Speciale
La forza delle donne. Intervista a una contadina andriese
Anna è nata nei campi, ma solo grazie alla sua tenacia e lungimiranza ha cambiato il suo modo di vivere
Andria - mercoledì 8 marzo 2023
10.32
Riconoscere e valorizzare il talento delle donne che non si arrendono e che rappresentato un'opportunità di sviluppo culturale per il nostro territorio. È quanto vogliamo raccontare, in occasione della giornata internazionale della Donna, giorno dedicato al ricordo e alla riflessione delle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile.
Per Andria Viva abbiamo incontrato Anna Fucci, classe '83, imprenditrice agricola di prima generazione. Titolare di un'azienda agricola situata in contrada Zagaria, ad Andria ad indirizzo olivicoltrice, lei si occupa prevalentemente della gestione di colture di ulivi: raccolta di olive e produzione di olio.
In questo giorno, abbiamo voluto omaggiarla con una rametto di mimosa, simbolo della donna per eccellenza.
Lei è una di quelle donne che sicuramente fa la differenza, perché oltre ad essere una vera contadina, si occupa anche di sviluppare una maggiore cultura contadina, grazie a progetti messi in campo con le scuole e ad attività connesse con le famiglie.
Andria che sin dalle sue origine è stata sempre una città latifondista, dove i protagonisti del passato di questo pezzo di Puglia sono stati proprio i contadini e le contadine. Instancabili lavoratori e lavoratrici trascorrevano gran parte della loro vita nei campi, badando alle mucche, coltivando la terra e raccogliendo alcune tra le più rare e gustose erbe spontanee della zona.
Oggi, invece, Anna possiamo considerarla una donna "pioniera", rivoluzionaria, innovatrice e soprattutto attivista dedita a tutto tondo nell'agricoltura. Anna è nata nei campi ma solo grazie alla sua tenacia e lungimiranza ha cambiato il suo modo di vivere. Quando ha iniziato aveva solo 26 anni e nonostante la sua giovane età ha avuto il coraggio di avventurarsi in un settore spesso considerato "vecchio", saturo e inappropriato, ancor di più per una donna, per immaginare prospettive future.
«Mi considero una contadina e asinara. Asinara perché gli asini sono testardi e dolcissimi, amorevoli. Mi rivedo in loro. Tutti gli animali che hanno gli occhi grandi sono dolcissimi » parla Anna.
Cosa significa per te la giornata internazionale della Donna?
«Per me la giornata internazionale della Donna è importante perché la Donna ha un ruolo fondamentale sia nell'ambito familiare che nell'ambito lavorativo. Oltretutto oggi siamo rappresentate da Donne, vedi il nostro governo. E questa significa tanto per noi. Oltre allo sforzo al sacrificio. Sacrificio io lo intendo come sacro, che regala tanta soddisfazione. Noi Donne sappiamo fare tutto. Qualsiasi cosa per noi, nulla è impossibile. È tutto possibile. E questo grazie solo all'essere Donna»
Chi è la donna che ti ha ispirato?
«Non ho un idolo ben preciso. Ma ammiro tutte quelle donne che dal nulla hanno creato qualcosa di vero e di puro. Tutte quelle donne che si sono reinventate, che hanno creduto, in qualcosa che poi alla fine ce l hanno fatta»
Quale pensi sia invece la parte migliore dell'essere Donna oggi?
«La parte migliore dell'essere Donna secondo me la forza di volontà di una donna e la caparbietà di una Donna. Penso sia questo»
Qual è secondo te lo stereotipo più pericoloso sulle Donne?
«Sicuramente quello di considerare la donna superficiale, soprattutto nell'ambito lavorativo. E questo non lo è, perché sappiamo bene di come le donne sono molto attente e determinate. Riescono a scovare negli angolini pur di tirar fuori il meglio in qualsiasi cosa, oltre che la precisione. Per cui apparentemente alcune persone possono classificare la donna come di facile rappresentanza, di facile arrivo. Ma in realtà non è così!» continua «Lo noto proprio nell'ambito agricolo e contadino. Questo è evidente. Ad esempio molto spesso quando vado a comprare i concimi o programmare i trattamenti, ho la sensazione di stare lì in un posto sbagliato. Mi fanno pensare questo. Cioè che non dovrebbe essere la donna a stare in quel posto, tant'è che molto spesso mi dicono ma il tuo contadino non può venire? E io rispondo, quale contadino? Sono io il contadino di me stessa – sorride Anna – Tra l'altro molto spesso quando mi vedono nei campi, nei fondi a fare proprio i lavori in maniera diretta mi scambiano per rumena. E iniziano a chiedermi di dove sono, di quale zona della Romania arrivo. E io poi ci sto al "gioco" e reggo il gioco.. e invento… questo significa che qui non siamo abituati culturalmente a vedere le donne nei campi. E molto spesso è grazie a questa mano d'opera rumena che riusciamo a portare le nostre aziende agricole, perché loro fanno un lavoro così attento e preciso soprattutto nel vigneto. Un lavoro meticoloso, di precisione e di pazienza e lo sanno fare bene le donne rumene. In realtà non vedresti mai una donna andriese a fare questo»
Tu quindi lavori con altre donne?
«Mi capita di incontrarle nei campi. Io non lavoro con altre donne. Gestisco i miei fondi, i miei terreni per cui non mi avvalgo di aiuti di operaie, perché non ne ho bisogno. Semmai dovessi aver bisogno secondo me sono le prime per me ad essere interpellate, perché sono veramente brave»
Hai mai avuto riconoscimenti?
«Ho ricevuto diversi riconoscimenti come l'oscar green nel 2018, donne impresa nell'ambito agricolo Coldiretti Puglia. Il progetto era quello dell'attività connessa nell'ambito agricolo. Noi nasciamo come azienda agricola e zootecnica. Io sono figlia di allevatori per cui sono nata e cresciuta in questo ambiente e dopo tante esperienze. Dopo due diplomi, non riuscivo a capire la mia giusta direzione. Dopo esperienze fuori di diverso tipo, dalla cameriera, all'apertura di negozio di abbigliamento. Dopo la nascita di Domenico, mio figlio, dopo la separazione. Ho deciso di stravolgere, di cambiare la mia vita.
Avevo 26 anni e io ero impiegata, in quel periodo, nelle poste. Nell'azienda del mio ex marito e quindi oltre ad aver perso il marito, avevo perso anche il lavoro. Quindi mi sono dovuta reinventare e ho capito che dovevo utilizzare il mio sapere. La cosa che più sentivo era di appartenere alla terra, perché noi tutti apparteniamo alla Terra. Noi siamo parte integrante della Terra. Poi con l'arrivo di Domenico, a maggior ragione ed è iniziata questa avventura nell'ambito agricolo.
Considera che io da ragazza volevo scappare dalla campagna. Avevo un rifiuto, perché vedevo tutti gli sforzi, i sacrifici di mia madre e assolutamente non volevo fare questa vita. In realtà, poi dopo mi sono ricreduta, perché il sacrificio diventa gratificante dopo. E la Terra ti grafica tanto, come anche gli animali. E quindi 2018 mi fu assegnato questo primo premio, poi nel 2019, sempre durante la Festa della Donna, ho ricevuto un altro premi sempre nell'ambito agricolo di Donna Impresa. Il premio ha riconosciuto il mio progetto e l'innovazione nell'ambito agricolo e zootecnico»
Conosci altre donne attive come te nel mondo agricolo?
«Ho conosciuto delle donne in gamba nell'ambito agricolo che hanno portato innovazione, soprattutto in Puglia. Abbiamo tante donne che hanno fatto dell'agricoltura qualcosa che hanno un quid in più. Hanno portato delle novità. Tipo quella ragazza che ha fatto dalla pianta del fico d'india ha creato un tessuto vegetale e crea borse. Anche questo è inerente, connesso all'attività agricola e con questo tessuto vegetale che estrae da questa pianta ha fatto di tutto: decorazioni per pareti, ha ristrutturato mobili. Fa un sacco di cose!»
