Attualità
La Regione potenzia le misure per combattere i tumori della mammella e dell’ovaio
Allargato il target di popolazione alle donne nella fasce d’età 45-49, prevedendo lo screening annuale
Puglia - mercoledì 19 gennaio 2022
07.30
"Dichiarare guerra totale al tumore della mammella e dell'ovaio è una missione imprescindibile, che non ammette tentennamenti né giustificazioni tecniche e logistiche".
Così il consigliere Fabiano Amati nella relazione di accompagnamento alla sua proposta di legge approvata alla unanimità alla III Commissione del presidente Mauro Vizzino e divenuta legge ieri, martedì 18 gennaio.
L'iniziativa legislativa che prevede "misure di potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni genetiche germinali" – ha raccolto la sottoscrizione di molti consiglieri.
"Il tumore alla mammella è il primo nel sesso femminile – ha spiegato Amati - si stima che una donna su otto/nove si ammalerà nell'arco della sua vita, con il 5-10 per cento d'origine ereditaria. Nel sesso maschile, invece, ha un'incidenza di 1 su mille, ed è considerato motivo di sospetto genetico.
Il tumore all'ovaio, invece, è al decimo posto tra i tumori femminili: si stimano nel 30 per cento dei tumori e con il 10 per cento d'origine ereditaria.
Sia nel caso di tumori sporadici che eredo-familiari, la diagnosi precoce e i programmi di sorveglianza clinico-strumentale aiutano a risparmiare vite umane, in considerazione - innanzitutto - di adeguate terapie in grado di aumentare sempre più le aspettative di vita".
Per questi motivi con questa legge "s'intende potenziare l'attività di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore alla mammella, con misure dirette all'invito di tutta la popolazione obiettivo al test di classificazione (normale - sospetta), incentivare l'adesione e semplificare il procedimento d'invito al test e di protezione nella prenotazione per i test successivi.
Attualmente lo screening è assicurato ogni due anni alle donne nella fascia d'età 50-74, non considerando la fascia d'età 45-49 e 40-44, ove le percentuali d'incidenza di malattia risultano altamente significative".
Viene allargato il target di popolazione alle donne nella fasce d'età 45-49, prevedendo lo screening annuale, e rimette ai medici di medicina generale - per la fascia d'età 40-44 - la prima valutazione del rischio in persone con storia familiare positiva, sulla base di protocolli internazionali e nazionali, demandando la decisione finale di ammissione al programma di screening ai Centri senologici di riferimento territoriale.
Nel capo II della proposta di legge, inoltre, s'istituisce il programma di valutazione del rischio e sorveglianza clinica e strumentale per pazienti e familiari con mutazioni geniche germinale. In poche parole, il procedimento di ricerca di mutazioni eredo-familiari nei geni BRCA1 e BRCA2, ovvero esteso a pannelli di geni implicati in particolari forme tumorali: per esempio p53 e PTEN.
In particolare è istituito il programma di Consulenza Genetica Oncologica – CGO assicurato a tutte le persone affette da tumore della mammella e dell'ovaio o a rischio per una predisposizione di tipo familiare, allo scopo di programmare eventuali misure di sorveglianza clinica e strumentale, nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali.
Centri di CGO sono le Breast Units, i cui responsabili definiscono i criteri d'accesso alla CGO, le modalità di contatto dell'utente e dei suoi familiari, i criteri diagnostici per le diverse fasce di rischio e per l'accesso a eventuali test genetici, le caratteristiche dei test genetici offerti, i Laboratori di riferimento nell'ambito del Servizio sanitario regionale e i tempi e le modalità di esecuzione delle eventuali misure di sorveglianza.
La CGO è prevista per persone con storia personale e familiare di tumore, ai quali è assicurato l'eventuale test genetico BRCA1 e BRCA2, ovvero esteso, in casi particolari stabiliti dallo specialista richiedente e sulla base dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche, a pannelli di geni implicati in particolari forme tumorali eredo-familiari.
Nel caso di accertamento della mutazione genetica, i centri di screening mammografico e cervicale provvedono all'esecuzione del programma di sorveglianza clinico-strumentale e alla prescrizione delle relative prestazioni.
Questa legge appaga così una necessità di prevenzione che va slegata al più presto dalle pastoie burocratiche e ammessa alle modalità più risolute del chi-non-fa-perde-il-posto. Infatti: ad oggi tutti gli atti aziendali delle Asl dicono che devono essere invitate allo screening il 100% delle donne interessate. La media regionale di inviti, invece, dice che non si supera il 65 per cento: troppo poco per una regione che vuole prevenire gli effetti mortali di questa malattia. La proposta di legge prevede, a questo proposito, la decadenza dei manager Asl qualora non si raggiunga l'obiettivo indicato negli stessi atti aziendali.
