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La scuola "Oberdan" celebra il giorno della Memoria con un cortometraggio
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La scuola "Oberdan" celebra il giorno della Memoria con un cortometraggio

Una giornata dedicata ai più piccoli per non dimenticare, guardare il passato per capire il presente, organizzata dall’associazione “Hi Nic” Andria

"La cultura come sveglia delle coscienze", il cortometraggio presentato ieri mattina (26 gennaio) alle classi quinte nella sala Dante della scuola "Oberdan" di Andria, finalizzato a sensibilizzare i giovani studenti alla cultura della memoria.

Una giornata dedicata ai più piccoli per non dimenticare, guardare il passato per capire il presente, organizzata dall'associazione "Hi Nic" Andria che ha visto la partecipazione anche della consigliere regionale con delega alla cultura "Grazia Di Bari".

«Abbiamo portato questo video ai bambini dell'Oberdan per raccontare in maniera semplice che cosa è stato Auschwitzche, cosa ha fatto il nazismo durante la seconda guerra mondiale e cos'è la giornata della memoria» dichiara Grazia Di Bari e aggiunge «Attraverso parole semplici, gesti semplici abbiamo fatto capire ai bambini quanto l'odio può far male e quanto invece l'amore, l'inclusione, il volersi bene, l'accettare altro può cambiare non solo la propria vita ma anche quella degli altri».

A presentare il cortometraggio "La cultura come sveglia delle coscienze", inserito nell'ambito di un progetto del Ministero dell'Istruzione e del Merito, fortemente voluto dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Maria Rosaria Pugliese del "Mons Bello" di Molfetta, la professoressa Anna Cormio del "Mons Bello" e i suoi studenti, nonché autori.

«Una mattinata con i bambini delle classi quinte per ricordare gli eventi di una storia passata e che ahimè è tornata nel nostro tempo. Il messaggio che vogliamo lanciare è guardare il passato per capire il presente. Gli studenti hanno realizzato un cortometraggio "La cultura come sveglia delle coscienze" – dichiara la prof.ssa Anna Pellegrini del "Mons di Bello" e aggiunge - Un video dedicato ai bambini perché la focalizzazione di tutte le immagini è data ai bambini, in quanto nei campi di concentramento hanno saputo trovare attraverso il gioco una strada per tollerare, non solo sopravvivere, il dolore e il trauma che hanno dovuto subire nei campi di concentramento».

Attenti e curiosi gli studenti dell'Oberdan hanno posto domande e riflessioni ai giovani studenti del "Mons. Di Bello" su un tema che li ha profondamente fatto riflettere sull'atrocità della storia e di quanto sia importante non dover commettere più gli stessi errori. Riflessione sfociata in un dialogo aperto tra studenti e insegnanti dove ha visto il coinvolgimento attivo dei preseti. Una manifestazione che lascia un segno incisivo e che per questo, molto probabilmente, potrebbe replicarsi anche per altre classi della scuola "Oberdan".

«Purtroppo siamo ancora "costretti" a parlare di memoria, costretti a dover ricordare eventi e fatti incresciosi che la storia dovrebbe cancellare ma in realtà non ha ancora cancellato, per questo servono queste giornate soprattutto per giovani che sono la nuova linfa, il nostro domani affinchè portino la testimonianza di quanto accaduto» conclude Nicola Basile, Presidente dell'associazione "Hi Nic".
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