Quali sono secondo te le caratteristiche che una Donna deve avere per lavorare nel tuo ambito? È semplice?
«Assolutamente non è semplice, e quello che mi viene da dire a chi vorrebbe intraprendere questo lavoro che è una missione più di tutto. Non è un lavoro, perché ci sono le salite, ma sappiamo bene che ci sono anche le discese e nell'ambito agricolo è veramente dura e sacrificante perché noi viviamo sotto il cielo, così dicono i contadini. È determinante l'aspetto climatico, per cui un anno si piange, un anno si ride. Per cui bisogna essere determinati e bisogna osare. Mio padre mi diceva sempre due cose non fare il passo più lungo della gamba. Non aver paura, osa! Questo mi è servito tanto, in qualsiasi decisione ho fatto miei questi consigli»
Nella gestione dell'azienda agricola sei completamente solo o hai dei punti di riferimento? Sei una donna roccia?
«Sono sola in tutte le mie decisioni, sono sola. In realtà non mi sento sola completamente, ho una grande ricchezza. Ho la presenza di mio padre e di mia madre per cui loro vivono qui in masseria. Ho un punto di equilibrio, più che di riferimento anche se poi tutte le decisioni spettano a me: ma di fatto sono sola»
Da mamma e da contadina cosa ti senti di dire a tutte quelle famiglie che hanno perso la sana abitudine di essere in contatto con la natura?
«Sappiamo bene che il freddo non fa ammalare ma gli sbalzi termici. Ma quando arrivano qui tutti coperti, chiedo ai bambini ma dovete andare alle dolomiti? E li vedo arrivare molto coperti, e questo è un male, perché sudano e si ammalano. Per cui quello che sento di dire di accompagnare i bambini a vivere la natura e ritornare alla natura. Ma anche i genitori stessi, ormai la natura è terapeutica, anche la scienza lo dice. Gli animali sono terapeutici perché trascorrere del tempo in un luogo chiuso? Non sarebbe meglio camminare passeggiare perle nostre campagne che abbiamo un territorio vastissimo e ricchissimo, anche facendo dei giochi, ad esempio la caccia alle piante. Un gioco semplicissimo»
Ti senti diversa rispetto alle altre donne? Le donne hanno dei pregiudizi su di te, ti è capitato?
«Bhè in realtà si, quasi sempre la cultura è poco aperta. Ho avuto degli scontri su questo, ad esempio con altre mie coetanee. Quando mi sono approcciata con le mie coetanee, mi è capitato di sentirmi sminuita, però apparentemente è stato così ma poi si sono ricredute, perché noi donne di campagna abbiamo tanto da trasmettere e da donare, per cui lo sofferta pochissima questa cosa, perché quando uno è sicuro di se stessa non ha cerca approvazioni dall'esterno. Bisogna ascoltare il proprio cuore, altrimenti si corre il rischio di fare solo danni a ste stessa»
Quali le qualità che ti caratterizzano?
«Il coraggio, la pazienza e caparbia. Mi sento abbastanza ostinata nelle mie decisioni»
Come ti immagini nei prossimi anni?
«Con i capelli bianchi»
Ti rivedi sempre qui o in un altro posto?
«No, mi rivedo in questo posto, no perché io abbia le radici attaccate a questo suolo. Noi possiamo vivere in qualsiasi luogo, posto purché si sta bene con se stessi, al momento sento che questo è ancora il mio posto»
Programmi per il futuro?
«Io vivo alla giornata per cui colgo ogni singolo momento, per cui tutto ciò che arriva me lo prendo quindi non ha grandi progetti. I grandi progetti sono determinati dal tuo sentire, per cui vivo la quotidianità e questo mi piace un sacco non ho grandi aspettative»
Cosa vuoi dire alle donne di oggi?
