Associazioni
Lupi e cinghiali, agricoltori pugliesi: "È emergenza, subito adeguati risarcimenti"
La Confederazione Italiana Agricoltori Puglia chiede la modifica della proposta di legge in Regione
Puglia - sabato 13 gennaio 2018
"Lupi e cinghiali sono in massiccio aumento ed è una presenza sempre più pericolosa, anche perché non è stata controllata. Sta diventando insostenibile per tutti, non soltanto per il mondo agricolo o er gli allevatori, perché entrano nelle città, nei paesi, e un cinghiale non va sottovalutato, specie quando è affamato". È il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba a lanciare l'ennesimo allarme a a suonare la sveglia alle istituzioni.
Solo qualche giorno fa, tra Apricena e San Nicandro Garganico, i cinghiali hanno quasi completamente distrutto un campo di diciassette ettari coltivato ad avena. In un mese, delle trenta domande di indennizzo pervenute all'ATC-Ambito Territoriale di Caccia di Foggia, ventisette sono relative ai danni da cinghiali. "Anche con le altre organizzazioni agricole, a livello regionale, abbiamo formulato una serie di proposte finora inascoltate - continua il presidente regionale Carrabba - A pagarne le conseguenze sono gli agricoltori e gli allevatori: è un problema di sicurezza e di ordine economico, perché oltre al pericolo non vengono adeguatamente ristorati. Continuano a subire, eppure, non dimentichiamolo, sono i custodi del territorio e i primi ambientalisti".
Il fenomeno non riguarda soltanto la provincia di Foggia ma tutta la Puglia e il resto del Paese. I danni provocati dagli attacchi di lupi, ungulati ma anche stormi possono arrivare a mettere in ginocchio un'azienda. CIA Puglia ha scelto Monte Sant'Angelo, sul Gargano, per un primo focus dedicato alle proposte dell'organizzazione agricola per modificare le normative vigenti, a livello regionale e nazionale. L'11 gennaio, nella sede dell'Arif, si è tenuto un partecipato incontro sul tema "Agricoltura e territorio, tutela e convivenza: lupi e cinghiali, le proposte della CIA Puglia" con la partecipazione del vicepresidente nazionale vicario CIA-Agricoltori Italiani Cinzia Pagni. A fare gli onori di casa, l'assessore all'Agricoltura Generoso Rignanese. Dalla riunione sono emersi interessanti spunti e contributi alla redazione di un documento da inoltrare al Consiglio regionale della Puglia per fornire indicazioni utili alla modifica della proposta di legge "Norme in materia di danni provocati dalla fauna selvatica, di tutela dell'incolumità pubblica e dell'ordine economico".
"Servono regole certe - spiega il presidente provinciale CIA Foggia Michele Ferrandino illustrando le proposte della Confederazione - Noi chiediamo prima di tutto non un indennizzo ma un risarcimento danni, che deve essere congruo e immediato, e un controllo della fauna selvatica".
Leonardo Santucci, Rappresentante Allevatori CIA Zone Montane, da anni si batte a livello regionale per la modifica della normativa relativa ai danni da fauna selvatica. Due anni fa la sua azienda ha subito un attacco da lupi: "Per 25 capi abbattuti di cui 14 adulti - ha raccontato - ho ricevuto dopo circa ottanta giorni un indennizzo di 210 euro. Per molti allevatori non conviene neanche preparare la documentazione". Ha attentamente studiato la nuova bozza della proposta di legge ed elenca le perplessità: "Ci dicono che dovremmo avere un indennizzo pari ai prezzi della Camera di Commercio ma non basta, perché il valore del capo di bestiame o di una coltura è di gran lunga superiore e il danno non si riduce al costo in sé. Nelle altre regioni l'indennizzo per un capo di pecore si aggira intorno ai 200-250 euro, per un vitello siamo intorno ai 700 euro. Sono cifre che in regione Puglia ci sogniamo. Sempre nella bozza che sta circolando ci dicono di fare delle recinzioni con rete elettrosaldata: può andare per i piccoli appezzamenti, ma un'azienda zootecnica del Gargano di 100-200 ettari quanti soldi dovrebbe investire? E se pure li prendessimo dal Psr, quanti dovrebbero mai metterne a disposizione?"
Il problema degli ungulati, dei lupi e degli stormi è attenzionato dalla CIA-Agricoltori Italiani a tutti i livelli ormai da anni. Presto saranno formalizzate le proposte da inoltrare al Consiglio regionale. "Siamo soddisfatti dell'esito della riunione - commenta il direttore provinciale CIA Foggia Nicola Cantatore - abbiamo già acquisito la disponibilità dell'Amministrazione comunale di Monte e anche la disponibilità di alcuni Comuni limitrofi. La materia è complessa, sicuramente ci aspetta un lavoro duro, non facile, ma ce la metteremo tutta per difendere il reddito delle imprese, il valore di questo territorio, il valore della Puglia in definitiva".
Le conclusioni, dopo un vivace dibattito animato dai tanti agricoltori e allevatori presenti nella sala consiliare, sono state affidate alla vicepresidente nazionale CIA-Agricoltori Italiani Cinzia Pagni. A livello nazionale, CIA-Agricoltori Italiani lavora alla modifica di una legge ormai anacronistica in diversi passaggi. "Questa è una priorità politica della Confederazione, perché è più di un'emergenza nazionale. Già quattro anni fa avevamo lanciato l'appello alla politica e oggi la situazione è peggiorata. Le aziende non ce la fanno più, si sentono sole e abbandonate e non ci sono sistemi politici per arginare questa devastazione nei nostri campi e allevamenti e noi chiediamo di agire. Le azioni poggiano su alcune priorità: intervenire sulla legge nazionale, in cui non ci deve essere soltanto una tutela della fauna selvatica ma ci deve essere soprattutto una gestione, visto che è patrimonio indisponibile dello Stato, e poi le Regioni devono fare la loro parte legiferando - ha concluso Cinzia Pagni - a difesa degli agricoltori, soprattutto di quanti si trovano nelle aree interne e marginali, già svantaggiate".
