Madonna della Grazia, apre le porte ai fedeli il nuovo complesso parrocchiale

Massiccia partecipazione per la consacrazione della nuova Casa di Dio

Spalanca le porte ai fedeli della città di Andria il nuovo complesso parrocchiale "Madonna della Grazia", in via Mons. Giuseppe Ruotolo - Vescovo, nella serata di ieri. Un evento molto atteso, come ha confermato la straordinaria partecipazione dei fedeli andriesi assieme ai sacerdoti della diocesi e alle autorità civili -in primis il Sindaco Nicola Giorgino-, e naturalmente di S.E. Mons. Luigi Mansi. Dopo i riti di introduzione e le note tecniche dell'arch. Marco Stigliano e dell'ing. Riccardo Ruotolo (riproposte in basso), il momento più atteso: la consegna delle chiavi della nuova Casa di Dio al parroco da parte di mons. Mansi, al parroco don Ettore Lestingi, a seguito del quale ha preso il via la celebrazione Eucaristica con la consacrazione dell'altare e l'aspersione dei fedeli.

Nota dei progettisti ing. Riccardo Ruotolo e arch. Marco Stigliano

La pianta della Chiesa è di forma quadrata, a significare la sua presenza in terra come spazio vivo per la riunione delle persone che desiderano colloquiare con Dio, la Madonna e i Santi; anche la Cappella feriale è di forma quadrata e si unisce all'Aula liturgica in uno spigolo, smussato, per contenere una parete di divisione tra i due corpi di fabbrica, elemento unificante per il suo alto valore simbolico di cui si dirà in seguito.
• In tutto l'edificio dell'Aula liturgica, all'interno come anche all'esterno, è presente la Madonna cui la Chiesa è dedicata, non con la sua immagine classica dipinta o scolpita, ma con il simbolo che, per noi progettisti, appare come il più bello e significativo che a Lei l'iconografia cristiana attribuisce: l'azzurro cielo stellato. Infatti da sempre la Madonna è chiamata "Stella Maris" o Stella Polare che guida i naviganti o anche "Stella del mattino" e "Porta del Cielo" .

La Madonna è la "Vergine celeste" e, rappresentarla come un cielo azzurro pieno di stelle, fu considerato nell'antichità come un'interpretazione del suo nome ebraico Miriam. La Madonna è la "Regina del Cielo", come chiamata dal Papa Pio XII nell'Enciclica del 1954 "Ad Caeli Reginam" e nell'Antifona del X secolo "Regina Caeli", ed ancora nel quinto Mistero Glorioso del Santo Rosario.

Questo simbolo semplice e significativo è rappresentato dalla doppia vetrata che separa l'Aula liturgica dalla Cappella feriale, dipinta d'azzurro e cosparsa di stelle come il cielo dipinto da Giotto nella Basilica inferiore di San Francesco ad Assisi.

La doppia vetrata, senza divisioni né profilature, contiene nel suo centro "la Grazia": il Cristo racchiuso nel tabernacolo: è questo il richiamo alla "Madonna della Grazia", figura reinterpretata con linguaggio essenziale.

Nel tempo pasquale, a mezzogiorno si cantava: "Regina del Cielo, rallegrati, Alleluia! Cristo che hai portato nel grembo, Alleluia". La semplice composizione della vetrata è tutta in questa preghiera: la Madonna della Grazia che ci ha donato il Cristo che ha portato in grembo, è chiamata Regina del Cielo.
• La disposizione dei banchi dell'Aula è a cerchi concentrici con raggio sempre maggiore: il centro è il punto d'incontro dell'Aula liturgica con la Cappella feriale, dove è posto il tabernacolo.

I corridoi tra i banchi curvi, individuano vari spicchi che convergono verso la vetrata, e tutti insieme formano un unico simbolo: quello del mantello della Madonna cui la Chiesa è dedicata. Una visione dall'alto della disposizione dei banchi fornisce proprio questa immagine.