«Sporcatevi le mani. Toccate la terra. Proprio questo mi sento di dire, di non avere paura perché la paura ci tiene in gabbia e ci fa prigioniere di noi stesse, di liberarsi dalla paura e di essere coraggiose, di fare un passo alla volta e di osare sempre»
Per Andria Viva abbiamo incontrato Anna Fucci, classe '83, imprenditrice agricola di prima generazione. Titolare di un'azienda agricola situata in contrada Zagaria, ad Andria ad indirizzo olivicoltrice, lei si occupa prevalentemente della gestione di colture di ulivi: raccolta di olive e produzione di olio.
In questo giorno, abbiamo voluto omaggiarla con una rametto di mimosa, simbolo della donna per eccellenza.
Lei è una di quelle donne che sicuramente fa la differenza, perché oltre ad essere una vera contadina, si occupa anche di sviluppare una maggiore cultura contadina, grazie a progetti messi in campo con le scuole e ad attività connesse con le famiglie.
Andria che sin dalle sue origine è stata sempre una città latifondista, dove i protagonisti del passato di questo pezzo di Puglia sono stati proprio i contadini e le contadine. Instancabili lavoratori e lavoratrici trascorrevano gran parte della loro vita nei campi, badando alle mucche, coltivando la terra e raccogliendo alcune tra le più rare e gustose erbe spontanee della zona.
Oggi, invece, Anna possiamo considerarla una donna "pioniera", rivoluzionaria, innovatrice e soprattutto attivista dedita a tutto tondo nell'agricoltura. Anna è nata nei campi ma solo grazie alla sua tenacia e lungimiranza ha cambiato il suo modo di vivere. Quando ha iniziato aveva solo 26 anni e nonostante la sua giovane età ha avuto il coraggio di avventurarsi in un settore spesso considerato "vecchio", saturo e inappropriato, ancor di più per una donna, per immaginare prospettive future.
«Mi considero una contadina e asinara. Asinara perché gli asini sono testardi e dolcissimi, amorevoli. Mi rivedo in loro. Tutti gli animali che hanno gli occhi grandi sono dolcissimi » parla Anna.
Cosa significa per te la giornata internazionale della Donna?
«Per me la giornata internazionale della Donna è importante perché la Donna ha un ruolo fondamentale sia nell'ambito familiare che nell'ambito lavorativo. Oltretutto oggi siamo rappresentate da Donne, vedi il nostro governo. E questa significa tanto per noi. Oltre allo sforzo al sacrificio. Sacrificio io lo intendo come sacro, che regala tanta soddisfazione. Noi Donne sappiamo fare tutto. Qualsiasi cosa per noi, nulla è impossibile. È tutto possibile. E questo grazie solo all'essere Donna»
Chi è la donna che ti ha ispirato?
«Non ho un idolo ben preciso. Ma ammiro tutte quelle donne che dal nulla hanno creato qualcosa di vero e di puro. Tutte quelle donne che si sono reinventate, che hanno creduto, in qualcosa che poi alla fine ce l hanno fatta»
Quale pensi sia invece la parte migliore dell'essere Donna oggi?
«La parte migliore dell'essere Donna secondo me la forza di volontà di una donna e la caparbietà di una Donna. Penso sia questo»
Qual è secondo te lo stereotipo più pericoloso sulle Donne?
