Religioni
La musica sacra dedicata a San Riccardo
Una riflessione di Michele Carretta, incaricato per la Musica sacra della Diocesi di Andria
Andria - giovedì 17 settembre 2020
07.30
I risultati della ricerca storica del Dott. Antonio di Gioia condotta sulla figura di San Riccardo, di cui abbiamo letto ieri su questa testata, mi dà l'occasione di soffermarmi sulla musica sacra dedicata al nostro Patrono. E questo non deve stupire perché anche la musica e il canto, se pur legati alla liturgia della Chiesa, rappresentano e raccontano la storia di un popolo. E quando questa storia affonda le sue radici in un passato troppo remoto per essere rintracciato, allora esso diventa un tesoro prezioso da custodire e tramandare.
Mi riferisco al Responsorio di San Riccardo, un antichissimo testo liturgico in lingua latina messo in musica almeno tre secoli fa e la cui melodia si tramanda di generazione di generazione in maniera del tutto orale, e di cui lungo gli anni per fortuna si è fatto custode il Capitolo Cattedrale. Ancora oggi esso si canta solamente durante le liturgie della festa patronale, in un'atmosfera nobile e solenne che sembra concentrare in sé tutta la fede e la devozione del popolo andriese verso il suo Patrono Riccardo. Ecco il testo e una mia traduzione.
Sancte Richarde, Christi confessor,
audi rogantes servulos.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
O Sancte Richarde, presul Andriae,
preces devotas suscipe
et a nobis averte pestem, famem et bellum.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
O Sancte Richarde, fulgidum sydus gratia Dei,
servorum tuorum gemitus
solita suscipe clementia.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancti.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
Traduzione:
San Riccardo, testimone di Cristo,
ascolta i fedeli che pregano.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
San Riccardo, Vescovo di Andria,
ascolta le devote preghiere
e allontana da noi la peste, la fame e la guerra.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
San Riccardo, fulgido astro della grazia di Dio,
nella tua fedele clemenza
ascolta il gemito dei tuoi servi.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito santo.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
In mancanza di uno studio scientifico sul Proprio liturgico della nostra diocesi e della nostra città, per il quale qualche giovane studioso di Scienze religiose potrebbe attivarsi, ipotizzo che il testo sia il risultato di una serie di invocazioni piuttosto diffuse e messe insieme a creare l'intero Responsorio. Infatti, il testo della prima strofa sembra un'invocazione piuttosto diffusa, così come emerge dagli antichi libri di preghiere rintracciabili anche su internet, in cui era possibile inserire il nome del santo che doveva essere ricordato: «Sancte N, Christi confessor, audi rogantes servulos». La seconda strofa appare come Graduale (il nostro salmo responsoriale) in un Messale Romano del 1837, nelle pagine relative a San Riccardo «Primi Episcopi, Confessoris et patroni principalis civitatis Andriensis».
Circa la musica ogni ipotesi sarebbe fantasiosa, non essendoci traccia di spartito. Nel 1928, poi, il sacerdote e compositore Mons. Antonio De Fidio, organista e Canonico Cantore della cattedrale di Andria, riveste l'antico testo di una nuova melodia a 4 voci, che quest'anno sarà eseguita per la prima volta durante la messa Pontificale di domenica 20 settembre.
Mi riferisco al Responsorio di San Riccardo, un antichissimo testo liturgico in lingua latina messo in musica almeno tre secoli fa e la cui melodia si tramanda di generazione di generazione in maniera del tutto orale, e di cui lungo gli anni per fortuna si è fatto custode il Capitolo Cattedrale. Ancora oggi esso si canta solamente durante le liturgie della festa patronale, in un'atmosfera nobile e solenne che sembra concentrare in sé tutta la fede e la devozione del popolo andriese verso il suo Patrono Riccardo. Ecco il testo e una mia traduzione.
Sancte Richarde, Christi confessor,
audi rogantes servulos.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
O Sancte Richarde, presul Andriae,
preces devotas suscipe
et a nobis averte pestem, famem et bellum.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
O Sancte Richarde, fulgidum sydus gratia Dei,
servorum tuorum gemitus
solita suscipe clementia.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancti.
Et impetratam coelitus tu defer indulgentiam.
Traduzione:
San Riccardo, testimone di Cristo,
ascolta i fedeli che pregano.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
San Riccardo, Vescovo di Andria,
ascolta le devote preghiere
e allontana da noi la peste, la fame e la guerra.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
San Riccardo, fulgido astro della grazia di Dio,
nella tua fedele clemenza
ascolta il gemito dei tuoi servi.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito santo.
E ottieni dal cielo la supplicata benevolenza.
In mancanza di uno studio scientifico sul Proprio liturgico della nostra diocesi e della nostra città, per il quale qualche giovane studioso di Scienze religiose potrebbe attivarsi, ipotizzo che il testo sia il risultato di una serie di invocazioni piuttosto diffuse e messe insieme a creare l'intero Responsorio. Infatti, il testo della prima strofa sembra un'invocazione piuttosto diffusa, così come emerge dagli antichi libri di preghiere rintracciabili anche su internet, in cui era possibile inserire il nome del santo che doveva essere ricordato: «Sancte N, Christi confessor, audi rogantes servulos». La seconda strofa appare come Graduale (il nostro salmo responsoriale) in un Messale Romano del 1837, nelle pagine relative a San Riccardo «Primi Episcopi, Confessoris et patroni principalis civitatis Andriensis».
Circa la musica ogni ipotesi sarebbe fantasiosa, non essendoci traccia di spartito. Nel 1928, poi, il sacerdote e compositore Mons. Antonio De Fidio, organista e Canonico Cantore della cattedrale di Andria, riveste l'antico testo di una nuova melodia a 4 voci, che quest'anno sarà eseguita per la prima volta durante la messa Pontificale di domenica 20 settembre.