La grande vetrata di cielo stellato stende il suo mantello a raccogliere ed avvolgere in un'unica comunità l'assemblea dei cristiani.
• Il soffitto quadrato dell'Aula apparirà sospeso per la presenza, lungo tutto il suo perimetro, di una fonte di luce naturale continua. Sospeso dal soffitto, a partire da sotto il nastro di luce, si ripropone la forma del mantello della Madonna realizzato con doghe di legno che, partendo dal vertice posto sull'altare, si dispongono a scalare su piani verticali, con numero via via crescente di elementi fino ad abbracciare l'intera Chiesa, cioè l'intera Assemblea. Ritorna così il concetto della Madonna che con il suo mantello raccoglie e protegge la comunità dei credenti.

Le lamelle di legno disposte orizzontalmente, sono staccate fra loro per far filtrare la luce proveniente dalle finestre verticali delle pareti esterne: il gioco arcano di luci e di ombre conferirà allo spazio interno, unitamente al silenzio del raccoglimento, un significato mistico.
• Il simbolo della Madonna che stende il suo mantello a coprire la comunità che a lei si rivolge è spesso presente nell'iconografia mariana: in Andria, e precisamente nell'antica Chiesa rupestre di "Santa Croce", è presente un dipinto della seconda metà del Trecento, recentemente restaurato dalla Soprintendenza, che raffigura la Madonna con il mantello aperto ad avvolgere e proteggere l'intera comunità andriese formata sia dai governanti della famiglia Del Balzo sia dal popolo sia dai confratelli di una congregazione, ecc. Il simbolo del mantello della Madre celeste che aprendosi a spicchio di cerchio avvolge in un abbraccio di protezione un'intera comunità è stato l'elemento ispiratore che pervade il progetto della nuova Chiesa.
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In un punto del soffitto, che si proietta quasi sull'altare, si apre un grande lucernaio a forma di cilindro con sovrastante discreta cupoletta semisferica: è il quadrato che si eleva e si trasforma in cerchio in cui convergono le linee di forza che la comunità rappresenta.

Il richiamo è alla classica lanterna con cui terminano le cupole di molte Chiese antiche.

Tra la cupoletta semisferica e il cilindro sottostante, un giro continuo di vetrata permette sia di illuminare la Chiesa sia di vedere il cielo, mentre, l'intradosso della cupoletta è anch'esso dipinto come un cielo stellato di colore azzurro, come la vetrata, come il cielo di Giotto, il tutto a significare come la comunità cristiana disposta in un quadrato, avvolta dal mantello della Madonna della Grazia, con la preghiera si eleva fino al cielo.

Quando si prega e si medita avvolti dal silenzio, i cristiani avvertono questa elevazione.
· Il soffitto è rivestito con listelli di legno e, per mezzo di scuretti continui nastriformi, si giunge all'apertura rotonda da tutti e quattro i lati del quadrato, finendo poi nel cilindro, anch'esso rivestito in legno: l'effetto che si vuole raggiungere è quello dell'elevazione della comunità verso il cielo.
· L'Aula liturgica è unita e distinta dalla Cappella feriale: in comune hanno il tabernacolo e la grande vetrata di cielo azzurro stellato.
• Il centro della Chiesa è il presbiterio con l'altare, l'ambone, il tabernacolo e le sedi.

Considerata la disposizione dei banchi, i fedeli convergono tutti, ovunque essi si trovino, verso il presbiterio, cioè verso il centro, verso l'altare su cui il sacerdote celebra il sacrificio eucaristico, verso l'ambone da dove è annunciata la parola di Dio, verso il tabernacolo dove sosta permanentemente il Cristo sotto le specie di particole consacrate, verso le sedi dove si trovano i sacerdoti preposti al culto sacro.
• A fare da cuscinetto tra la Chiesa e le aule di catechismo, ci sono gli uffici parrocchiali e la sacrestia. A questi uffici si accede da un portico esterno che ha al suo centro tre vasche alberate. L'ingresso agli uffici parrocchiali è anche accesso alla Cappella feriale ed alle aule di catechismo e per riunioni: lo smistamento ai vari settori avviene in uno spazio ottagonale.

Alle aule per riunioni, catechismo, lettura e gioco, distanti dalla Chiesa per garantire il più possibile il silenzio, si accede anche da altro ingresso posto dall'altro lato degli uffici parrocchiali.

