Scuola e Lavoro
La Shoah vista con gli occhi di una 15enne
Roberta Sgaramella ricorda le parole di Liliana Segre: "L’indifferenza è più grave della violenza"
Andria - giovedì 1 febbraio 2018
La storia è maestra e i ragazzi di oggi sono gli adulti di domani. Ricordare è un dovere quando serve a evitare che l'errore si ripeta nel futuro, quando serve a "scovare" il male mascherato da ideale.
Per questo ogni anno, il 27 gennaio, ricorre la Giornata della Memoria che, all'interno degli istituti scolastici, è ormai un appuntamento fisso con la riflessione e l'educazione civica. Ma i giovanissimi come vivono il ricordo di tante atrocità? Ce lo racconta Roberta Sgaramella, 15 anni e studentessa presso il liceo linguistico "C. Troya".
"Olocausto: la pagina di un libro di storia da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro. Nessuno può capire e immaginare l'atrocità dei lager, nessuno tranne chi, come Liliana Segre, ci ha passato parte della vita.
I lager furono voluti da Adolf Hitler, capo del partito nazionalsocialista tedesco che riteneva gli Ebrei un popolo non degno di vivere. E' importante non dimenticare la tragicità dello sterminio di milioni di esseri umani innocenti poiché dagli errori del passato si impara sempre qualcosa. Un termine, Shoah, che fa orrore e paura. Auschwitz è senza dubbio il luogo più emblematico su cui riflettere. Sul cancello del lager campeggia ancora oggi la scritta "Il lavoro rende liberi" quasi ad indicare una promessa di liberazione dalla sofferenza a cui l' umanità intera era costretta… Il 27 Gennaio senza dubbio si ricorda la strage, la peggiore… Shoah, in ebraico significa "distruzione", una distruzione avvenuta dal punto di vista sociale, psicologico, materiale ,una vera e propria distruzione di vite umane che merita memoria. Ricordare perché non accada più, è questo il senso della Giornata della Memoria.
Il 27 Gennaio, per ricordare quell' anno, quel lontano 1945 quando i carri armati dell' esercito sovietico sfondarono i cancelli di Auschwitz. Una delle testimonianze di questa strage è quella di Liliana Segre. Prima della promulgazione delle leggi razziali per lei essere ebrea significava solamente essere esonerata dall' ora di religione a scuola, per una bambina di terza elementare, dice Liliana Segre, è una parola molto grossa perché chi è espulso è perché ha compiuto qualcosa di grave e l' essere cacciata l' aveva profondamente segnata in quegli anni.
Proprio in questi giorni la signora Segre è stata nominata dal presidente della Repubblica senatrice a vita. Lei è tornata al binario 21 e ha raccontato il suo viaggio verso Auschwitz senza odio e senza sentimenti di vendetta. Oggi afferma: "L' indifferenza è più grave della violenza, la memoria è il miglior vaccino contro l' indifferenza". E' importante instillare nella gente una memoria viva e non retorica. L' Olocausto ci dimostra quanto folle sia l' essere umano, nessuno deve dimenticare l' errore commesso dai nazisti e dai fascisti.
Penso che nessuno prima di allora avesse potuto immaginare che nel cuore dell' Europa, a metà del XX secolo potesse accadere una tragedia simile; le violenze, le crudeltà generate dal fascismo e dal nazismo furono studiate a tavolino per mettere in atto questo genocidio. Liliana Segre ama portare la sua testimonianza nelle scuole e nelle università, si definisce la nonna di tutti e proprio il raccontare questa storia è la più bella vittoria contro chi intendeva sterminarla".
Per questo ogni anno, il 27 gennaio, ricorre la Giornata della Memoria che, all'interno degli istituti scolastici, è ormai un appuntamento fisso con la riflessione e l'educazione civica. Ma i giovanissimi come vivono il ricordo di tante atrocità? Ce lo racconta Roberta Sgaramella, 15 anni e studentessa presso il liceo linguistico "C. Troya".
"Olocausto: la pagina di un libro di storia da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro. Nessuno può capire e immaginare l'atrocità dei lager, nessuno tranne chi, come Liliana Segre, ci ha passato parte della vita.
I lager furono voluti da Adolf Hitler, capo del partito nazionalsocialista tedesco che riteneva gli Ebrei un popolo non degno di vivere. E' importante non dimenticare la tragicità dello sterminio di milioni di esseri umani innocenti poiché dagli errori del passato si impara sempre qualcosa. Un termine, Shoah, che fa orrore e paura. Auschwitz è senza dubbio il luogo più emblematico su cui riflettere. Sul cancello del lager campeggia ancora oggi la scritta "Il lavoro rende liberi" quasi ad indicare una promessa di liberazione dalla sofferenza a cui l' umanità intera era costretta… Il 27 Gennaio senza dubbio si ricorda la strage, la peggiore… Shoah, in ebraico significa "distruzione", una distruzione avvenuta dal punto di vista sociale, psicologico, materiale ,una vera e propria distruzione di vite umane che merita memoria. Ricordare perché non accada più, è questo il senso della Giornata della Memoria.
Il 27 Gennaio, per ricordare quell' anno, quel lontano 1945 quando i carri armati dell' esercito sovietico sfondarono i cancelli di Auschwitz. Una delle testimonianze di questa strage è quella di Liliana Segre. Prima della promulgazione delle leggi razziali per lei essere ebrea significava solamente essere esonerata dall' ora di religione a scuola, per una bambina di terza elementare, dice Liliana Segre, è una parola molto grossa perché chi è espulso è perché ha compiuto qualcosa di grave e l' essere cacciata l' aveva profondamente segnata in quegli anni.
Proprio in questi giorni la signora Segre è stata nominata dal presidente della Repubblica senatrice a vita. Lei è tornata al binario 21 e ha raccontato il suo viaggio verso Auschwitz senza odio e senza sentimenti di vendetta. Oggi afferma: "L' indifferenza è più grave della violenza, la memoria è il miglior vaccino contro l' indifferenza". E' importante instillare nella gente una memoria viva e non retorica. L' Olocausto ci dimostra quanto folle sia l' essere umano, nessuno deve dimenticare l' errore commesso dai nazisti e dai fascisti.
Penso che nessuno prima di allora avesse potuto immaginare che nel cuore dell' Europa, a metà del XX secolo potesse accadere una tragedia simile; le violenze, le crudeltà generate dal fascismo e dal nazismo furono studiate a tavolino per mettere in atto questo genocidio. Liliana Segre ama portare la sua testimonianza nelle scuole e nelle università, si definisce la nonna di tutti e proprio il raccontare questa storia è la più bella vittoria contro chi intendeva sterminarla".