Attualità
La Puglia, terra di “usurai di prossimità”
E' quanto emerso nel corso dei lavori della Commissione d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata nella nostra regione
Puglia - martedì 16 novembre 2021
12.54
E' una criminalità diffusa quella presenta nella nostra Puglia, dove non ci sono boss ma una rete diffusa del "malaffare. Dopo l'audizione dei Prefetti e dei Procuratori pugliesi, è proseguito ieri a Bari, il lavoro della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia- coordinata dal presidente Renato Perrini, con l'ascolto dell'on. Paolo Lattanzio, richiesto dalla consigliera regionale tranese Debora Ciliento.
Barese, componente la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, Lattanzio si è soffermato sugli aspetti che più hanno caratterizzato le trasformazioni delle attività della criminalità organizzata in epoca Covid.
Dopo una fase di attenzione a quanto accadeva, ecco il focalizzarsi su tre elementi fondamentali: gli Enti Locali, chiamati ad individuare gli interventi di natura primariamente sociale; le imprese- soprattutto medio piccole- tessuto essenziale dell'economia italiana ed investite dall'uragano Covid che ha esacerbato una situazione di già grave liquidità; le Comunità sociali, infiacchite dalla crisi economica che aveva già colpito le imprese.
Niente grandi boss, questa volta. Una nuova rete diffusa, invece, di piccoli referenti, quasi una sorta di " usurai di prossimità", come li ha definiti Lattanzio, pronti a " darti una mano" in cambio di quello che, con lo specchio deformante della disperazione, può apparire quasi nulla: conservare un borsone o una valigia per un po', ad esempio, senza farsi – né fare- domande sul contenuto. Niente violenza. Niente sangue. Che poi si tratti di armi, o di soldi sporchi … basta non chiederlo per evitare di saperlo.
Menti acute? - chiede il parlamentare barese- al contrario. Il più delle volte questi personaggi sono diversamente colti, ed persino diversamente istruiti. Hanno bisogno di aiuto anche per le operazioni più semplici. Questo è il punto debole nel quale lo Stato nelle sue diverse articolazioni può infiltrarsi. Queste nuove, diffuse reti criminali hanno bisogno delle professionalità altrui che però devono essere in grado di riconoscere chi hanno difronte. Quindi, ritornando così a quanto Prefetti e Procuratori pugliesi avevano già detto, più si amplia il perimetro della consapevolezza civile, meno terreno fertile c'è per il reclutamento criminale.
Ringraziando il parlamentare in chiusura della seduta, il presidente Perrini ha ricordato l'iniziativa assunta dalla Commissione consiliare e sùbito appoggiata dalla presidente dell'Assemblea regionale, Loredana Capone, per l'approvazione di un ordine del giorno che impegni la Giunta a chieder al Governo nazionale un maggior sforzo in Puglia, e soprattutto nel foggiano, per l'aumento di presidi giudiziari ed investigativi.
Barese, componente la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, Lattanzio si è soffermato sugli aspetti che più hanno caratterizzato le trasformazioni delle attività della criminalità organizzata in epoca Covid.
Dopo una fase di attenzione a quanto accadeva, ecco il focalizzarsi su tre elementi fondamentali: gli Enti Locali, chiamati ad individuare gli interventi di natura primariamente sociale; le imprese- soprattutto medio piccole- tessuto essenziale dell'economia italiana ed investite dall'uragano Covid che ha esacerbato una situazione di già grave liquidità; le Comunità sociali, infiacchite dalla crisi economica che aveva già colpito le imprese.
Niente grandi boss, questa volta. Una nuova rete diffusa, invece, di piccoli referenti, quasi una sorta di " usurai di prossimità", come li ha definiti Lattanzio, pronti a " darti una mano" in cambio di quello che, con lo specchio deformante della disperazione, può apparire quasi nulla: conservare un borsone o una valigia per un po', ad esempio, senza farsi – né fare- domande sul contenuto. Niente violenza. Niente sangue. Che poi si tratti di armi, o di soldi sporchi … basta non chiederlo per evitare di saperlo.
Menti acute? - chiede il parlamentare barese- al contrario. Il più delle volte questi personaggi sono diversamente colti, ed persino diversamente istruiti. Hanno bisogno di aiuto anche per le operazioni più semplici. Questo è il punto debole nel quale lo Stato nelle sue diverse articolazioni può infiltrarsi. Queste nuove, diffuse reti criminali hanno bisogno delle professionalità altrui che però devono essere in grado di riconoscere chi hanno difronte. Quindi, ritornando così a quanto Prefetti e Procuratori pugliesi avevano già detto, più si amplia il perimetro della consapevolezza civile, meno terreno fertile c'è per il reclutamento criminale.
Ringraziando il parlamentare in chiusura della seduta, il presidente Perrini ha ricordato l'iniziativa assunta dalla Commissione consiliare e sùbito appoggiata dalla presidente dell'Assemblea regionale, Loredana Capone, per l'approvazione di un ordine del giorno che impegni la Giunta a chieder al Governo nazionale un maggior sforzo in Puglia, e soprattutto nel foggiano, per l'aumento di presidi giudiziari ed investigativi.