Con richiamo alle antiche Chiese conventuali, le aule di catechismo sono disposte intorno ad un chiostro, modernamente interpretato, con lo spazio centrale a cielo libero, dove è presente un carrubo e due cisterne per la raccolta delle acque piovane, anch'esse di grande significato.

Da questo portico si accede anche al salone parrocchiale che è munito di autonome uscite di sicurezza su spazi liberi.
• L'intero complesso è a forma di "L" con i vari corpi di fabbrica uniti a formare un unico grande spazio comunitario multifunzione, circondato dalle case e dalle attività degli uomini.
• L'ingresso nella Chiesa, come innanzi detto, è stato concepito reinterpretando in modo discreto quello delle Cattedrali medioevali: tre porte, di cui la centrale più grande, che con semplicità accolgono la comunità dei fedeli. Questa funzione simbolica si unisce alla scalinata nella sua funzione di invito, isolamento dalla strada e raccolta dei fedeli, come nelle Chiese del passato. L'entrata alla Chiesa è prevista generalmente dalle porte laterali e il fedele non si trova direttamente in Chiesa, ma ad essa si perviene tramite deambulatori che permettono di isolare ancor più l'Aula liturgica dalla strada: quando il fedele raggiunge lo spazio interno deve avvertire la sensazione di mettere piede in un luogo sacro, il più possibile immerso nel silenzio.
• Sulle semplici facciate esterne dell'Aula liturgica sono state inserite aperture finestrate verticali, ravvicinate e degradanti che, partendo da una vetrata posta ad angolo sull'ingresso principale, anch'essa dipinta a cielo azzurro stellato, compongono il simbolo del mantello avvolgente della Madre celeste.
• Tutti gli elementi che caratterizzano l'intero complesso parrocchiale e, in particolar modo l'Aula liturgica, sono completamente al servizio del culto e dal culto che si celebra tra le sue mura attingono la loro semplicità e sacralità.

San Paolo, nella lettera agli Efesini (Ef. 2, 19-22) così si esprime: "Perciò dunque voi non siete più ospiti o forestieri, ma siete concittadini dei santi e della famiglia di Dio; edificio eretto sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendone pietra angolare lo stesso Cristo Gesù su cui tutto l'edificio ben costruito s'innalza a tempio santo del Signore; e voi pure siete parte di quest'edificio, che ha da essere abitazione di Dio" .
• La Chiesa feriale, piccola ma funzionale, distaccata ma a stretto contatto con la grande Aula liturgica, è disimpegnata in modo da non interferire minimamente con essa ed è strettamente collegata con la sacrestia e con le opere di ministero pastorale.
• Le opere parrocchiali comprendono una sala biblioteca, una sala giochi, sei aule per riunioni e catechismo ed un salone parrocchiale che è stato inteso come spazio multifunzione: teatro, auditorium, sala per rappresentazioni di ogni genere e riunioni allargate per momenti di dialogo e ricreativi della comunità parrocchiale, un vero e proprio centro culturale per attività di vario genere, oltre che religiose, a disposizione del nuovo quartiere.
• I piccoli spazi esterni per i giochi e manifestazioni e/o celebrazioni all'aperto, fanno da raccordo tra l'Ecclesia nel suo insieme e le palazzine dei residenti che si svilupperanno tutt'intorno.
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Come nella maggior parte delle nuove chiese, si è progettato uno spazio compatto in modo che i sacramenti sono tutti celebrati in una sola Aula, alla presenza dell'intera assemblea. Non il Santissimo in una cappella, il battistero in un'altra, la penitenza in un'altra ancora, non una Chiesa suddivisa in comparti come si progettava nel passato, con diverse cappelle dedicate ai santi e che comportavano il frazionamento dei fedeli. Tutto, invece, è presente nella grande Aula in cui i fedeli, avendo ottima visibilità per l'assenza di ostacoli e per la disposizione dei banchi, possono partecipare attivamente ad ogni funzione religiosa.

E' chiaro, però, che "è l'atmosfera dell'Assemblea dei fedeli che deve dare la sensazione della bellezza della Chiesa: una bellezza partecipata".

