Religioni
La Diocesi di Andria organizza una "Marcia della Pace a favore della persona"
Si svolgerà il 5 novembre. La nota di don Ettore Lestingi, presidente della Commissione Liturgica diocesana
Andria - domenica 30 ottobre 2022
Sabato 5 novembre 2022, su proposta dell'Ufficio Diocesano per la Pastorale del lavoro, della giustizia e della pace della Diocesi di Andria, si snoderà per le strade principali della nostra città "la Marcia per la Pace a favore della persona". Uno slogan davvero significativo e provocatorio che unisce in modo indissolubile la pace alla persona, quasi a sottolineare che dove c'è la persona c'è la pace e dove c'è la pace c'è la persona con tutta la sua dignità.
La minaccia della Pace è minaccia della persona. Marciare per la Pace sembra affondare le sue origine in tempi molto lontani visto che lo stesso Profeta Isaia ne è affascinato a tal punto da contemplare e cantare la bellezza di piedi che marciano per annunciare la pace e buone notizie. "Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza". Un gesto simbolico che si rinnova ogniqualvolta l'uomo con violenza e sopraffazione calpesta la dignità inviolabile di un altro uomo, e l'amicizia umana si trasforma in inimicizia disumana. A ricordarcelo è sempre il Profeta Isaia: "Anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno".
Il primo a marciare per la Pace è stato Dio quando già il divisore ha sedotto con le lusinghe del potere il primo Uomo; quando il fratello ha sollevato la sua mano contro suo fratello, quando l'umanità era diventata talmente malvagia da provocare il pentimento di Dio per averla creata. Dio non ha attaccato con armi di violenza chi gli ha dichiarato guerra, ma, rivestito di armi di pace, ha fatto sentire il dolce mormorio del suo marciare nel giardino, alla ricerca non di operazioni di guerra, ma di mani da stringere e spalle da abbracciare. E nelle nubi del cielo ha fatto risplendere l'arco della Pace, l'arcobaleno, quale richiamo costante ad una alleanza rinnovata e sempre da rinnovare. Marciare per la Pace ha una valenza simbolica che va oltre i confini della terra perché chiama a raccolta anche schiere di angeli che annunciano giorni di pace e cantano la gloria di Dio. "Gloria nell'alto dei cieli e pace in terra …" Qualcuno potrà chiedersi se basta una Marcia per costruire la Pace. Certamente no! Ma il segno parla di una volontà che è quella di contrapporre il dolce mormorio del marciare per la pace al rumore assordante di stivali militari che invadono terre da conquistare con lo spargimento di sangue innocente.
Sarà bello vedere le strade della nostra Città attraversate da una folla senza segni di distinzione e di divisione ma che, come un fiume in piena inonda la Città e con una sola voce, da voce al grido della pace, al grido per la pace. Si avvererà l'antica e sempre nuova profezia di Isaia: "Oh, se tu avessi prestato attenzione ai miei comandamenti! La tua pace sarebbe come un fiume e la tua giustizia come le onde del mare". Ma perché il mormorio del segno faccia rumore e il grido giunga ai potenti della terra ma soprattutto a Colui che è il Principe della Pace, propongo che nella stessa ora della Marcia, si facciano iniziative per coinvolgere anche coloro che realmente sono impediti a marciare con i piedi perché anziani, ammalati, diversamente abili e possono marcare con il cuore.
Nelle case di cura, negli ospedali, nelle famiglie si preghi il Santo Rosario della pace, fiduciosi nella Parola del Signore che ha detto: "In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». Sarebbe bello rivivere quanto è avvenuto nel tempo della pandemia, quando dai tetti e dalle terrazze delle nostre case si udivano canti e preghiere quasi a voler sfiorare il cielo. E allora nessuno si senta escluso dal porre questo segno e, come ci esorta San Paolo: "State saldi, i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace".
La minaccia della Pace è minaccia della persona. Marciare per la Pace sembra affondare le sue origine in tempi molto lontani visto che lo stesso Profeta Isaia ne è affascinato a tal punto da contemplare e cantare la bellezza di piedi che marciano per annunciare la pace e buone notizie. "Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza". Un gesto simbolico che si rinnova ogniqualvolta l'uomo con violenza e sopraffazione calpesta la dignità inviolabile di un altro uomo, e l'amicizia umana si trasforma in inimicizia disumana. A ricordarcelo è sempre il Profeta Isaia: "Anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno".
Il primo a marciare per la Pace è stato Dio quando già il divisore ha sedotto con le lusinghe del potere il primo Uomo; quando il fratello ha sollevato la sua mano contro suo fratello, quando l'umanità era diventata talmente malvagia da provocare il pentimento di Dio per averla creata. Dio non ha attaccato con armi di violenza chi gli ha dichiarato guerra, ma, rivestito di armi di pace, ha fatto sentire il dolce mormorio del suo marciare nel giardino, alla ricerca non di operazioni di guerra, ma di mani da stringere e spalle da abbracciare. E nelle nubi del cielo ha fatto risplendere l'arco della Pace, l'arcobaleno, quale richiamo costante ad una alleanza rinnovata e sempre da rinnovare. Marciare per la Pace ha una valenza simbolica che va oltre i confini della terra perché chiama a raccolta anche schiere di angeli che annunciano giorni di pace e cantano la gloria di Dio. "Gloria nell'alto dei cieli e pace in terra …" Qualcuno potrà chiedersi se basta una Marcia per costruire la Pace. Certamente no! Ma il segno parla di una volontà che è quella di contrapporre il dolce mormorio del marciare per la pace al rumore assordante di stivali militari che invadono terre da conquistare con lo spargimento di sangue innocente.
Sarà bello vedere le strade della nostra Città attraversate da una folla senza segni di distinzione e di divisione ma che, come un fiume in piena inonda la Città e con una sola voce, da voce al grido della pace, al grido per la pace. Si avvererà l'antica e sempre nuova profezia di Isaia: "Oh, se tu avessi prestato attenzione ai miei comandamenti! La tua pace sarebbe come un fiume e la tua giustizia come le onde del mare". Ma perché il mormorio del segno faccia rumore e il grido giunga ai potenti della terra ma soprattutto a Colui che è il Principe della Pace, propongo che nella stessa ora della Marcia, si facciano iniziative per coinvolgere anche coloro che realmente sono impediti a marciare con i piedi perché anziani, ammalati, diversamente abili e possono marcare con il cuore.
Nelle case di cura, negli ospedali, nelle famiglie si preghi il Santo Rosario della pace, fiduciosi nella Parola del Signore che ha detto: "In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». Sarebbe bello rivivere quanto è avvenuto nel tempo della pandemia, quando dai tetti e dalle terrazze delle nostre case si udivano canti e preghiere quasi a voler sfiorare il cielo. E allora nessuno si senta escluso dal porre questo segno e, come ci esorta San Paolo: "State saldi, i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace".