I commercianti chiedono di riaprire le attività
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Vita di città

Laura Di Pilato: «Facciamo ripartire il commercio prima che sia troppo tardi»

«Il mio pensiero va anche alla categoria dei venditori ambulanti, penalizzati dalle disposizioni ministeriali»

«I commercianti ormai da due mesi non alzano le saracinesche dei loro negozi a seguito della pandemia. Poiché mi hanno insegnato che fare politica significa innanzitutto saper ascoltare le istanze della gente, - scrive in una nota l'avv. Laura Di Pilato - in queste settimane ho ascoltato le richieste d'aiuto degli artigiani e commercianti che non hanno più potuto aprire le loro attività. Ebbene, stamattina ero al loro fianco in via Regina Margherita, rispettando il distanziamento sociale e con indosso mascherina e guanti, per protestare silenziosamente con titolari di negozi d'abbigliamenti, di centri estetici e parrucchieri.

Abbiamo indirizzato il nostro grido d'allarme al governo centrale affinché ascolti le nostre richieste e non continui a generare figli e figliastri: inconcepibile aprire i negozi d'abbigliamento per bambini, mentre restano chiusi quelli per adulti. Nei giorni scorsi, come già comunicato, mi sono fatta portavoce di molti esponenti della categoria nei confronti del governatore Emiliano il quale ha preso in considerazione l'apertura anticipata dei negozi e la proposta di posticipare l'inizio dei saldi estivi.

Il mio pensiero va anche alla categoria dei venditori ambulanti, altri grandi penalizzati dalle disposizioni ministeriali. Ho proposto al commissario straordinario, il dott. Tufariello lo sdoppiamento del mercato e la necessità di concordare modalità e tempi con gli ambulanti. Intanto mi chiedo cosa stiano realmente facendo i referenti del territorio a Roma. Penso al nostro onorevole pentastellato in esilio ormai a "Mottola" che si vanta per aver postato sui social "due righe" in cui chiede a Conte la tutela degli ambulanti. Lettere, le sue, che si sommano alle altre (vedi la richiesta dell'Esercito) a cui non viene dato mai seguito. Mi sorge un dubbio: chissà se quelle missive siano mai arrivate a destinazione?! A pensar male a volte si azzecca».
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