Cronaca
IVA al 22%: per ora il "dettaglio" non aumenta i prezzi
Effetti e rincari avverranno ad inizio anno 2014
Andria - venerdì 4 ottobre 2013
11.37
L'Imposta sul Valore Aggiunto, l'IVA, è salita al 22% a partire dal primo ottobre 2013. Ben quarant'anni fa, nel 1973 anno di entrata in vigore dell'accise, il prezzo dei beni e servizi aveva un aumento solo del 12%. In poco più di 12 mesi la scelta dei diversi governi è stata quella di aumentare in pratica di due punti il tasso passando dal 20% al 22%. L'incremento dell'imposta serve a rimpinguare le casse dello Stato, migliorando in teoria la situazione finanziaria del Paese. Il gettito atteso secondo le stime dei tecnici ministeriali è pari a 4 miliardi di euro all'anno, di cui il 67% a carico delle famiglie e il restante 33% proveniente da imprese, non profit e PA. La maggiore aliquota introdotta, secondo il Codacons Puglia, determinerà una stangata per le famiglie della nostra regione pari a 209 euro annui per una famiglia di 3 persone, 279 euro per un nucleo di 4 persone, e addirittura 349 euro su base annua per una famiglia composta da 5 elementi.
Di qui l'appello proprio del Codacons Puglia rivolto ai commercianti a non aumentare i prezzi fino al 31 dicembre: «Ad essere danneggiati saranno anche i commercianti stessi poichè stimiamo un - 3% di consumi da parte delle famiglie. Solo non aumentando i prezzi in assenza di un decreto che cancelli l'incremento dell'aliquota, sarà possibile annullare gli effetti dirompenti che la nuova Iva avrà sui consumi, e il mondo del commercio eviterà una strage di piccoli negozi». All'associazione che si occupa dei consumatori hanno replicato i Piccoli Commercianti di Puglia con la promessa di non aumentare i prezzi, ma con un importante riflessione sul momento assolutamente drammatico per il commercio stesso: «Se i prezzi dovessero aumentare sarebbe una conseguenza logica e attesa ma anche questa volta il costo di questa scellerata operazione si riverserà proprio sulla parte più debole che, paradossalmente, non sono neanche i consumatori bensì le nostre stesse imprese ormai al collasso totale perché già da anni le vendite dei prodotti vengono effettuate con ricarichi al minimo storico e quasi a prezzo di costo. Da parte nostra, quindi, la massima disponibilità e comprensione ma le nostre ragioni non possono passare inosservate perché fondate e reali quindi la lotta comune deve spostarsi a livello centrale perchè ognuno torni a svolgere con coscienza e senso di responsabilità il proprio ruolo a difesa delle categorie rappresentate».
L'aumento di IVA pesa inevitabilmente su alcuni settori in particolare. Sui mobili, gli elettrodomestici e la manutenzione della casa, come sull'abbigliamento e le calzature o la manutenzione delle auto e degli altri mezzi di trasporto. Ma il dato più preoccupante sarà quello dei carburanti: si contano immediatamente i rincari pari a circa 1,5 centesimi di euro per litro che diventano 1,4 centesimi per il diesel e 0,7 centesimi per il Gpl. L'aumento del carburante porterà a maggiori costi di trasporto delle merci che in Italia viaggiano quasi nella loro totalità su gomma, per un inevitabile aumento dei costi anche dei genere di prima necessità.
Ma per ora resta la promessa dei piccoli commercianti e fino alla fine dell'anno non vi dovrebbe esser l'adeguamento alla nuova IVA come ricorda anche Unimpresa BAT: «Stiano tranquilli i consumatori e le loro associazioni di rappresentanza, i prezzi al consumo non sono aumentati e, almeno fino a fine anno, non aumenteranno. Il problema - ricorda Unimpresa BAT - non è e non sarà il punto percentuale di aumento dell'iva ma tutta un'ulteriore serie di rincari che si verificheranno a cominciare dal prossimo anno che, unitamente a questo secondo aumento dell'imposta sul valore aggiunto, determineranno condizioni non più sostenibili e la conseguenza sarà, oltre all'inevitabile, generalizzato aumento dei prezzi, anche la definitiva chiusura di altre centinaia di migliaia di piccole imprese, soprattutto di quelle da anni in fortissima crisi e che hanno tentato in tutti i modi di sopravvivere continuando a dare un servizio fondamentale ai cittadini. Intanto i consumatori e loro associazioni puntino il dito verso i veri approfittatori che sono i grossi gruppi fornitori di servizi pubblici e privati e gli aumenti, come già avvenuto per i prezzi dei carburanti, sono dietro l'angolo. Leggendo bene le bollette ce ne accorgeremo, mentre i piccoli commercianti saranno, anche in questo caso, destinatari finali non dell'1% di aumento dell'i.v.a. ma dei tantissimi 1% che si accumuleranno nelle lunghe filiere che attraversano i prodotti dalla produzione alla distribuzione».