«Sicuramente quello di considerare la donna superficiale, soprattutto nell'ambito lavorativo. E questo non lo è, perché sappiamo bene di come le donne sono molto attente e determinate. Riescono a scovare negli angolini pur di tirar fuori il meglio in qualsiasi cosa, oltre che la precisione. Per cui apparentemente alcune persone possono classificare la donna come di facile rappresentanza, di facile arrivo. Ma in realtà non è così!» continua «Lo noto proprio nell'ambito agricolo e contadino. Questo è evidente. Ad esempio molto spesso quando vado a comprare i concimi o programmare i trattamenti, ho la sensazione di stare lì in un posto sbagliato. Mi fanno pensare questo. Cioè che non dovrebbe essere la donna a stare in quel posto, tant'è che molto spesso mi dicono ma il tuo contadino non può venire? E io rispondo, quale contadino? Sono io il contadino di me stessa – sorride Anna – Tra l'altro molto spesso quando mi vedono nei campi, nei fondi a fare proprio i lavori in maniera diretta mi scambiano per rumena. E iniziano a chiedermi di dove sono, di quale zona della Romania arrivo. E io poi ci sto al "gioco" e reggo il gioco.. e invento… questo significa che qui non siamo abituati culturalmente a vedere le donne nei campi. E molto spesso è grazie a questa mano d'opera rumena che riusciamo a portare le nostre aziende agricole, perché loro fanno un lavoro così attento e preciso soprattutto nel vigneto. Un lavoro meticoloso, di precisione e di pazienza e lo sanno fare bene le donne rumene. In realtà non vedresti mai una donna andriese a fare questo»
Tu quindi lavori con altre donne?
«Mi capita di incontrarle nei campi. Io non lavoro con altre donne. Gestisco i miei fondi, i miei terreni per cui non mi avvalgo di aiuti di operaie, perché non ne ho bisogno. Semmai dovessi aver bisogno secondo me sono le prime per me ad essere interpellate, perché sono veramente brave»
Hai mai avuto riconoscimenti?
«Ho ricevuto diversi riconoscimenti come l'oscar green nel 2018, donne impresa nell'ambito agricolo Coldiretti Puglia. Il progetto era quello dell'attività connessa nell'ambito agricolo. Noi nasciamo come azienda agricola e zootecnica. Io sono figlia di allevatori per cui sono nata e cresciuta in questo ambiente e dopo tante esperienze. Dopo due diplomi, non riuscivo a capire la mia giusta direzione. Dopo esperienze fuori di diverso tipo, dalla cameriera, all'apertura di negozio di abbigliamento. Dopo la nascita di Domenico, mio figlio, dopo la separazione. Ho deciso di stravolgere, di cambiare la mia vita.
Avevo 26 anni e io ero impiegata, in quel periodo, nelle poste. Nell'azienda del mio ex marito e quindi oltre ad aver perso il marito, avevo perso anche il lavoro. Quindi mi sono dovuta reinventare e ho capito che dovevo utilizzare il mio sapere. La cosa che più sentivo era di appartenere alla terra, perché noi tutti apparteniamo alla Terra. Noi siamo parte integrante della Terra. Poi con l'arrivo di Domenico, a maggior ragione ed è iniziata questa avventura nell'ambito agricolo.
Considera che io da ragazza volevo scappare dalla campagna. Avevo un rifiuto, perché vedevo tutti gli sforzi, i sacrifici di mia madre e assolutamente non volevo fare questa vita. In realtà, poi dopo mi sono ricreduta, perché il sacrificio diventa gratificante dopo. E la Terra ti grafica tanto, come anche gli animali. E quindi 2018 mi fu assegnato questo primo premio, poi nel 2019, sempre durante la Festa della Donna, ho ricevuto un altro premi sempre nell'ambito agricolo di Donna Impresa. Il premio ha riconosciuto il mio progetto e l'innovazione nell'ambito agricolo e zootecnico»
Conosci altre donne attive come te nel mondo agricolo?
«Ho conosciuto delle donne in gamba nell'ambito agricolo che hanno portato innovazione, soprattutto in Puglia. Abbiamo tante donne che hanno fatto dell'agricoltura qualcosa che hanno un quid in più. Hanno portato delle novità. Tipo quella ragazza che ha fatto dalla pianta del fico d'india ha creato un tessuto vegetale e crea borse. Anche questo è inerente, connesso all'attività agricola e con questo tessuto vegetale che estrae da questa pianta ha fatto di tutto: decorazioni per pareti, ha ristrutturato mobili. Fa un sacco di cose!»
Quali sono secondo te le caratteristiche che una Donna deve avere per lavorare nel tuo ambito? È semplice?
