Cronaca
Lamenta il furto di 50 q.li di olive, ma in realtà non è associato
Botta e risposta tra un agricoltore di Andria ed il Consorzio delle Guardie Campestri
Andria - mercoledì 17 gennaio 2018
6.15
Purtroppo il furto di olive nelle nostre campagne è tristemente conosciuto come una vera e propria piaga. Così è sicuramente definibile la stagione olivicola di molti proprietari terrieri, agricoltori ed imprenditori agricoli, vittime di scorrerie, furti e violazioni continue nei propri campi. Obiettivo principale dei malviventi? L'oro verde di Puglia, il patrimonio nostrano: le olive.
Negli ultimi mesi, infatti, la cronaca locale non ha parlato d'altro, tanto da costringere gli agricoltori, in alcuni casi, ad organizzare delle vere e proprie ronde notturne per tentare di arginare il fenomeno. Ma nulla. Il fenomeno non ha accennato a placarsi, anzi.
Risale a qualche giorno fa, infatti, la testimonianza di un imprenditore agricolo andriese, titolare di una delle tante aziende olivicole, nonché di diversi appezzamenti terrieri, che ha denunciato la violazione subita nella sua proprietà.
"Possiedo un terreno agricolo di 1 ettaro e 20 are in zona "Lama di Carro" ad Andria, comprendente 74 alberi di olivo - comincia così la denuncia dell'imprenditore - Dopo aver dedicato i mesi scorsi alla raccolta negli altri campi di mia proprietà sparsi nella zona, qualche giorno fa avevo deciso di spostarmi in quella contrada (distante una decina di chilometri dal centro cittadino) con i miei operai.
Ma la mattina del 12 gennaio ecco l'amara scoperta: 62 alberi dei 74 totali erano stati letteralmente "ripuliti". Il bottino dei malviventi? Circa 50 quintali di olive. Un danno economico inquantificabile, non solo, gli olivi erano visibilmente danneggiati e vi erano centinaia di olive sperse per terra. Un incubo".
La minuziosa descrizione del nostro agricoltore si sposta poi sul ruolo della guardia campestre, la vigilanza che ha il ruolo di sorvegliare le zone rurali del territorio: "Da circa venti giorni sono stato nella zona, ma non ho visto nessun mezzo o veicolo della guardia campestre. Pare che in questi mesi cruciali per la campagna olivicola andriese, risultino inesistenti. Per di più, ogni anno puntualmente mi vengono recapitate dal "Consorzio autonomo guardie campestri di Andria" le quote da versare per i contributi associativi: per il 2018 dovrei versare 4.241,84 euro in "comode" rate da circa 1.000 euro l'una. Oltre il danno la beffa. Nonostante il furto ricevuto con annesso danno economico, io dovrei pagare anche il loro lavoro che in effetti non è stato svolto affatto! E' una situazione paradossale!"
E la ricostruzione fornita prosegue: "In effetti lo scorso 15 novembre 2017 si tenne in Prefettura una riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, nella quale il Prefetto chiedeva "un'intensificazione dell'attività di vigilanza e controllo del territorio, con il concorso dei consorzi delle guardie campestri, per prevenire e contrastare i furti di olive nelle campagne".
L'imprenditore andriese conclude la sua testimonianza chiedendosi quindi "a che punto siano queste attività e in che punti del territorio siano state adottate visto e considerato il prosieguo del triste fenomeno criminoso ai danni delle attività agricole.
Occorre intervenire, a questo punto, nei frantoi con relativi controlli sulle olive in entrata e inasprire quindi le sanzioni per chi ritira merce rubata. Se per le istituzioni la sicurezza per le campagne non rappresenta una priorità su tutti i livelli, ad essere saccheggiate oggi sono le olive, ma domani saranno altri prodotti, mezzi agricoli e cavi di rame".
E, non si è fatta attendere la risposta del Consorzio Autonomo delle Guardie Campestri di Andria, che attraverso il suo presidente, rag. Natale Zinni ha così evidenziato: "Ho appreso quest'oggi (ieri per chi legge n.d.r.), un comunicato stampa nel quale è stato evidenziato il furto di olive di circa 50 q.li in contrada "Lama di Carro" in danno di un associato di questo Consorzio.
Mi corre il dovere di evidenziare al denunziante che il Consorzio Guardie Campestri di Andria non esplica attività di carattere pubblico in quanto è un'associazione di agricoltori e pertanto provvede a vigilare le proprietà rurali dei consorziati in "regola con i pagamenti delle quote associative", contrariamente a quanto evidenziato dal denunziante che non ha mai visto nessun mezzo o veicolo della guardia campestre durante l'attuale campagna olivicola.
Vi è di più :
1) la continue e sistematiche operazioni di servizio che svolgono le guardie campestri, sottoposte a lavoro stressante, e con tutti i risultati positivi raggiunti finora,(sequestri di auto contenenti olive rubate, arresti, rinvenimenti di sacchi di olive rubate, denunce di predatori di olive, etc), hanno dato adito ad avere "elogi ed encomi" da parte degli aderenti al Consorzio, di cui mi pregio di rappresentare;
2) il denunziante è moroso nei confronti del Consorzio di quote associative consistenti e i vari inviti rivoltigli al fine di regolarizzare la sua posizione debitoria, sono risultati vani. Pertanto, il servizio di vigilanza nei confronti del suddetto denunziante, è da tempo sospeso", ha quindi concluso il presidente del Consorzio Autonomo delle Guardie Campestri di Andria, rag. Natale Zinni.
