Cronaca
L'OCSE boccia l'Italia per la Pubblica Amministrazione: dirigenti super pagati
Il rapporto "Government at a Glance 2013" è impietoso con politica e giustizia italiana
Italia - venerdì 15 novembre 2013
11.18
E' il rapporto "Government at a Glance 2013" dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), diffuso ieri pomeriggio, a riportare alta l'attenzione verso il vertice della macchina organizzativa della Pubblica Amministrazione italiana. L'organizzazione internazionale con sede a Parigi, infatti, raccoglie 34 nazioni di tutto il mondo e svolge un ruolo di confronto tra le diverse esperienze politiche ed amministrative degli stati membri. Il rapporto è impietoso con l'Italia che è all'ultimo posto della graduatoria in diversi settori della vita pubblica. In primis, l'OCSE si è concentrata con il programma di Austerity e fiducia rilevando come i manager ed i dirigenti della Pubblica Amministrazione centrale italiana sono i più pagati dell'area Ocse di gran lunga oltre i neozelandesi secondi classificati e di quasi il triplo della media. Il Ministero della Funzione Pubblica ha subito replicato che si tratta di casi sporadici e che le rilevazioni si riferiscono al 2011 e sono riferiti alle somme totali che comprendono contributi previdenziali ed assistenziali tra i più alti al mondo.
Comunque resta l'amaro concetto del rapporto presentato dall'OCSE: al fronte di una Pubblica Amministrazione molto costosa i servizi restano scarsi e la fiducia dei cittadini sia nella macchina amministrativa che nella politica è a livelli bassissimi. Proprio ieri ci si è occupati di un argomento particolarmente delicato come quello del rinnovo dei contratti locali dei dipendenti del Comune di Andria per un incremento degli stipendi di soli 80 o 100 euro in più al mese (Articolo AndriaViva 14 novembre 2013). Ed, infatti, dal 2007 al 2012 nell'area OCSE la fiducia nei governanti e nel pubblico è scesa dal 45% al 40%. L'Italia è ampiamente al di sotto di questa media con solo il 28% degli italiani che ha espresso fiducia contro l'80% degli svizzeri ed il 12% dei greci. Pessima anche la spesa pubblica che nel 2011 ha sfiorato il 50% del Pil, contro il 45,4% della media OCSE nonché il debito pubblico salito sino al 120%, oltre 40 punti percentuali in più della media (79%). Rispetto alla media degli altri paesi in Italia si spende di più in welfare (41% contro 35,6% di media) e servizi pubblici generali (17,3% contro 13,6%), ma si spende di meno in educazione (8,5% contro 12,5%).
Infine, ultimo tasto dolente risulta essere la Giustizia che risulta essere lenta ed inefficace con una media di quasi 600 giorni per un processo. In Giappone la durata media è di poco superiore ai 100 giorni ma è anche il paese che richiede le spese legali maggiori.
Comunque resta l'amaro concetto del rapporto presentato dall'OCSE: al fronte di una Pubblica Amministrazione molto costosa i servizi restano scarsi e la fiducia dei cittadini sia nella macchina amministrativa che nella politica è a livelli bassissimi. Proprio ieri ci si è occupati di un argomento particolarmente delicato come quello del rinnovo dei contratti locali dei dipendenti del Comune di Andria per un incremento degli stipendi di soli 80 o 100 euro in più al mese (Articolo AndriaViva 14 novembre 2013). Ed, infatti, dal 2007 al 2012 nell'area OCSE la fiducia nei governanti e nel pubblico è scesa dal 45% al 40%. L'Italia è ampiamente al di sotto di questa media con solo il 28% degli italiani che ha espresso fiducia contro l'80% degli svizzeri ed il 12% dei greci. Pessima anche la spesa pubblica che nel 2011 ha sfiorato il 50% del Pil, contro il 45,4% della media OCSE nonché il debito pubblico salito sino al 120%, oltre 40 punti percentuali in più della media (79%). Rispetto alla media degli altri paesi in Italia si spende di più in welfare (41% contro 35,6% di media) e servizi pubblici generali (17,3% contro 13,6%), ma si spende di meno in educazione (8,5% contro 12,5%).
Infine, ultimo tasto dolente risulta essere la Giustizia che risulta essere lenta ed inefficace con una media di quasi 600 giorni per un processo. In Giappone la durata media è di poco superiore ai 100 giorni ma è anche il paese che richiede le spese legali maggiori.