"In Consiglio abbiamo scritto una pagina importante per le donne pugliesi con l'approvazione della legge che prevede il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e l'istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni genetiche germinali. Una norma particolarmente importante in un momento come questo, in cui a causa della pandemia si rischia di trascurare la prevenzione, con conseguenze catastrofiche. Per questo ho ritenuto indispensabile in conferenza dei capigruppo far sì che la proposta arrivasse già oggi in consiglio, dopo l'approvazione ieri in Commissione, e ho sottoscritto il testo a prima firma del consigliere Amati". Lo dichiara la capogruppo del M5S Grazia Di Bari.
"Tra le novità più importanti introdotte dalla legge - continua Di Bari - ci sono anche gli obiettivi di estensione degli inviti alla popolazione target e di programmazione a data fissa per l'esecuzione dei test successivi al primo, il cui mancato raggiungimento comporterà la decadenza dei direttori generali delle Asl competenti. Sarà quindi tra i compiti del consiglio monitorare periodicamente l'applicazione della legge da parte delle aziende sanitarie, così da affrontare per tempo eventuali criticità che dovessero presentarsi in corso d'opera. Parliamo di una norma che rappresenta un vera e propria rivoluzione nella prevenzione e contrasto al tumore alla mammella e all'ovaio e dobbiamo far sì che non resti solo sulla carta".
"Nella giornata di lunedì 17 gennaio la III Commissione Sanità - sottolinea in una nota la consigliera Pd, Lucia Parchitelli- ha approvato all'unanimità la proposta di legge "Misure di potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni genetiche germinali", a firma del Partito Democratico. Ieri, martedì 18 gennaio, in Consiglio regionale, questa proposta è diventata Legge della Puglia.
Il nostro obiettivo è lottare, con tutte le nostre forze, contro il tumore della mammella. Una patologia sempre più presente nella vita di una donna e che impatta in modo enorme nelle dinamiche di una famiglia. La prevenzione è un'arma fortissima e per questo con la Legge approvata vogliamo potenziare l'attività di screening per la diagnosi precoce del tumore, incentivando l'adesione al test e la prenotazione dei test successivi. I medici di medicina generale potranno, per la fascia 40-44 anni, fare una prima valutazione del rischio in persone con una storia familiare positiva, mentre lo screening viene allargato alle donne nella fascia 45-49. Di straordinaria importanza anche l'istituzione del programma di valutazione del rischio e sorveglianza clinica per pazienti e familiari con mutazioni geniche, e quindi a rischio.
Un lavoro impegnativo ma su una strada che abbiamo già iniziato a percorrere e che da donna vedrà tutto il mio impegno affinchè la prevenzione possa consentirci di combattere la violenza di questa malattia e ridurre le tante tragedie che sempre più colpiscono le nostre vite"
Così il consigliere Fabiano Amati nella relazione di accompagnamento alla sua proposta di legge approvata alla unanimità alla III Commissione del presidente Mauro Vizzino e divenuta legge ieri, martedì 18 gennaio.
L'iniziativa legislativa che prevede "misure di potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni genetiche germinali" – ha raccolto la sottoscrizione di molti consiglieri.
"Il tumore alla mammella è il primo nel sesso femminile – ha spiegato Amati - si stima che una donna su otto/nove si ammalerà nell'arco della sua vita, con il 5-10 per cento d'origine ereditaria. Nel sesso maschile, invece, ha un'incidenza di 1 su mille, ed è considerato motivo di sospetto genetico.
Il tumore all'ovaio, invece, è al decimo posto tra i tumori femminili: si stimano nel 30 per cento dei tumori e con il 10 per cento d'origine ereditaria.
Sia nel caso di tumori sporadici che eredo-familiari, la diagnosi precoce e i programmi di sorveglianza clinico-strumentale aiutano a risparmiare vite umane, in considerazione - innanzitutto - di adeguate terapie in grado di aumentare sempre più le aspettative di vita".
Per questi motivi con questa legge "s'intende potenziare l'attività di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore alla mammella, con misure dirette all'invito di tutta la popolazione obiettivo al test di classificazione (normale - sospetta), incentivare l'adesione e semplificare il procedimento d'invito al test e di protezione nella prenotazione per i test successivi.
Attualmente lo screening è assicurato ogni due anni alle donne nella fascia d'età 50-74, non considerando la fascia d'età 45-49 e 40-44, ove le percentuali d'incidenza di malattia risultano altamente significative".
Viene allargato il target di popolazione alle donne nella fasce d'età 45-49, prevedendo lo screening annuale, e rimette ai medici di medicina generale - per la fascia d'età 40-44 - la prima valutazione del rischio in persone con storia familiare positiva, sulla base di protocolli internazionali e nazionali, demandando la decisione finale di ammissione al programma di screening ai Centri senologici di riferimento territoriale.
