Scuola e Lavoro
Kader Diabate: in viaggio verso la libertà
Il giovane ivoriano, ambasciatore Unicef, dialoga con gli studenti dell’I.I.S.S. R. Lotti – Umberto I
Andria - giovedì 28 novembre 2019
9.37
"Per difendere i diritti bisogna conoscerli e, per conoscerli, bisogna studiarli". Si sintetizza in questa frase il messaggio che Kader Diabate, giovane attivista ivoriano, rivolge agli studenti dell'Istituto "Lotti - Umberto I" di Andria, nell'incontro conclusivo di un progetto didattico sull'uguaglianza e i diritti, svoltosi lo scorso martedì 26 novembre.
Presente in Italia da tre anni circa, Kader Diabate, dopo aver colloquiato con il Papa, è diventato ambasciatore Unicef per l'Italia e attivista per i diritti umani. Nelle scuole incontra gli studenti per raccontare il suo sogno: essere partito dalla Costa d'Avorio per inseguire un fine: poter cambiare il mondo. Figlio di genitori colti e sensibili, componente di una figlia di 13 figli, Kader ha parlato agli studenti del senso della vita. La sua e del mondo intero. "Perché – ha detto - quando si attraversa il deserto, passando per il mare per poi giungere sulla terraferma e lottare per l'integrazione, i diritti umani, la rivoluzione culturale, allora si può dire che la vita a vent'anni ha un senso".
La finalità del progetto di Kader è simile al modello di una famiglia che accoglie senza riserve, senza pregiudizi e condanne. A Corato dove risiede, Kader dice di aver incontrato le persone giuste che, gli hanno garantito un'adeguata assistenza legale per ottenere la protezione internazionale, lo hanno aiutato nel percorso alfabetizzazione e integrazione nella comunità, gli hanno permesso di acquisire la conoscenza.
Ai ragazzi del Lotti Kader ha insegnato come inseguire un ideale giusto, per un diritto che deve essere garantito ad ogni singolo individuo, per tutelare l'accoglienza che è un valore.
Riflettendo sulle pagine del libro scritto con Giancarlo Visitilli, La pelle in cui abito, Kader ribadisce che non è fuggito da guerre ma da un destino che avrebbe impedito di crescere senza libertà.
Per questo ha subito la prigione e le torture ma aveva difronte il mare che lo ha salvato e lo ha portato in Italia. Un migrante – conclude Kader - è un portatore di sogni e valori e rappresenta per il mondo un'opportunità di crescita, uno scambio culturale che arricchisce ed apre le nostre menti".
Al termine dell'incontro gli studenti del Lotti hanno mostrato un video preparato nel corso dell'unità di apprendimento che ha sorpreso e commosso lo stesso Kader.
Presente in Italia da tre anni circa, Kader Diabate, dopo aver colloquiato con il Papa, è diventato ambasciatore Unicef per l'Italia e attivista per i diritti umani. Nelle scuole incontra gli studenti per raccontare il suo sogno: essere partito dalla Costa d'Avorio per inseguire un fine: poter cambiare il mondo. Figlio di genitori colti e sensibili, componente di una figlia di 13 figli, Kader ha parlato agli studenti del senso della vita. La sua e del mondo intero. "Perché – ha detto - quando si attraversa il deserto, passando per il mare per poi giungere sulla terraferma e lottare per l'integrazione, i diritti umani, la rivoluzione culturale, allora si può dire che la vita a vent'anni ha un senso".
La finalità del progetto di Kader è simile al modello di una famiglia che accoglie senza riserve, senza pregiudizi e condanne. A Corato dove risiede, Kader dice di aver incontrato le persone giuste che, gli hanno garantito un'adeguata assistenza legale per ottenere la protezione internazionale, lo hanno aiutato nel percorso alfabetizzazione e integrazione nella comunità, gli hanno permesso di acquisire la conoscenza.
Ai ragazzi del Lotti Kader ha insegnato come inseguire un ideale giusto, per un diritto che deve essere garantito ad ogni singolo individuo, per tutelare l'accoglienza che è un valore.
Riflettendo sulle pagine del libro scritto con Giancarlo Visitilli, La pelle in cui abito, Kader ribadisce che non è fuggito da guerre ma da un destino che avrebbe impedito di crescere senza libertà.
Per questo ha subito la prigione e le torture ma aveva difronte il mare che lo ha salvato e lo ha portato in Italia. Un migrante – conclude Kader - è un portatore di sogni e valori e rappresenta per il mondo un'opportunità di crescita, uno scambio culturale che arricchisce ed apre le nostre menti".
Al termine dell'incontro gli studenti del Lotti hanno mostrato un video preparato nel corso dell'unità di apprendimento che ha sorpreso e commosso lo stesso Kader.