Scuola e Lavoro
La scuola "Vaccina" di Andria accoglie due nuovi alunni ucraini
Il racconto della giovane studentessa Matilde Montingelli
Andria - giovedì 7 aprile 2022
«Mercoledì 6 aprile, per noi ragazzi della 2^I della Scuola Statale di primo Grado "P. N. Vaccina" è stata una giornata speciale. Da qualche giorno i nostri insegnanti ci avevano annunciato che avremmo accolto nella nostra classe due ragazzi provenienti dall'Ucraina e che avrebbero vissuto con noi la nostra stessa vita scolastica. Tante le domande che sono sorte in noi mentre aspettavamo di incontrarli. Quale sarebbe stato il loro aspetto? Con quali emozioni avrebbero vissuto con noi questi giorni? Saremmo riusciti a comunicare? E in quale lingua? Avrebbero avuto con loro tutto il materiale scolastico necessario? Saremmo riusciti a diventare amici? E cosa avremmo potuto fare per diventarlo? Mille domande a cui sembrava impossibile dare una risposta. Eppure eccoci qui! Noi e loro. Noi nelle nostre case tranquille, nella nostra scuola allegra e festosa e loro, in fuga dalla loro Kiev bombardata, alloggiati ad Andria presso una casa famiglia e anche loro oggi per la prima volta, nella nostra scuola allegra, festosa e pronta ad accoglierli». A scrivere è Matilde Montingelli, alunna della scuola "Vaccina" di Andria raccontando l'esperienza di accoglienza di due nuovi studenti ucraini.
«Y. e O. due ragazzi di 13 anni si sono seduti tra i nostri banchi e con l'aiuto del mediatore linguistico siamo riusciti a conoscerci. Abbiamo iniziato a capire che si può comunicare, anche se non sembra essere molto facile. Ci sentiamo tutti impacciati e timidi. Vorremo rivolgere tante domande, ma capiamo che per loro non è affatto facile riuscire a raccontarsi. E allora siamo partiti dal tradurre semplici parole: "Ciao", "Quaderno", "Penna", "Benvenuti"; a presentarci in francese, a parlare del teorema di Pitagora e a scoprire che loro il teorema di Pitagora lo hanno già studiato. Ecco, qualcosa su cui ci siamo ritrovati e sentiti vicini! Non su di un ponte, ma sull'ipotenusa di un ipotetico triangolo rettangolo. Un teorema di matematica, simbolo della ricerca che ha permesso all'umanità di evolversi e raggiungere tappe della conoscenza che sembravano inimmaginabili. La stessa conoscenza che ancora oggi noi ragazzi perseguiamo a scuola: un luogo dove impariamo ad essere anche fratelli pur non parlando la stessa lingua. Questo è l'obiettivo della nostra scuola Vaccina, che non si tira indietro quando c'è da essere accoglienti e che sa insegnare con l'esempio a tutti noi che un mondo solidale e in pace è possibile».
«Y. e O. due ragazzi di 13 anni si sono seduti tra i nostri banchi e con l'aiuto del mediatore linguistico siamo riusciti a conoscerci. Abbiamo iniziato a capire che si può comunicare, anche se non sembra essere molto facile. Ci sentiamo tutti impacciati e timidi. Vorremo rivolgere tante domande, ma capiamo che per loro non è affatto facile riuscire a raccontarsi. E allora siamo partiti dal tradurre semplici parole: "Ciao", "Quaderno", "Penna", "Benvenuti"; a presentarci in francese, a parlare del teorema di Pitagora e a scoprire che loro il teorema di Pitagora lo hanno già studiato. Ecco, qualcosa su cui ci siamo ritrovati e sentiti vicini! Non su di un ponte, ma sull'ipotenusa di un ipotetico triangolo rettangolo. Un teorema di matematica, simbolo della ricerca che ha permesso all'umanità di evolversi e raggiungere tappe della conoscenza che sembravano inimmaginabili. La stessa conoscenza che ancora oggi noi ragazzi perseguiamo a scuola: un luogo dove impariamo ad essere anche fratelli pur non parlando la stessa lingua. Questo è l'obiettivo della nostra scuola Vaccina, che non si tira indietro quando c'è da essere accoglienti e che sa insegnare con l'esempio a tutti noi che un mondo solidale e in pace è possibile».