Associazioni
Lopopolo (Arcigay Bat) su ddl rete Lgbti: "Ai detrattori ricordiamo che l'omosessualità esiste in 450 mammiferi"
"L'omofobia è solo dell'uomo". Il presidente dell'associazione risponde alle obiezioni del consigliere Nino Marmo
BAT - venerdì 20 luglio 2018
10.14
"Non è una questione ideologica o partitica". Così, Luciano Lopopolo, presidente dell'Arcigay Bat, commenta le parole del consigliere regionale e comunale di Forza Italia, Nino Marmo, che si è espresso in merito al disegno di legge Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dell'identità di genere ritenendolo "un ddl inutile, il cui vero intento non è la promozione del rispetto di ogni orientamento sessuale, ma una propaganda che tenta di imporre l'annientamento del genere e di accontentare le lobby coinvolte".
Parole forti quelle del consigliere regionale azzurro a cui giunge repentina la risposta del rappresentante Lgbti che, intervistato, così afferma ai nostri microfoni:
"Non è corretto porre l'approvazione del ddl sul piano politico: una legge a contrasto della discriminazione deve essere una legge di buonsenso, alla luce di un fenomeno estremamente sottovalutato di cui è intriso il nostro tessuto sociale. Si tratta di una problematica radicata, violenta e trasversale, nonché largamente sottostimata nel nostro territorio regionale, in quanto non tutte le vittime sono disposte a fare coming-out per denunciare, trattandosi soprattutto di studenti e adolescenti.
La legge non è un attacco culturale all'antropologia del genere. I generi esistono come dato naturale e e innegabile, ma contestiamo che il dato naturale determini una serie di conseguenze che non hanno nulla a che fare col genere biologico, quali comportamenti sociali e orientamento sessuale.
Ai detrattori del ddl ricordiamo che l'omosessualità esiste in oltre 450 specie di mammiferi, l'omofobia solo in una specie, quella umana. Troviamo stucchevole e anacronistico questo riferimento a una lobby o rete di interessi che non esiste: il lavoro delle associazioni è volontario e gratuito, mentre gli sportelli attivi sul territorio utilizzano addirittura i capitali personali degli attivisti. La rete Lgbti, lungi da essere una lobby, è formata semplicemente da persone".
In merito all'avvio di processi educativi nelle scuola previsti dal ddl, Marmo ha affermato che "questo tentativo di imporre una nuova non cultura punta ai luoghi di crescita e di formazione come le scuole, imponendo persino dei corsi per gli insegnanti. Non si parla più del contrasto alla discriminazione, ma si va decisamente oltre".
A sostegno della legge, Lopopolo afferma: "Le scuole sono il luogo di maggiore vulnerabilità, in quanto la violenza si contrasta con educazione e la corretta informazione di cosa sia l'affettività e la sessualità. Inoltre vogliamo sottolineare che il parere dell'ufficio legislativo sollevato su istanza della 7^ commissione non è un parere laico ma politicamente orientato; per questa ragione le associazioni e il movimento Lgbti hanno prodotto delle contro-deduzioni inviate a tutti i consiglieri regionali.
Aumentare di diritti e tutele non è inutile -conclude Lopopolo- perché non sottrae nulla a nessuno ma ha l'unico effetto di allargare i processi di inclusione sociale".
In allegato il documento inviato ai consiglieri regionali.
Parole forti quelle del consigliere regionale azzurro a cui giunge repentina la risposta del rappresentante Lgbti che, intervistato, così afferma ai nostri microfoni:
"Non è corretto porre l'approvazione del ddl sul piano politico: una legge a contrasto della discriminazione deve essere una legge di buonsenso, alla luce di un fenomeno estremamente sottovalutato di cui è intriso il nostro tessuto sociale. Si tratta di una problematica radicata, violenta e trasversale, nonché largamente sottostimata nel nostro territorio regionale, in quanto non tutte le vittime sono disposte a fare coming-out per denunciare, trattandosi soprattutto di studenti e adolescenti.
La legge non è un attacco culturale all'antropologia del genere. I generi esistono come dato naturale e e innegabile, ma contestiamo che il dato naturale determini una serie di conseguenze che non hanno nulla a che fare col genere biologico, quali comportamenti sociali e orientamento sessuale.
Ai detrattori del ddl ricordiamo che l'omosessualità esiste in oltre 450 specie di mammiferi, l'omofobia solo in una specie, quella umana. Troviamo stucchevole e anacronistico questo riferimento a una lobby o rete di interessi che non esiste: il lavoro delle associazioni è volontario e gratuito, mentre gli sportelli attivi sul territorio utilizzano addirittura i capitali personali degli attivisti. La rete Lgbti, lungi da essere una lobby, è formata semplicemente da persone".
In merito all'avvio di processi educativi nelle scuola previsti dal ddl, Marmo ha affermato che "questo tentativo di imporre una nuova non cultura punta ai luoghi di crescita e di formazione come le scuole, imponendo persino dei corsi per gli insegnanti. Non si parla più del contrasto alla discriminazione, ma si va decisamente oltre".
A sostegno della legge, Lopopolo afferma: "Le scuole sono il luogo di maggiore vulnerabilità, in quanto la violenza si contrasta con educazione e la corretta informazione di cosa sia l'affettività e la sessualità. Inoltre vogliamo sottolineare che il parere dell'ufficio legislativo sollevato su istanza della 7^ commissione non è un parere laico ma politicamente orientato; per questa ragione le associazioni e il movimento Lgbti hanno prodotto delle contro-deduzioni inviate a tutti i consiglieri regionali.
Aumentare di diritti e tutele non è inutile -conclude Lopopolo- perché non sottrae nulla a nessuno ma ha l'unico effetto di allargare i processi di inclusione sociale".
In allegato il documento inviato ai consiglieri regionali.