Resta però sempre un grande dubbio che produce anche angoscia, come quello che attanagliava il grande progettista Pier Luigi Nervi: "L'esattezza geometrica, la chiarezza strutturale, la serenità delle rifiniture, il cauto dosaggio della luce, permetteranno di ottenere, almeno in parte, l'indefinibile suggestione dell'Ecclesia degli albori del cristianesimo? In altre parole, l'ambiente sarà tale da predisporre il fedele fin dal suo ingresso a una commossa partecipazione alla funzione religiosa?"
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Riguardo ai materiali con cui si è costruito il complesso parrocchiale, sono stati utilizzati il calcestruzzo armato per gli elementi strutturali, i mattoni di argilla e materiali isolanti per la realizzazione delle murature, la nostra pietra bianca bocciardata e/o puntellata per la maggior parte dei rivestimenti delle facciate esterne e il legno e l'intonaco bianco per le rifiniture interne. Anche per gli esterni delle opere di ministero pastorale e del salone parrocchiale si utilizzeranno principalmente la pietra di Trani e l'intonaco bianco.

Intervento dell'arch. Marco Stigliano

Il carattere distintivo di questa architettura è rappresentato dalla riduzione formale, un processo di progressiva semplificazione della forma sino a far coincidere la forma e la sua rappresentazione astratta ovvero la geometria.

La candida e severa purezza formale si rappresenta esplicitamente nella immagine esterna di grande cubo lapideo compatto e massivo, la chiesa si rivolge alla città con una forte immagine identitaria capace di trasmettere al contesto urbano, ancora informale, il senso di una sua diversa e migliore configurazione, assolvendo così al compito che la chiesa, intesa come organismo architettonico, ha sempre svolto all'interno dei tessuti urbani: essere il riferimento per tutta la comunità. Lo stesso campanile si staglia sino a 25 metri d'altezza con un altana circolare in sommità che richiama il concetto di faro per la comunità.

Lo spazio della chiesa al suo interno si contrappone alla sua immagine esterna, una grande aula centrale inondata di luce naturale che piove dall'alto, in cui i colori caldi delle superfici lignee accolgono e proteggono.

La moltiplicazione delle spazialità multiple che si intersecano senza soluzione di continuità tra di loro si unificano in una apertura di spazi dentro altri spazi. Ci si ritrova a passare dalle spazialità longitudinali dei deambulatori perimetrali con un altezza limitata rispetto alla lunghezza degli stessi, alla centralità doppia o tripla dello spazio assembleare a tutt'altezza con il tetto sospeso in legno, le contro pareti dogate sospese che contengono l'assemblea sino alla proiezione quasi divina dello spazio cupolato ed il suo richiamo artistico a Maria.

La purezza del linguaggio architettonico si coniuga con la cura del dettaglio, dall'integrazione della componente impiantistica all'arredo liturgico sino allo studio dell'accostamento dei materiali utilizzati, diceva Mies Van der Rhoe, uno dei padri dell'architettura moderna "God is in the details", Dio è nei dettagli, ci piace interpretare questa nota citazione con un voler essere un po' più vicini a Dio in questo tempio.

Il linguaggio architettonico usato in questo manufatto è vicino al silenzio. In una contemporaneità rumorosa e distratta, forse bisogna fare silenzio per mettersi in comunione con Dio.

Intervento dell'ing. Riccardo Ruotolo

Porgiamo il più cordiale benvenuto a tutti gli intervenuti a questa solenne cerimonia di inaugurazione e dedicazione della nuova Chiesa parrocchiale "Madonna della Grazia".

All'inizio della progettazione della Chiesa sapevamo soltanto che il suo nome era "Madonna della Grazia" e che dovevamo rispettare i parametri dettati dalla Conferenza Episcopale Italiana. Partendo da questo nome abbiamo approfondito come nei secoli la simbologia mariologica si è espressa soprattutto nell'arte. La figura della "Madonna della Grazia" è stata il filo conduttore di tutta la progettazione.