Negli ultimi mesi, infatti, la cronaca locale non ha parlato d'altro, tanto da costringere gli agricoltori, in alcuni casi, ad organizzare delle vere e proprie ronde notturne per tentare di arginare il fenomeno. Ma nulla. Il fenomeno non ha accennato a placarsi, anzi.
Risale a qualche giorno fa, infatti, la testimonianza di un imprenditore agricolo andriese, titolare di una delle tante aziende olivicole, nonché di diversi appezzamenti terrieri, che ha denunciato la violazione subita nella sua proprietà.
"Possiedo un terreno agricolo di 1 ettaro e 20 are in zona "Lama di Carro" ad Andria, comprendente 74 alberi di olivo - comincia così la denuncia dell'imprenditore - Dopo aver dedicato i mesi scorsi alla raccolta negli altri campi di mia proprietà sparsi nella zona, qualche giorno fa avevo deciso di spostarmi in quella contrada (distante una decina di chilometri dal centro cittadino) con i miei operai.
Ma la mattina del 12 gennaio ecco l'amara scoperta: 62 alberi dei 74 totali erano stati letteralmente "ripuliti". Il bottino dei malviventi? Circa 50 quintali di olive. Un danno economico inquantificabile, non solo, gli olivi erano visibilmente danneggiati e vi erano centinaia di olive sperse per terra. Un incubo".
La minuziosa descrizione del nostro agricoltore si sposta poi sul ruolo della guardia campestre, la vigilanza che ha il ruolo di sorvegliare le zone rurali del territorio: "Da circa venti giorni sono stato nella zona, ma non ho visto nessun mezzo o veicolo della guardia campestre. Pare che in questi mesi cruciali per la campagna olivicola andriese, risultino inesistenti. Per di più, ogni anno puntualmente mi vengono recapitate dal "Consorzio autonomo guardie campestri di Andria" le quote da versare per i contributi associativi: per il 2018 dovrei versare 4.241,84 euro in "comode" rate da circa 1.000 euro l'una. Oltre il danno la beffa. Nonostante il furto ricevuto con annesso danno economico, io dovrei pagare anche il loro lavoro che in effetti non è stato svolto affatto! E' una situazione paradossale!"
E la ricostruzione fornita prosegue: "In effetti lo scorso 15 novembre 2017 si tenne in Prefettura una riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, nella quale il Prefetto chiedeva "un'intensificazione dell'attività di vigilanza e controllo del territorio, con il concorso dei consorzi delle guardie campestri, per prevenire e contrastare i furti di olive nelle campagne".
L'imprenditore andriese conclude la sua testimonianza chiedendosi quindi "a che punto siano queste attività e in che punti del territorio siano state adottate visto e considerato il prosieguo del triste fenomeno criminoso ai danni delle attività agricole.
Occorre intervenire, a questo punto, nei frantoi con relativi controlli sulle olive in entrata e inasprire quindi le sanzioni per chi ritira merce rubata. Se per le istituzioni la sicurezza per le campagne non rappresenta una priorità su tutti i livelli, ad essere saccheggiate oggi sono le olive, ma domani saranno altri prodotti, mezzi agricoli e cavi di rame".
E, non si è fatta attendere la risposta del Consorzio Autonomo delle Guardie Campestri di Andria, che attraverso il suo presidente, rag. Natale Zinni ha così evidenziato: "Ho appreso quest'oggi (ieri per chi legge n.d.r.), un comunicato stampa nel quale è stato evidenziato il furto di olive di circa 50 q.li in contrada "Lama di Carro" in danno di un associato di questo Consorzio.
Mi corre il dovere di evidenziare al denunziante che il Consorzio Guardie Campestri di Andria non esplica attività di carattere pubblico in quanto è un'associazione di agricoltori e pertanto provvede a vigilare le proprietà rurali dei consorziati in "regola con i pagamenti delle quote associative", contrariamente a quanto evidenziato dal denunziante che non ha mai visto nessun mezzo o veicolo della guardia campestre durante l'attuale campagna olivicola.
Vi è di più :
1) la continue e sistematiche operazioni di servizio che svolgono le guardie campestri, sottoposte a lavoro stressante, e con tutti i risultati positivi raggiunti finora,(sequestri di auto contenenti olive rubate, arresti, rinvenimenti di sacchi di olive rubate, denunce di predatori di olive, etc), hanno dato adito ad avere "elogi ed encomi" da parte degli aderenti al Consorzio, di cui mi pregio di rappresentare;
2) il denunziante è moroso nei confronti del Consorzio di quote associative consistenti e i vari inviti rivoltigli al fine di regolarizzare la sua posizione debitoria, sono risultati vani. Pertanto, il servizio di vigilanza nei confronti del suddetto denunziante, è da tempo sospeso", ha quindi concluso il presidente del Consorzio Autonomo delle Guardie Campestri di Andria, rag. Natale Zinni.