«Assolutamente non è semplice, e quello che mi viene da dire a chi vorrebbe intraprendere questo lavoro che è una missione più di tutto. Non è un lavoro, perché ci sono le salite, ma sappiamo bene che ci sono anche le discese e nell'ambito agricolo è veramente dura e sacrificante perché noi viviamo sotto il cielo, così dicono i contadini. È determinante l'aspetto climatico, per cui un anno si piange, un anno si ride. Per cui bisogna essere determinati e bisogna osare. Mio padre mi diceva sempre due cose non fare il passo più lungo della gamba. Non aver paura, osa! Questo mi è servito tanto, in qualsiasi decisione ho fatto miei questi consigli»
Nella gestione dell'azienda agricola sei completamente solo o hai dei punti di riferimento? Sei una donna roccia?
«Sono sola in tutte le mie decisioni, sono sola. In realtà non mi sento sola completamente, ho una grande ricchezza. Ho la presenza di mio padre e di mia madre per cui loro vivono qui in masseria. Ho un punto di equilibrio, più che di riferimento anche se poi tutte le decisioni spettano a me: ma di fatto sono sola»
Da mamma e da contadina cosa ti senti di dire a tutte quelle famiglie che hanno perso la sana abitudine di essere in contatto con la natura?
«Sappiamo bene che il freddo non fa ammalare ma gli sbalzi termici. Ma quando arrivano qui tutti coperti, chiedo ai bambini ma dovete andare alle dolomiti? E li vedo arrivare molto coperti, e questo è un male, perché sudano e si ammalano. Per cui quello che sento di dire di accompagnare i bambini a vivere la natura e ritornare alla natura. Ma anche i genitori stessi, ormai la natura è terapeutica, anche la scienza lo dice. Gli animali sono terapeutici perché trascorrere del tempo in un luogo chiuso? Non sarebbe meglio camminare passeggiare perle nostre campagne che abbiamo un territorio vastissimo e ricchissimo, anche facendo dei giochi, ad esempio la caccia alle piante. Un gioco semplicissimo»
Ti senti diversa rispetto alle altre donne? Le donne hanno dei pregiudizi su di te, ti è capitato?
«Bhè in realtà si, quasi sempre la cultura è poco aperta. Ho avuto degli scontri su questo, ad esempio con altre mie coetanee. Quando mi sono approcciata con le mie coetanee, mi è capitato di sentirmi sminuita, però apparentemente è stato così ma poi si sono ricredute, perché noi donne di campagna abbiamo tanto da trasmettere e da donare, per cui lo sofferta pochissima questa cosa, perché quando uno è sicuro di se stessa non ha cerca approvazioni dall'esterno. Bisogna ascoltare il proprio cuore, altrimenti si corre il rischio di fare solo danni a ste stessa»
Quali le qualità che ti caratterizzano?
«Il coraggio, la pazienza e caparbia. Mi sento abbastanza ostinata nelle mie decisioni»
Come ti immagini nei prossimi anni?
«Con i capelli bianchi»
Ti rivedi sempre qui o in un altro posto?
«No, mi rivedo in questo posto, no perché io abbia le radici attaccate a questo suolo. Noi possiamo vivere in qualsiasi luogo, posto purché si sta bene con se stessi, al momento sento che questo è ancora il mio posto»
Programmi per il futuro?
«Io vivo alla giornata per cui colgo ogni singolo momento, per cui tutto ciò che arriva me lo prendo quindi non ha grandi progetti. I grandi progetti sono determinati dal tuo sentire, per cui vivo la quotidianità e questo mi piace un sacco non ho grandi aspettative»
Cosa vuoi dire alle donne di oggi?
«Sporcatevi le mani. Toccate la terra. Proprio questo mi sento di dire, di non avere paura perché la paura ci tiene in gabbia e ci fa prigioniere di noi stesse, di liberarsi dalla paura e di essere coraggiose, di fare un passo alla volta e di osare sempre»