Solo qualche giorno fa, tra Apricena e San Nicandro Garganico, i cinghiali hanno quasi completamente distrutto un campo di diciassette ettari coltivato ad avena. In un mese, delle trenta domande di indennizzo pervenute all'ATC-Ambito Territoriale di Caccia di Foggia, ventisette sono relative ai danni da cinghiali. "Anche con le altre organizzazioni agricole, a livello regionale, abbiamo formulato una serie di proposte finora inascoltate - continua il presidente regionale Carrabba - A pagarne le conseguenze sono gli agricoltori e gli allevatori: è un problema di sicurezza e di ordine economico, perché oltre al pericolo non vengono adeguatamente ristorati. Continuano a subire, eppure, non dimentichiamolo, sono i custodi del territorio e i primi ambientalisti".
Il fenomeno non riguarda soltanto la provincia di Foggia ma tutta la Puglia e il resto del Paese. I danni provocati dagli attacchi di lupi, ungulati ma anche stormi possono arrivare a mettere in ginocchio un'azienda. CIA Puglia ha scelto Monte Sant'Angelo, sul Gargano, per un primo focus dedicato alle proposte dell'organizzazione agricola per modificare le normative vigenti, a livello regionale e nazionale. L'11 gennaio, nella sede dell'Arif, si è tenuto un partecipato incontro sul tema "Agricoltura e territorio, tutela e convivenza: lupi e cinghiali, le proposte della CIA Puglia" con la partecipazione del vicepresidente nazionale vicario CIA-Agricoltori Italiani Cinzia Pagni. A fare gli onori di casa, l'assessore all'Agricoltura Generoso Rignanese. Dalla riunione sono emersi interessanti spunti e contributi alla redazione di un documento da inoltrare al Consiglio regionale della Puglia per fornire indicazioni utili alla modifica della proposta di legge "Norme in materia di danni provocati dalla fauna selvatica, di tutela dell'incolumità pubblica e dell'ordine economico".
"Servono regole certe - spiega il presidente provinciale CIA Foggia Michele Ferrandino illustrando le proposte della Confederazione - Noi chiediamo prima di tutto non un indennizzo ma un risarcimento danni, che deve essere congruo e immediato, e un controllo della fauna selvatica".
Leonardo Santucci, Rappresentante Allevatori CIA Zone Montane, da anni si batte a livello regionale per la modifica della normativa relativa ai danni da fauna selvatica. Due anni fa la sua azienda ha subito un attacco da lupi: "Per 25 capi abbattuti di cui 14 adulti - ha raccontato - ho ricevuto dopo circa ottanta giorni un indennizzo di 210 euro. Per molti allevatori non conviene neanche preparare la documentazione". Ha attentamente studiato la nuova bozza della proposta di legge ed elenca le perplessità: "Ci dicono che dovremmo avere un indennizzo pari ai prezzi della Camera di Commercio ma non basta, perché il valore del capo di bestiame o di una coltura è di gran lunga superiore e il danno non si riduce al costo in sé. Nelle altre regioni l'indennizzo per un capo di pecore si aggira intorno ai 200-250 euro, per un vitello siamo intorno ai 700 euro. Sono cifre che in regione Puglia ci sogniamo. Sempre nella bozza che sta circolando ci dicono di fare delle recinzioni con rete elettrosaldata: può andare per i piccoli appezzamenti, ma un'azienda zootecnica del Gargano di 100-200 ettari quanti soldi dovrebbe investire? E se pure li prendessimo dal Psr, quanti dovrebbero mai metterne a disposizione?"
Il problema degli ungulati, dei lupi e degli stormi è attenzionato dalla CIA-Agricoltori Italiani a tutti i livelli ormai da anni. Presto saranno formalizzate le proposte da inoltrare al Consiglio regionale. "Siamo soddisfatti dell'esito della riunione - commenta il direttore provinciale CIA Foggia Nicola Cantatore - abbiamo già acquisito la disponibilità dell'Amministrazione comunale di Monte e anche la disponibilità di alcuni Comuni limitrofi. La materia è complessa, sicuramente ci aspetta un lavoro duro, non facile, ma ce la metteremo tutta per difendere il reddito delle imprese, il valore di questo territorio, il valore della Puglia in definitiva".
Le conclusioni, dopo un vivace dibattito animato dai tanti agricoltori e allevatori presenti nella sala consiliare, sono state affidate alla vicepresidente nazionale CIA-Agricoltori Italiani Cinzia Pagni. A livello nazionale, CIA-Agricoltori Italiani lavora alla modifica di una legge ormai anacronistica in diversi passaggi. "Questa è una priorità politica della Confederazione, perché è più di un'emergenza nazionale. Già quattro anni fa avevamo lanciato l'appello alla politica e oggi la situazione è peggiorata. Le aziende non ce la fanno più, si sentono sole e abbandonate e non ci sono sistemi politici per arginare questa devastazione nei nostri campi e allevamenti e noi chiediamo di agire. Le azioni poggiano su alcune priorità: intervenire sulla legge nazionale, in cui non ci deve essere soltanto una tutela della fauna selvatica ma ci deve essere soprattutto una gestione, visto che è patrimonio indisponibile dello Stato, e poi le Regioni devono fare la loro parte legiferando - ha concluso Cinzia Pagni - a difesa degli agricoltori, soprattutto di quanti si trovano nelle aree interne e marginali, già svantaggiate".