Associazioni
L’escursionista andriese Antonio Porro punta sempre più in alto, questa volta raggiunge Punta Penia
La guglia più alta della Marmolada che è di 3.343 metri di altezza dal livello del mare
Andria - mercoledì 18 settembre 2019
Caparbio si è dimostrato Antonio Porro, Presidente dell'Associazione culturale andriese "Passeggiata nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia". Domenica 15 settembre, il "gitano andriese", non soddisfatto del risultato raggiunto nella precedente escursione sulle Dolomiti a causa delle avverse condizioni meteorologiche, torna a sfidare le asperità della montagna, raggiungendo Punta Penia ovvero la vetta più alta della Marmolada che è di 3.343 metri di altezza dal livello del mare.
Una scalata alpinistica che si è rivelata un banco di prova per le capacità dell'escursionista, poiché ha dovuto affrontare un dislivello pari a 700 metri dal livello del mare, interamente coperto di ghiacciai, nevai, irto di crepacci oltre che percorrere quasi tutta in verticale 100 metri della storica via ferrata, la cosiddetta Cresta Ovest.
Con le normali dotazioni alpinistiche e le relative attrezzatura come ramponi, picozza e imbracatura, dopo quasi tre ore di arrampicata, Antonio Porro raggiunge l'enorme croce metallica che domina tutte le cime Dolomitiche, segnando la fine dell'arduo itinerario ma che in compenso ha regalato un panorama sensazionale, come testimoniano le foto allegate all'articolo.
Insomma, l'esperienza alpinistica di Antonio diviene per tutti noi un vero e proprio insegnamento: la montagna non significa solo ritornare alla natura ma diviene qualcosa di simbolico, un luogo in cui si ha la possibilità di conoscere soprattutto se stessi, i propri limiti, le proprie forze e coraggio ma anche dove poter abbattere i propri schemi difensivi e lasciarsi andare a contemplare con occhi diversi il nostro "dentro".
Una scalata alpinistica che si è rivelata un banco di prova per le capacità dell'escursionista, poiché ha dovuto affrontare un dislivello pari a 700 metri dal livello del mare, interamente coperto di ghiacciai, nevai, irto di crepacci oltre che percorrere quasi tutta in verticale 100 metri della storica via ferrata, la cosiddetta Cresta Ovest.
Con le normali dotazioni alpinistiche e le relative attrezzatura come ramponi, picozza e imbracatura, dopo quasi tre ore di arrampicata, Antonio Porro raggiunge l'enorme croce metallica che domina tutte le cime Dolomitiche, segnando la fine dell'arduo itinerario ma che in compenso ha regalato un panorama sensazionale, come testimoniano le foto allegate all'articolo.
Insomma, l'esperienza alpinistica di Antonio diviene per tutti noi un vero e proprio insegnamento: la montagna non significa solo ritornare alla natura ma diviene qualcosa di simbolico, un luogo in cui si ha la possibilità di conoscere soprattutto se stessi, i propri limiti, le proprie forze e coraggio ma anche dove poter abbattere i propri schemi difensivi e lasciarsi andare a contemplare con occhi diversi il nostro "dentro".