Eventi e cultura
“La festa dell’imperatore”, dietro le quinte di un piccolo teatro barocco
Lo spettacolo della compagnia Karromato al Festival Castel dei Mondi 2015
Andria - mercoledì 26 agosto 2015
11.07
Heinrich von Kleist e Gordon Craig sarebbero entusiasti di vedere in scena le marionette. Propugnatori della rappresentazione pura, libera di vincoli e dalle emozioni degli attori, la marionetta secondo i due teorici, non rispondendo alle leggi fisiche alle quali deve sottostare invece il corpo umano, supera l'uomo avvicinandosi al divino e incarnando lo spirito della statuaria classica. La marionetta è corpo inerte che non conosce se stesso, un foglio bianco sul quale si può scrivere qualsiasi cosa. Terreno fertile per la rappresentazione pura e perfetta. Dietro ogni marionetta c'è comunque lo spirito , il movimento e la volontà di un autore-attore. Questo sarebbe piaciuto meno a Craig. L'eliminazione dell'attore in scena non è sparizione o sostituzione, ma più che altro è fusione tra l'attore e il fantoccio, laddove il fantoccio diventa medium della rappresentazione perfetta dell'attore che, per il suo tramite, supera i limite del possibile e del reale. In questo modo anche il teatro parte dalla realtà e la travalica, suggerendo allo spettatore emozioni che vanno oltre il visibile ed elevando la riflessione ad un livello ultraterreno. Eccola la funzione del teatro: fare della quotidianità un'esperienza straordinaria.
La festa dell'imperatore non si sottrae a questa missione. Prendendo avvio da un episodio della biografia di Wolfgang Amadeus Mozart, le marionette introducono lo spettatore in un piccolo mondo antico in miniatura, quello dei teatri barocchi e delle feste a corte dell'imperatore austriaco. In un approccio metateatrale, il teatro usa se stesso per parlare della vita e lo fa non senza farsi coadiuvare dalla scenografia (anche il teatro delle ombre e i sopratitoli, che riecheggiano il cinema muto, fanno la loro parte) e dalla musica. La musica soprattutto e il ritmo che ben si sposano da sempre con i movimenti delle marionette. Il teatro della compagnia Karromato supera il testo assimilandolo alla progettazione, alla costruzione e alla manipolazione delle marionette. Strani non-esseri che incarnano perfettamente il paradosso dell'attore di Diderot, capaci come sono di emozionare senza emozionarsi e facendo arte viva con corpi morti. La parola, poi, trasformata in musica, ritmo e movimento, fa delle produzioni di Karromato opere universali, mettendo in comunione i pubblici più lontani e disparati. Non ultimo il pubblico entusiasta di questa 19^ edizione del Festival Castel dei Mondi.
La festa dell'imperatore non si sottrae a questa missione. Prendendo avvio da un episodio della biografia di Wolfgang Amadeus Mozart, le marionette introducono lo spettatore in un piccolo mondo antico in miniatura, quello dei teatri barocchi e delle feste a corte dell'imperatore austriaco. In un approccio metateatrale, il teatro usa se stesso per parlare della vita e lo fa non senza farsi coadiuvare dalla scenografia (anche il teatro delle ombre e i sopratitoli, che riecheggiano il cinema muto, fanno la loro parte) e dalla musica. La musica soprattutto e il ritmo che ben si sposano da sempre con i movimenti delle marionette. Il teatro della compagnia Karromato supera il testo assimilandolo alla progettazione, alla costruzione e alla manipolazione delle marionette. Strani non-esseri che incarnano perfettamente il paradosso dell'attore di Diderot, capaci come sono di emozionare senza emozionarsi e facendo arte viva con corpi morti. La parola, poi, trasformata in musica, ritmo e movimento, fa delle produzioni di Karromato opere universali, mettendo in comunione i pubblici più lontani e disparati. Non ultimo il pubblico entusiasta di questa 19^ edizione del Festival Castel dei Mondi.