Nel capo II della proposta di legge, inoltre, s'istituisce il programma di valutazione del rischio e sorveglianza clinica e strumentale per pazienti e familiari con mutazioni geniche germinale. In poche parole, il procedimento di ricerca di mutazioni eredo-familiari nei geni BRCA1 e BRCA2, ovvero esteso a pannelli di geni implicati in particolari forme tumorali: per esempio p53 e PTEN.
In particolare è istituito il programma di Consulenza Genetica Oncologica – CGO assicurato a tutte le persone affette da tumore della mammella e dell'ovaio o a rischio per una predisposizione di tipo familiare, allo scopo di programmare eventuali misure di sorveglianza clinica e strumentale, nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali.
Centri di CGO sono le Breast Units, i cui responsabili definiscono i criteri d'accesso alla CGO, le modalità di contatto dell'utente e dei suoi familiari, i criteri diagnostici per le diverse fasce di rischio e per l'accesso a eventuali test genetici, le caratteristiche dei test genetici offerti, i Laboratori di riferimento nell'ambito del Servizio sanitario regionale e i tempi e le modalità di esecuzione delle eventuali misure di sorveglianza.
La CGO è prevista per persone con storia personale e familiare di tumore, ai quali è assicurato l'eventuale test genetico BRCA1 e BRCA2, ovvero esteso, in casi particolari stabiliti dallo specialista richiedente e sulla base dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche, a pannelli di geni implicati in particolari forme tumorali eredo-familiari.
Nel caso di accertamento della mutazione genetica, i centri di screening mammografico e cervicale provvedono all'esecuzione del programma di sorveglianza clinico-strumentale e alla prescrizione delle relative prestazioni.
Questa legge appaga così una necessità di prevenzione che va slegata al più presto dalle pastoie burocratiche e ammessa alle modalità più risolute del chi-non-fa-perde-il-posto. Infatti: ad oggi tutti gli atti aziendali delle Asl dicono che devono essere invitate allo screening il 100% delle donne interessate. La media regionale di inviti, invece, dice che non si supera il 65 per cento: troppo poco per una regione che vuole prevenire gli effetti mortali di questa malattia. La proposta di legge prevede, a questo proposito, la decadenza dei manager Asl qualora non si raggiunga l'obiettivo indicato negli stessi atti aziendali.
"In Consiglio abbiamo scritto una pagina importante per le donne pugliesi con l'approvazione della legge che prevede il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e l'istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni genetiche germinali. Una norma particolarmente importante in un momento come questo, in cui a causa della pandemia si rischia di trascurare la prevenzione, con conseguenze catastrofiche. Per questo ho ritenuto indispensabile in conferenza dei capigruppo far sì che la proposta arrivasse già oggi in consiglio, dopo l'approvazione ieri in Commissione, e ho sottoscritto il testo a prima firma del consigliere Amati". Lo dichiara la capogruppo del M5S Grazia Di Bari.
"Tra le novità più importanti introdotte dalla legge - continua Di Bari - ci sono anche gli obiettivi di estensione degli inviti alla popolazione target e di programmazione a data fissa per l'esecuzione dei test successivi al primo, il cui mancato raggiungimento comporterà la decadenza dei direttori generali delle Asl competenti. Sarà quindi tra i compiti del consiglio monitorare periodicamente l'applicazione della legge da parte delle aziende sanitarie, così da affrontare per tempo eventuali criticità che dovessero presentarsi in corso d'opera. Parliamo di una norma che rappresenta un vera e propria rivoluzione nella prevenzione e contrasto al tumore alla mammella e all'ovaio e dobbiamo far sì che non resti solo sulla carta".
"Nella giornata di lunedì 17 gennaio la III Commissione Sanità - sottolinea in una nota la consigliera Pd, Lucia Parchitelli- ha approvato all'unanimità la proposta di legge "Misure di potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni genetiche germinali", a firma del Partito Democratico. Ieri, martedì 18 gennaio, in Consiglio regionale, questa proposta è diventata Legge della Puglia.
Il nostro obiettivo è lottare, con tutte le nostre forze, contro il tumore della mammella. Una patologia sempre più presente nella vita di una donna e che impatta in modo enorme nelle dinamiche di una famiglia. La prevenzione è un'arma fortissima e per questo con la Legge approvata vogliamo potenziare l'attività di screening per la diagnosi precoce del tumore, incentivando l'adesione al test e la prenotazione dei test successivi. I medici di medicina generale potranno, per la fascia 40-44 anni, fare una prima valutazione del rischio in persone con una storia familiare positiva, mentre lo screening viene allargato alle donne nella fascia 45-49. Di straordinaria importanza anche l'istituzione del programma di valutazione del rischio e sorveglianza clinica per pazienti e familiari con mutazioni geniche, e quindi a rischio.
Un lavoro impegnativo ma su una strada che abbiamo già iniziato a percorrere e che da donna vedrà tutto il mio impegno affinchè la prevenzione possa consentirci di combattere la violenza di questa malattia e ridurre le tante tragedie che sempre più colpiscono le nostre vite"