Vita di città
Jazzit Fest, cittadini in primo piano
I residenti di borgo Montegrosso raccontano la loro esperienza vissuta durante l’evento del Jazzit Fest
Andria - mercoledì 4 luglio 2018
19.23
E' trascorsa più di una settimana dal grande evento del Jazzit Fest e suoi effetti continuano ad avere una grande incidenza sui residenti di Montegrosso.
Un racconto da parte dei cittadini, indispensabile per ampliare la nostra conoscenza sui retroscena del Jazzit Fest e per dissolvere, forse, pregiudizi nei confronti di una comunità che ha assunto direttamente la responsabilità di affrontare un evento così straordinario; infatti si tratta della prima edizione mai realizzata, nel Mezzorgiorno d'Italia. Un' occasione per gli abitanti di mostrare con orgoglio l'amore per la propria terra e la loro volontà di rinnovarla e rilanciarla a livello internazionale.
L'iniziativa è partita dall'Accademia Musicale Federiciana gestita con successo dai docenti Agnese Festa e Michele Lorusso, che dopo aver partecipato ad altre tre edizioni del Jazzit Fest, proposero a Luciano Vanni, fondatore delle piattaforme Jazzit e del movimento Civitates, di coinvolgere anche la Puglia in questo circuito virtuoso. Dopo diverse trattative, il borgo di Montegrosso è stato scelto come luogo ideale per concretizzare la manifestazione e per apportare benefici propri del Jazzit, come rigenerazione urbana, cooperazione, educazione, inclusione, integrazione e soprattutto insegnandoci a guardare il futuro con rinnovata fiducia e curiosità.
Circa quindici musicisti dell'Accademia si sono esibiti il primo giorno, in un concerto inaugurale e quaranta ragazzi volontari, di età compresa fra gli 11 e i 30 anni, hanno gestito varie aree, dalla segreteria, al giardino della scuola elementare, i palchi, affiancando i due service andriesi, Riccardo Di Gioia e Antonio Mastrorillo. Mentre il commercialista Sebastiano Roberto, grazie il quale l'Accademia Musicale, in principio, è venuta a conoscenza di questo evento itinerante, ha coinvolto diversi partner commerciali.
Non è mancata una attiva partecipazione da parte della storica Cooperativa Coloni Montegrosso, che includendo diversi cittadini-volontari, si è mobilita fin da subito nella manutenzione delle strade, del verde e del parcheggio disposto, per questa circostanza, dalla famiglia Confalone. Una sinergia proveniente dal basso per poi allargarsi e coinvolgere un numero sempre più crescente di cooperative e aziende, come i vivai Caporale che hanno donato piante necessarie per abbellire giardini di ciascuna casa o derrate concesse dalle imprese e trasformate poi dal ristorante Villa Bontan e dall'Osteria dei Massari, in pietanze messe a disposizione dei musicisti intervenuti. Un supporto determinante deriva anche da don Giuseppe Ruotolo e dal conte Onofrio Zeuli Spagnoletti che hanno mostrato un elevato interesse per l'iniziativa, offrendo il loro aiuto ai cittadini-volontari e credendo pienamente nel Jazzit Fest come opportunità per valorizzare l'intera comunità e le nostre risorse eno-gastronomiche.
Un' esperienza che ha insegnato ai residenti del borgo rurale il valore dell'armonia e di quanto sia importante essere uniti per raggiungere obiettivi, inizialmente irrealizzabili. Valori imprescindibili per gestire un affluenza di circa 15 mila persone, oltre che offrire la propria ospitalità a circa 280 musicisti, nelle proprie case.
Situazioni che evidenziano una forte maturità da parte dei cittadini di affrontare con dedizione, una manifestazioni di così grande portata e di continuare, anche al di là del Jazzit Fest, a dimostrare il proprio impegno, magari con altre iniziative organizzate dall'Accademia Musicale Federiciana come laboratori per bambini o concerti, affinchè si innalzi la qualità di vita della piccola frazione di Andria.
Un primo passo, secondo i residenti, consiste nel nominare un delegato sindaco che abbia come requisito principale l'amore e l'interesse verso Montegrosso e questo non può che provenire solo da coloro che ci vivono e conoscono ogni sfumatura del borgo.
