
Attualità
L’acqua e i suoi “intrusi”: gli inquinanti emergenti e la legionella
Il condominio in tutti i suoi aspetti: sesto approfondimento di UNAI Bat con il contributo del dott. Giuseppe Novelli
BAT - lunedì 29 luglio 2019
Elemento indispensabile per l'esistenza quotidiana, l'acqua costituisce un bene prezioso per gran parte delle nostre azioni nell'ambito della casa e, come tale, deve essere sempre pulita e sicura. Spesso, però, l'acqua che giunge a noi tramite le condutture ci riserva sorprese poco gradite, ossia sostanze ed elementi non proprio salutari per il nostro organismo. Particolare attenzione meritano i cosiddetti inquinanti emergenti quali farmaci, ormoni, droghe e sostanze chimiche, molte delle quali di uso domestico. Una tematica molto ampia che UNAI Bat, nelle persone di Gianluca Sanguedolce (Segretario Provinciale Sindacale) e del dott. Angelo Frisardi (Segretario Provinciale CSC), approfondisce in ottica condominiale grazie al prezioso contributo del dott. Giuseppe Novelli, esperto nell'ambito delle analisi chimico-cliniche e microbiologiche e in chimica dell'acqua e Product manager consumer HH&BW Frizzy.
Gli inquinanti emergenti sono sostanze o metalli che presenti in determinate concentrazioni possono rappresentare dei pericoli per la salute. È il caso dei metalli pesanti, come l'arsenico, il cadmio, il piombo, il mercurio, i Pfas (sostanze organiche perfluoroalchiliche), o allergeni come il nichel. La sostanza maggiormente riscontrata nelle acque è però il diclofenac, un farmaco anti-infiammatorio utilizzato soprattutto come antireumatico e analgesico; i farmaci rappresentano sicuramente la classe di contaminanti emergenti maggiormente presente nelle acque e tra essi il diclofenac è tra le molecole maggiormente usate. Anche i PFAS sono classificati come inquinanti "emergenti": si tratta di composti chimici, prodotti dall'uomo, impermeabili all'acqua e ai grassi, che vengono utilizzati in prodotti industriali e di consumo come tessuti, tappeti e rivestimenti di carta a uso alimentare. Sono sostanze chimicamente stabili nell'ambiente e resistenti alla normale degradazione. Le principali fonti di esposizione per l'uomo sono l'acqua potabile contaminata o cibi con alti livelli di questi composti. Altro metallo pesante classificato come inquinante è l'arsenico, la cui presenza costituisce un problema particolarmente grave soprattutto nella zona di Viterbo, ma anche in altre zone d'Italia. L'arsenico che si può trovare nelle acque destinate ad uso potabile, può derivare da inquinamento ambientale, o da dissoluzione naturale. Le acque inquinate da arsenico possono subire opportuni trattamenti.
In merito all'inquinamento dell'acqua esiste altresì un batterio, peraltro molto conosciuto, in grado di causare una seria infezione ai danni dell'apparato respiratorio con forme anche acute di polmonite: si tratta della legionella, un batterio aerobio di forma bastoncellare, che provoca la legionellosi. Questa malattia si può manifestare con due distinti quadri clinici: la Malattia del Legionario (forma di polmonite con tasso di mortalità variabile tra il 10 e il 15%) e la Febbre di Pontiac (forma febbrile acuta extra polmonare). Il genere Legionella comprende 61 diverse specie, 20 delle quali sono in grado di dare malattia, tra cui la Legionella pneumophila che è la specie più rilevata nei casi diagnosticati (e responsabile dell'epidemia di Philadelphia). La proliferazione della legionella avviene in particolari condizioni caldo-umide, in media tra i 20 e i 45 °C di temperatura, e in caso di favorevoli condizioni ambientali come la presenza di ossigeno e sostanze nutritive. La diffusione della legionella può essere causata anche da elementi di criticità presenti nelle reti idriche:
Gli inquinanti emergenti sono sostanze o metalli che presenti in determinate concentrazioni possono rappresentare dei pericoli per la salute. È il caso dei metalli pesanti, come l'arsenico, il cadmio, il piombo, il mercurio, i Pfas (sostanze organiche perfluoroalchiliche), o allergeni come il nichel. La sostanza maggiormente riscontrata nelle acque è però il diclofenac, un farmaco anti-infiammatorio utilizzato soprattutto come antireumatico e analgesico; i farmaci rappresentano sicuramente la classe di contaminanti emergenti maggiormente presente nelle acque e tra essi il diclofenac è tra le molecole maggiormente usate. Anche i PFAS sono classificati come inquinanti "emergenti": si tratta di composti chimici, prodotti dall'uomo, impermeabili all'acqua e ai grassi, che vengono utilizzati in prodotti industriali e di consumo come tessuti, tappeti e rivestimenti di carta a uso alimentare. Sono sostanze chimicamente stabili nell'ambiente e resistenti alla normale degradazione. Le principali fonti di esposizione per l'uomo sono l'acqua potabile contaminata o cibi con alti livelli di questi composti. Altro metallo pesante classificato come inquinante è l'arsenico, la cui presenza costituisce un problema particolarmente grave soprattutto nella zona di Viterbo, ma anche in altre zone d'Italia. L'arsenico che si può trovare nelle acque destinate ad uso potabile, può derivare da inquinamento ambientale, o da dissoluzione naturale. Le acque inquinate da arsenico possono subire opportuni trattamenti.
In merito all'inquinamento dell'acqua esiste altresì un batterio, peraltro molto conosciuto, in grado di causare una seria infezione ai danni dell'apparato respiratorio con forme anche acute di polmonite: si tratta della legionella, un batterio aerobio di forma bastoncellare, che provoca la legionellosi. Questa malattia si può manifestare con due distinti quadri clinici: la Malattia del Legionario (forma di polmonite con tasso di mortalità variabile tra il 10 e il 15%) e la Febbre di Pontiac (forma febbrile acuta extra polmonare). Il genere Legionella comprende 61 diverse specie, 20 delle quali sono in grado di dare malattia, tra cui la Legionella pneumophila che è la specie più rilevata nei casi diagnosticati (e responsabile dell'epidemia di Philadelphia). La proliferazione della legionella avviene in particolari condizioni caldo-umide, in media tra i 20 e i 45 °C di temperatura, e in caso di favorevoli condizioni ambientali come la presenza di ossigeno e sostanze nutritive. La diffusione della legionella può essere causata anche da elementi di criticità presenti nelle reti idriche:
- ristagno ed ostruzione;
- incrostazioni e depositi calcarei;
- riscaldamenti centralizzati, condutture estese con giunzioni e rami morti;
- serbatoi di accumulo e sistemi di ricircolo;
- usura e corrosione delle reti.