Vita di città
IPSIA, centrosinistra: «Studenti e operatori non sono pacchi postali»
Anche la coalizione del centrosinistra di Andria ribadisce che l'istituto secondario deve rimanere in città
Andria - mercoledì 11 agosto 2021
12.53
«Il "tessuto" della nostra comunità non può subire altri strappi. Anni di abbandono e di debolezza - scrive in una nota la coalizione di centrosinistra di Andria - ci hanno già tolto troppo. Quindi nessuno può pensare di trasferire una scuola secondaria, con specializzazione importante per l'industria della moda, in un'altra città. Senza consultare né gli operatori scolastici, fortemente contrari, tantomeno studenti e genitori che a poche settimane dall'inizio del nuovo anno, nulla sanno del loro futuro. Tanto più che, a quanto pare, non c'è nessuna urgenza e nessuna emergenza in atto, che possa giustificare uno spostamento addirittura in un'altra città. Come se studenti e operatori fossero pacchi postali.
Qui non c'entra il campanilismo. Una scuola si trova ad Andria perché rientra in un dimensionamento scolastico ben preciso. Stessa cosa dicasi per qualsiasi altra scuola di qualunque altra città. C'è un piano scolastico regionale, ci sono le attribuzioni degli istituti a questa o a quella comunità, ci sono le scelte che lavoratori, alunni e famiglie fanno a seconda di dove si trovi la scuola. Nessuna scuola pubblica può cambiare città per motivi gestionali interni agli uffici della provincia. L'IPSIA ha un esosissimo contratto che andrà a scadenza nel 2023. Possibile che per un altro anno scolastico non si riesca a consentire la prosecuzione naturale dell'attività scolastica, eventualmente cercando subito una soluzione idonea e funzionale per il futuro?
Hanno fatto molto bene Sindaco e Amministrazione ad impedire che prendesse piede l'idea di uno spostamento dell'istituto scolastico in questione addirittura in un'altra città. Con la scusa della momentaneità ma con il presupposto di un contratto con un privato, la cui durata, si sa, è di almeno sei anni prolungabili per altrettanti anni. Altro che momentaneità. Praticamente si tratterebbe di un vero e proprio scippo della scuola alla città di Andria. Bene ha fatto il Sindaco a prestare collaborazione istituzionale alla provincia, pur di trovare altre soluzioni, sempre orientate alla salvaguardia degli studenti e di quanto ruota attorno a loro. In ultimo si stanno infatti prendendo in considerazione ipotesi fra cui quella di uno sdoppiamento, richieste proprio dalla stessa dirigenza scolastica dell'IPSIA, non dimenticando che eventuali soluzioni comunque devono salvaguardare la qualità didattica anche delle scuole ospitanti, degli alunni e delle famiglie, oltre che un significativo risparmio per le casse della Pubblica Amministrazione. Solo una battuta per la destra nostrana , che certo non merita più attenzione quando si arrampica sugli specchi: il Sindaco è una istituzione che rappresenta e tutela la città e la sua comunità, non qualcuno politicamente "attiguo" ad altri.
Continuano a pensare in termini di clan, non hanno cultura istituzionale e non riescono a rappresentare le comunità. La politica vera sceglie, difende gli studenti, le scuole, gli studi. Noi, e in primis il sindaco, siamo attigui a tutto questo. I soliti mestatori pensano invece che sia tutto un gioco di appartenenze, merce di scambio. Ecco come e perché hanno disastrato Andria. Per fortuna non sono attigui al governo adesso. Ma su una cosa siamo d'accordo con loro: l'IPSIA deve restare ad Andria».
Qui non c'entra il campanilismo. Una scuola si trova ad Andria perché rientra in un dimensionamento scolastico ben preciso. Stessa cosa dicasi per qualsiasi altra scuola di qualunque altra città. C'è un piano scolastico regionale, ci sono le attribuzioni degli istituti a questa o a quella comunità, ci sono le scelte che lavoratori, alunni e famiglie fanno a seconda di dove si trovi la scuola. Nessuna scuola pubblica può cambiare città per motivi gestionali interni agli uffici della provincia. L'IPSIA ha un esosissimo contratto che andrà a scadenza nel 2023. Possibile che per un altro anno scolastico non si riesca a consentire la prosecuzione naturale dell'attività scolastica, eventualmente cercando subito una soluzione idonea e funzionale per il futuro?
Hanno fatto molto bene Sindaco e Amministrazione ad impedire che prendesse piede l'idea di uno spostamento dell'istituto scolastico in questione addirittura in un'altra città. Con la scusa della momentaneità ma con il presupposto di un contratto con un privato, la cui durata, si sa, è di almeno sei anni prolungabili per altrettanti anni. Altro che momentaneità. Praticamente si tratterebbe di un vero e proprio scippo della scuola alla città di Andria. Bene ha fatto il Sindaco a prestare collaborazione istituzionale alla provincia, pur di trovare altre soluzioni, sempre orientate alla salvaguardia degli studenti e di quanto ruota attorno a loro. In ultimo si stanno infatti prendendo in considerazione ipotesi fra cui quella di uno sdoppiamento, richieste proprio dalla stessa dirigenza scolastica dell'IPSIA, non dimenticando che eventuali soluzioni comunque devono salvaguardare la qualità didattica anche delle scuole ospitanti, degli alunni e delle famiglie, oltre che un significativo risparmio per le casse della Pubblica Amministrazione. Solo una battuta per la destra nostrana , che certo non merita più attenzione quando si arrampica sugli specchi: il Sindaco è una istituzione che rappresenta e tutela la città e la sua comunità, non qualcuno politicamente "attiguo" ad altri.
Continuano a pensare in termini di clan, non hanno cultura istituzionale e non riescono a rappresentare le comunità. La politica vera sceglie, difende gli studenti, le scuole, gli studi. Noi, e in primis il sindaco, siamo attigui a tutto questo. I soliti mestatori pensano invece che sia tutto un gioco di appartenenze, merce di scambio. Ecco come e perché hanno disastrato Andria. Per fortuna non sono attigui al governo adesso. Ma su una cosa siamo d'accordo con loro: l'IPSIA deve restare ad Andria».