Territorio
Legambiente Andria: «Peggiora nel tempo il degrado delle periferie»
Larosa, presidente Circolo Legambiente “Thomas Sankara”, analizza l'odierna situazione
Andria - mercoledì 23 novembre 2016
7.43 Comunicato Stampa
«Sono talmente tante le problematiche di cui si potrebbe discutere che la tematica del ciclo dei rifiuti e della raccolta differenziata in città è ormai argomentazione di secondo ordine».
E' questo l'incipit con il quale si apre l'intervento del dott. Riccardo Larosa, presidente del Circolo Legambiente di Andria "Thomas Sankara".
«Se dovessimo analizzare il ciclo dei rifiuti la scala di cui tener conto è quella regionale, dove non si è mai operato con lungimiranza, si è parlato di raccolta differenziata senza mai preoccuparsi della situazione dell'impiantistica per il trattamento dei rifiuti ed ora vediamo gli stessi viaggiare per tutta l'Italia con costi esorbitanti per i contribuenti.
A livello comunale oltre a registrare una contrazione della percentuale di raccolta differenziata, nel 2015 siamo scesi al disotto del 65% e per la prima volta dal 2012 nessuna menzione nel rapporto "Comuni Ricicloni". Il dato che ci ha ulteriormente penalizzati oltre al calo della percentuale di R.D. è la produzione pro-capite di indifferenziato degli andriesi che è pari a 157 kg/anno/abitante rispetto ai 75 kg/anno/abitante dei comuni definiti "Rifiuti free".
Se agli amministratori o ai cittadini medi possono sfuggire i suddetti dati, è sotto gli occhi di tutti il degrado delle periferie, situazione andata sempre peggiorando nel tempo.
Quello dell'abbandono dei rifiuti -prosegue Larosa- sarà pure un effetto collaterale della raccolta differenziata porta a porta, visto che venendo a mancare i cassonetti per chi era abituato a non differenziare e magari continua a non farlo è molto più semplice abbandonare il sacchetto piuttosto che il frigorifero o la lastra di eternit dove capita. Ed è così che si creano quelle situazioni di degrado sia nel centro abitato che nelle periferie che sono letteralmente invase da rifiuti di ogni genere, periodicamente le aree vengono ripulite dagli operatori, ma molto più frequentemente i rifiuti vengono incendiati con roghi che durano intere giornate anche nei pressi di plessi scolastici o in zone di passaggio».
E Larosa si chiede: «Ma come si combatte o si cerca di arginare questo fenomeno che ormai sembra fuori controllo?
Con la solita politica spot, fatta di tentativi o promesse di installazione di foto-trappole e sanzioni sommarie non si è raggiunto alcun miglioramento.
I luoghi di abbandono ormai sono ben noti a tutti, se si passa in diverse ore del giorno da questi siti si vede materialmente crescere la montagna. A questi ammassi periferici si aggiungono quelli cittadini in corrispondenza di cassonetti condominiali o di attività commerciali perennemente lasciati all'esterno, o interi quartieri in cui sembra che il servizio porta a porta non sia mai cominciato.
Appostamenti? manco a parlarne, campagne di sensibilizzazione? mai vista una dall'inizio del servizio porta a porta, interventi delle forze dell'ordine preposte? Inesistenti! Sembra che la tematica dei rifiuti sia diventata argomentazione scomoda, si preferisce non parlarne e nascondere gli stessi sotto il tappeto».
E' questo l'incipit con il quale si apre l'intervento del dott. Riccardo Larosa, presidente del Circolo Legambiente di Andria "Thomas Sankara".
«Se dovessimo analizzare il ciclo dei rifiuti la scala di cui tener conto è quella regionale, dove non si è mai operato con lungimiranza, si è parlato di raccolta differenziata senza mai preoccuparsi della situazione dell'impiantistica per il trattamento dei rifiuti ed ora vediamo gli stessi viaggiare per tutta l'Italia con costi esorbitanti per i contribuenti.
A livello comunale oltre a registrare una contrazione della percentuale di raccolta differenziata, nel 2015 siamo scesi al disotto del 65% e per la prima volta dal 2012 nessuna menzione nel rapporto "Comuni Ricicloni". Il dato che ci ha ulteriormente penalizzati oltre al calo della percentuale di R.D. è la produzione pro-capite di indifferenziato degli andriesi che è pari a 157 kg/anno/abitante rispetto ai 75 kg/anno/abitante dei comuni definiti "Rifiuti free".
Se agli amministratori o ai cittadini medi possono sfuggire i suddetti dati, è sotto gli occhi di tutti il degrado delle periferie, situazione andata sempre peggiorando nel tempo.
Quello dell'abbandono dei rifiuti -prosegue Larosa- sarà pure un effetto collaterale della raccolta differenziata porta a porta, visto che venendo a mancare i cassonetti per chi era abituato a non differenziare e magari continua a non farlo è molto più semplice abbandonare il sacchetto piuttosto che il frigorifero o la lastra di eternit dove capita. Ed è così che si creano quelle situazioni di degrado sia nel centro abitato che nelle periferie che sono letteralmente invase da rifiuti di ogni genere, periodicamente le aree vengono ripulite dagli operatori, ma molto più frequentemente i rifiuti vengono incendiati con roghi che durano intere giornate anche nei pressi di plessi scolastici o in zone di passaggio».
E Larosa si chiede: «Ma come si combatte o si cerca di arginare questo fenomeno che ormai sembra fuori controllo?
Con la solita politica spot, fatta di tentativi o promesse di installazione di foto-trappole e sanzioni sommarie non si è raggiunto alcun miglioramento.
I luoghi di abbandono ormai sono ben noti a tutti, se si passa in diverse ore del giorno da questi siti si vede materialmente crescere la montagna. A questi ammassi periferici si aggiungono quelli cittadini in corrispondenza di cassonetti condominiali o di attività commerciali perennemente lasciati all'esterno, o interi quartieri in cui sembra che il servizio porta a porta non sia mai cominciato.
Appostamenti? manco a parlarne, campagne di sensibilizzazione? mai vista una dall'inizio del servizio porta a porta, interventi delle forze dell'ordine preposte? Inesistenti! Sembra che la tematica dei rifiuti sia diventata argomentazione scomoda, si preferisce non parlarne e nascondere gli stessi sotto il tappeto».