La scelta, pertanto, è ricaduta nella persona di Dina Cannone, che ha saputo magistralmente coordinare i tre giorni del Festival. Ci spiega: "E' stata un' esperienza forte e mi è servita per superare pregiudizi e diffidenze da parte di coloro che non credevano in me. Non è stato semplice. Ero, infatti, sul punto di abbandonare tutto ma Luciano Vanni mi ha sostenuta, spingendomi ad affrontare questa nuova realtà e facendomi, al tempo stesso, capire che solo così si può migliorare e maturare. Per quanto concerne, invece la mia eventuale nomina di delegato sindaco, ci dovrei riflettere un po'. Quindi per ora, non saprei darvi una risposta certa".
Ricordiamo che Montegrosso è tra i borghi autentici italiani, una consapevolezza che deve riecheggiare costantemente nella nostra mente e indurre in modo particolare le istituzioni a far qualcosa per essa, perché possa risplendere dignitosamente ai piedi di quel altopiano collinare, la Murgia e senza dimenticare che amare la propria terra rappresenta una grande frontiera di civiltà e di progresso. Se queste iniziative si configurano come cose eccezionali e irripetibili e non come occasione di riscatto per il piccolo borgo grazie al quale si può migliorare, allora continueremo a vagheggiare per campi sterili e senza alcuna prospettiva di futuro per noi e soprattutto per le prossime generazioni.
I cittadini riferiscono di un piccolo equivoco verificatosi durante i tre giorni del JazzitFest, quando i musicisti in procinto di scaricare strumenti musicali dalle proprie macchine hanno ricevuto multe, tra cui lo stesso Luciano Vanni, per non aver rispettato, gli orari del divieto di fermata. Gli stessi sperano nel buon senso dell'Amministrazione comunale di essere eventualmente rimborsati, la cui rifusione andrebbe a sostegno del borgo rurale.
Si coglie l'occasione per ringraziare l'Avv. Luigi Del Giudice per il suo costante impegno, le Forze dell'ordine e il Nucleo volontario di Protezione civile "Città di Andria". Una menzione va anche fatta al locale Commissariato della Polizia di Stato, dal Dirigente dr. Gerardo Di Nunno agli agenti di P.S. che hanno garantito, in maniera inappuntabile, un discreto ed efficiente servizio di ordine pubblico, a tutela della sicurezza di quanti hanno preso parte a questa manifestazione.
Un racconto da parte dei cittadini, indispensabile per ampliare la nostra conoscenza sui retroscena del Jazzit Fest e per dissolvere, forse, pregiudizi nei confronti di una comunità che ha assunto direttamente la responsabilità di affrontare un evento così straordinario; infatti si tratta della prima edizione mai realizzata, nel Mezzorgiorno d'Italia. Un' occasione per gli abitanti di mostrare con orgoglio l'amore per la propria terra e la loro volontà di rinnovarla e rilanciarla a livello internazionale.
L'iniziativa è partita dall'Accademia Musicale Federiciana gestita con successo dai docenti Agnese Festa e Michele Lorusso, che dopo aver partecipato ad altre tre edizioni del Jazzit Fest, proposero a Luciano Vanni, fondatore delle piattaforme Jazzit e del movimento Civitates, di coinvolgere anche la Puglia in questo circuito virtuoso. Dopo diverse trattative, il borgo di Montegrosso è stato scelto come luogo ideale per concretizzare la manifestazione e per apportare benefici propri del Jazzit, come rigenerazione urbana, cooperazione, educazione, inclusione, integrazione e soprattutto insegnandoci a guardare il futuro con rinnovata fiducia e curiosità.
Circa quindici musicisti dell'Accademia si sono esibiti il primo giorno, in un concerto inaugurale e quaranta ragazzi volontari, di età compresa fra gli 11 e i 30 anni, hanno gestito varie aree, dalla segreteria, al giardino della scuola elementare, i palchi, affiancando i due service andriesi, Riccardo Di Gioia e Antonio Mastrorillo. Mentre il commercialista Sebastiano Roberto, grazie il quale l'Accademia Musicale, in principio, è venuta a conoscenza di questo evento itinerante, ha coinvolto diversi partner commerciali.