Sappiamo che nel cristianesimo il simbolo, in generale, ha assunto una indiscussa centralità perché il credente cristiano ha sempre perseguito l'obiettivo di fissare una presenza amata con un simbolo, ad esempio: il Cristo è rappresentato con un pesce, il sacrificio con una croce, la pace con il ramo d'ulivo.

Nella Chiesa che abbiamo progettato e che l'impresa edile "Scarcelli Riccardo" ha costruito, abbiamo dato forma in chiave moderna al simbolismo mariologico per eccellenza: la Grazia, la Misericordia e la Vergine celeste.

Fin dall'inizio della progettazione i nostri riferimenti sono stati le due preghiere più significative riferite alla Madonna ed un canto antico a Lei dedicato.

La prima preghiera è l'AVE MARIA e le parole su cui ci siamo soffermati sono state: ".. piena di Grazia, il Signore è con te,.. benedetto il frutto del tuo seno Gesù.."

Questa fondamentale verità che sta alla base del cristianesimo l'abbiamo simbolicamente rappresentata sul presbiterio con una grande vetrata azzurro cielo pieno di stelle che contiene nel suo seno un tabernacolo splendente dorato che custodisce il Cristo.

L'altra preghiera è "SALVE REGINA" e le parole su cui ci siamo soffermati sono state proprio le prime: "Salve Regina, Madre di Misericordia..".

Tutti conosciamo come i grandi pittori hanno concepito e disegnato la Madonna della Misericordia, la più famosa è quella del Mantegna: la Madonna ricoperta da un grande manto annodato sul petto, alza le braccia, solleva il manto e avvolge con esso l'intera comunità. Un esempio molto bello di questa immagine l'abbiamo anche noi in Andria nella Chiesa di Santa Croce. Questo bellissimo gesto amorevole della Madonna l'abbiamo simbolicamente realizzato sia all'interno che all'esterno di questa grande Chiesa.

Non mancherà l'occasione, a breve, di incontrare tutta la comunità parrocchiale per conversare e illustrare nel dettaglio quello che ora sommariamente vi abbiamo illustrato.

Nella nostra ricerca mariologica iniziale abbiamo ritrovato questi due fondamentali concetti in quella che è definita come "la più antica preghiera mariana" risalente al quarto secolo. Si tratta di frammenti di un papiro custoditi in una collezione privata di Cambridge, pubblicati nel 1938, che hanno avuto diverse ma simili traduzioni da parte degli studiosi. Le interpretazioni più attendibili sono quella della liturgia romana e quella della liturgia ambrosiana:"Sub tuum praesidium confugimus, sancta Dei Genitrix…" e "Sub tuam misericordiam confugimus Dei Genitrix…"

Come si può constatare le parole "Mater Gratiae" che abbiamo apposte sulla grande porta centrale della Chiesa traducono con pienezza il "Dei Genitrix" dell'antica preghiera e il "Sub tuum praesidium" della traduzione romana significa esattamente "Sub tuam misericordiam" della versione ambrosiana, quindi, i due concetti di Madre della Grazia e madre di Misericordia sono strettamente legati fra loro e noi, simbolicamente li abbiamo rappresentati sia all'interno che all'estero della nuova chiesa.

Il quarto elemento mariologico che ci ha ispirato è quel canto antico che ancora oggi, anche se raramente, viene eseguito: "DELL' AURORA TU SORGI PIU' BELLA" le cui prime parole sono: "Dell'aurora tu sorgi più bella, coi tuoi raggi fai lieta la terra, e fra gli astri che il cielo rinserra non v'è stella più bella di te"

In tutto l'edificio della grande Aula liturgica, all'interno come anche all'esterno, è presente simbolicamente la Madonna cui la Chiesa è dedicata, non con la sua immagine classica dipinta o scolpita, ma con il simbolo che, per noi progettisti, appare come il più bello e significativo che a Lei l'iconografia cristiana ha attribuito: l'azzurro cielo stellato. Infatti da sempre la Madonna è chiamata "Stella Maris" o Stella Polare che guida i naviganti o anche "Stella del mattino" come nel canto di cui abbiamo detto prima.

