Vita di città
L'altra faccia de La Notte Bianca: i "commessi"
Nunzia: «Iniziative belle, ma noi lavoratori ormai senza orari»
Andria - martedì 6 gennaio 2015
10.34
Tanto pubblico, successo di gente per le strade, musica e tanto lavoro. L'altra faccia de La Notte Bianca di Andria si chiama "commessi", quei lavoratori che rendono spesso possibile la fruizione degli esercizi commerciali, quei lavoratori che devono avere sempre il sorriso sul volto, quei lavoratori che sono il front di ogni "negoziante", quei lavoratori che giorno dopo giorno portano storie diverse, molteplici e particolari.
Alle 22,30 uno dei tanti negozi del centro cittadino ha appena chiuso e Nunzia, giovane commessa andriese torna a casa: «Sono appena rientrata a casa dalla "Notte Bianca" - ci dice Nunzia - dopo aver lasciato a casa 2 bambine piccole, dopo aver fatto un tour de force domenicale che neanche vi immaginate e sapendo già di dover affrontare una lunga giornata dell'Epifania. Ma non finisce qui ci sono le domeniche e non sappiamo quante altre manifestazioni». Nunzia ci parla, sostanzialmente, della vita di chi è aldilà del bancone come tanti altri lavoratori, in un mercato ormai quasi totalmente liberalizzato ed in una condizione in cui è difficile pensare proprio al futuro nonostante le opportunità.
«Ora non voglio autocommiserarmi per carità - ci dice ancora Nunzia - capisco che queste iniziative danno lustro alla città considerando anche i tempi che corrono stretti nella morsa della crisi, però vi chiedo, faccio un appello a tutti, ogni tanto pensate anche a noi che lasciamo casa, famiglia, fidanzati e piccolini. Credo che quest'appello sarà condiviso da molti miei colleghi, stretti come me nella morsa di un lavoro senza più volto».
Alle 22,30 uno dei tanti negozi del centro cittadino ha appena chiuso e Nunzia, giovane commessa andriese torna a casa: «Sono appena rientrata a casa dalla "Notte Bianca" - ci dice Nunzia - dopo aver lasciato a casa 2 bambine piccole, dopo aver fatto un tour de force domenicale che neanche vi immaginate e sapendo già di dover affrontare una lunga giornata dell'Epifania. Ma non finisce qui ci sono le domeniche e non sappiamo quante altre manifestazioni». Nunzia ci parla, sostanzialmente, della vita di chi è aldilà del bancone come tanti altri lavoratori, in un mercato ormai quasi totalmente liberalizzato ed in una condizione in cui è difficile pensare proprio al futuro nonostante le opportunità.
«Ora non voglio autocommiserarmi per carità - ci dice ancora Nunzia - capisco che queste iniziative danno lustro alla città considerando anche i tempi che corrono stretti nella morsa della crisi, però vi chiedo, faccio un appello a tutti, ogni tanto pensate anche a noi che lasciamo casa, famiglia, fidanzati e piccolini. Credo che quest'appello sarà condiviso da molti miei colleghi, stretti come me nella morsa di un lavoro senza più volto».