Di qui l'appello proprio del Codacons Puglia rivolto ai commercianti a non aumentare i prezzi fino al 31 dicembre: «Ad essere danneggiati saranno anche i commercianti stessi poichè stimiamo un - 3% di consumi da parte delle famiglie. Solo non aumentando i prezzi in assenza di un decreto che cancelli l'incremento dell'aliquota, sarà possibile annullare gli effetti dirompenti che la nuova Iva avrà sui consumi, e il mondo del commercio eviterà una strage di piccoli negozi». All'associazione che si occupa dei consumatori hanno replicato i Piccoli Commercianti di Puglia con la promessa di non aumentare i prezzi, ma con un importante riflessione sul momento assolutamente drammatico per il commercio stesso: «Se i prezzi dovessero aumentare sarebbe una conseguenza logica e attesa ma anche questa volta il costo di questa scellerata operazione si riverserà proprio sulla parte più debole che, paradossalmente, non sono neanche i consumatori bensì le nostre stesse imprese ormai al collasso totale perché già da anni le vendite dei prodotti vengono effettuate con ricarichi al minimo storico e quasi a prezzo di costo. Da parte nostra, quindi, la massima disponibilità e comprensione ma le nostre ragioni non possono passare inosservate perché fondate e reali quindi la lotta comune deve spostarsi a livello centrale perchè ognuno torni a svolgere con coscienza e senso di responsabilità il proprio ruolo a difesa delle categorie rappresentate».
L'aumento di IVA pesa inevitabilmente su alcuni settori in particolare. Sui mobili, gli elettrodomestici e la manutenzione della casa, come sull'abbigliamento e le calzature o la manutenzione delle auto e degli altri mezzi di trasporto. Ma il dato più preoccupante sarà quello dei carburanti: si contano immediatamente i rincari pari a circa 1,5 centesimi di euro per litro che diventano 1,4 centesimi per il diesel e 0,7 centesimi per il Gpl. L'aumento del carburante porterà a maggiori costi di trasporto delle merci che in Italia viaggiano quasi nella loro totalità su gomma, per un inevitabile aumento dei costi anche dei genere di prima necessità.
Ma per ora resta la promessa dei piccoli commercianti e fino alla fine dell'anno non vi dovrebbe esser l'adeguamento alla nuova IVA come ricorda anche Unimpresa BAT: «Stiano tranquilli i consumatori e le loro associazioni di rappresentanza, i prezzi al consumo non sono aumentati e, almeno fino a fine anno, non aumenteranno. Il problema - ricorda Unimpresa BAT - non è e non sarà il punto percentuale di aumento dell'iva ma tutta un'ulteriore serie di rincari che si verificheranno a cominciare dal prossimo anno che, unitamente a questo secondo aumento dell'imposta sul valore aggiunto, determineranno condizioni non più sostenibili e la conseguenza sarà, oltre all'inevitabile, generalizzato aumento dei prezzi, anche la definitiva chiusura di altre centinaia di migliaia di piccole imprese, soprattutto di quelle da anni in fortissima crisi e che hanno tentato in tutti i modi di sopravvivere continuando a dare un servizio fondamentale ai cittadini. Intanto i consumatori e loro associazioni puntino il dito verso i veri approfittatori che sono i grossi gruppi fornitori di servizi pubblici e privati e gli aumenti, come già avvenuto per i prezzi dei carburanti, sono dietro l'angolo. Leggendo bene le bollette ce ne accorgeremo, mentre i piccoli commercianti saranno, anche in questo caso, destinatari finali non dell'1% di aumento dell'i.v.a. ma dei tantissimi 1% che si accumuleranno nelle lunghe filiere che attraversano i prodotti dalla produzione alla distribuzione».