Non è mancata una attiva partecipazione da parte della storica Cooperativa Coloni Montegrosso, che includendo diversi cittadini-volontari, si è mobilita fin da subito nella manutenzione delle strade, del verde e del parcheggio disposto, per questa circostanza, dalla famiglia Confalone. Una sinergia proveniente dal basso per poi allargarsi e coinvolgere un numero sempre più crescente di cooperative e aziende, come i vivai Caporale che hanno donato piante necessarie per abbellire giardini di ciascuna casa o derrate concesse dalle imprese e trasformate poi dal ristorante Villa Bontan e dall'Osteria dei Massari, in pietanze messe a disposizione dei musicisti intervenuti. Un supporto determinante deriva anche da don Giuseppe Ruotolo e dal conte Onofrio Zeuli Spagnoletti che hanno mostrato un elevato interesse per l'iniziativa, offrendo il loro aiuto ai cittadini-volontari e credendo pienamente nel Jazzit Fest come opportunità per valorizzare l'intera comunità e le nostre risorse eno-gastronomiche.
Un' esperienza che ha insegnato ai residenti del borgo rurale il valore dell'armonia e di quanto sia importante essere uniti per raggiungere obiettivi, inizialmente irrealizzabili. Valori imprescindibili per gestire un affluenza di circa 15 mila persone, oltre che offrire la propria ospitalità a circa 280 musicisti, nelle proprie case.
Situazioni che evidenziano una forte maturità da parte dei cittadini di affrontare con dedizione, una manifestazioni di così grande portata e di continuare, anche al di là del Jazzit Fest, a dimostrare il proprio impegno, magari con altre iniziative organizzate dall'Accademia Musicale Federiciana come laboratori per bambini o concerti, affinchè si innalzi la qualità di vita della piccola frazione di Andria.
Un primo passo, secondo i residenti, consiste nel nominare un delegato sindaco che abbia come requisito principale l'amore e l'interesse verso Montegrosso e questo non può che provenire solo da coloro che ci vivono e conoscono ogni sfumatura del borgo.
La scelta, pertanto, è ricaduta nella persona di Dina Cannone, che ha saputo magistralmente coordinare i tre giorni del Festival. Ci spiega: "E' stata un' esperienza forte e mi è servita per superare pregiudizi e diffidenze da parte di coloro che non credevano in me. Non è stato semplice. Ero, infatti, sul punto di abbandonare tutto ma Luciano Vanni mi ha sostenuta, spingendomi ad affrontare questa nuova realtà e facendomi, al tempo stesso, capire che solo così si può migliorare e maturare. Per quanto concerne, invece la mia eventuale nomina di delegato sindaco, ci dovrei riflettere un po'. Quindi per ora, non saprei darvi una risposta certa".
Ricordiamo che Montegrosso è tra i borghi autentici italiani, una consapevolezza che deve riecheggiare costantemente nella nostra mente e indurre in modo particolare le istituzioni a far qualcosa per essa, perché possa risplendere dignitosamente ai piedi di quel altopiano collinare, la Murgia e senza dimenticare che amare la propria terra rappresenta una grande frontiera di civiltà e di progresso. Se queste iniziative si configurano come cose eccezionali e irripetibili e non come occasione di riscatto per il piccolo borgo grazie al quale si può migliorare, allora continueremo a vagheggiare per campi sterili e senza alcuna prospettiva di futuro per noi e soprattutto per le prossime generazioni.
I cittadini riferiscono di un piccolo equivoco verificatosi durante i tre giorni del JazzitFest, quando i musicisti in procinto di scaricare strumenti musicali dalle proprie macchine hanno ricevuto multe, tra cui lo stesso Luciano Vanni, per non aver rispettato, gli orari del divieto di fermata. Gli stessi sperano nel buon senso dell'Amministrazione comunale di essere eventualmente rimborsati, la cui rifusione andrebbe a sostegno del borgo rurale.
Si coglie l'occasione per ringraziare l'Avv. Luigi Del Giudice per il suo costante impegno, le Forze dell'ordine e il Nucleo volontario di Protezione civile "Città di Andria". Una menzione va anche fatta al locale Commissariato della Polizia di Stato, dal Dirigente dr. Gerardo Di Nunno agli agenti di P.S. che hanno garantito, in maniera inappuntabile, un discreto ed efficiente servizio di ordine pubblico, a tutela della sicurezza di quanti hanno preso parte a questa manifestazione.