La Madonna è la "Vergine celeste" e, rappresentarla come un cielo azzurro pieno di stelle, fu considerato nell'antichità come un'interpretazione del suo nome ebraico Miriam. La Madonna è la "Regina del Cielo", come è chiamata nell'Antifona del X secolo "Regina Caeli", ed ancora nel quinto Mistero Glorioso del Santo Rosario.

Questo simbolo semplice e significativo è rappresentato sia dalla doppia vetrata che separa l'Aula liturgica dalla Cappella feriale, dipinta d'azzurro e cosparsa di stelle come il cielo dipinto da Giotto nella Basilica inferiore di San Francesco ad Assisi, sia in tutte le finestre ad asole distribuite a forma di mantello nelle facciate della Chiesa, a raffigurare simbolicamente il mantello della Madonna della Misericordia.

In Chiesa si nota evidente la presenza di un solo quadro, quello che raffigura la "Madonna della Grazia" dell'antica nostra Chiesa "Mater Gratiae" del centro storico. Per ora è soltanto una riproduzione fotografica dell'originale. Invero, insieme ad una commissione di sacerdoti abbiamo tentato in tutti i modi di ottenere l'autorizzazione dalla Soprintendenza a restaurare a nostre spese il dipinto ancora esistente nella Chiesa, a staccarlo e collocarlo in questa nuova Chiesa che porta il suo nome, ma abbiamo riscontrato solo difficoltà insuperabili. Ora, però, la competenza territoriale della Soprintendenza è variata, e il parroco don Ettore Lestingi si è subito attivato ottenendo un primo assenso di massima sulla fattibilità dell'operazione. Speriamo di riuscire a dare nuova vita a questa miracolosa immagine, un tempo tanto venerata dal popolo andriese.

Prima di consegnare le chiavi della porta principale della nuova Chiesa al Vescovo della nostra Diocesi Mons. Luigi Mansi, sentiamo il dovere di esprimere la nostra gratitudine ed il nostro ringraziamento a Mons. Giuseppe Ruotolo, canonico del Capitolo Cattedrale di Andria che ha voluto dare attuazione al grande desiderio di suo fratello il Vescovo Mons. Riccardo Ruotolo, da poco tempo scomparso, di poter donare alla nostra Diocesi una nuova Chiesa per una Parrocchia che ancora era costretta ad esercitare la sua missione in angusti locali.
Questo desiderio è stato onorato da Mons. Giuseppe Ruotolo con la realizzazione di questo grande e completo complesso parrocchiale, dedicandolo alla memoria sia del fratello, il Vescovo Riccardo, sia di nostro zio Mons. Giuseppe Ruotolo, Vescovo della Diocesi di Ugento e Santa Maria di Leuca.

Scheda tecnica nuovo complesso parrocchiale "Madonna della Grazia"

Inizio della Progettazione: 2010
Inizio dei Lavori: Gennaio 2015
Fine dei Lavori: Maggio 2018
Committente: Mons. Giuseppe Ruotolo
Superficie coperta: 2200 mq
Superficie scoperta: 2400 mq
Spazi realizzati: Aula liturgica n. 350 posti a sedere, Chiesa feriale n. 70 posti, Salone parrocchiale con galleria che può ospitare oltre 250 persone, Sacrestia, Uffici parrocchiali, n. 6 Aule di catechismo, Sala riunioni per catechesi, Biblioteca, Ambienti per la formazione del clero, Servizi igienici e locali di servizio.
Equipe tecnica: Ing. Riccardo Ruotolo e Arch. Marco Stigliano (Architettonico); Ing. Michele Carapellese (Strutture); Ing. Michele Capogna e P.I. Eligio Mansi (Impianti a fluido e termici); Ing. Vincenzo Recchia (Impianti elettrici); Ing. Sebastiano Manta (Sicurezza e Prevenzione Incendi); Dott. Riccardo Losito (Geologo); Geom. Riccardo Tondolo (Contabilità)
Impresa esecutrice: Scarcelli Riccardo di Andria
23 fotoConsacrazione nuovo complesso parrocchiale "Madonna della Grazia"Antonio D'Oria
  • Parrocchia Madonna della Grazia
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