Associazioni
"Io Ci Sono!" sull'Infopoint: «Incapacità nel custodire un bene di tutti»
L'associazione del presidente Montaruli interviene sui fatti accaduti a Castel del Monte
Andria - giovedì 30 luglio 2015
12.15
«Provoca una profonda indignazione nei cittadini andriesi e nel mondo associazionistico locale le notizie di danneggiamenti, atti vandalici ed inquinamento ambientale che stanno giorno dopo giorno demolendo l'immagine di Castel del Monte che si trova a subire i danni causati dalle azioni degli imbecilli ma anche quelli derivanti dall'inerzia e dall'incapacità di chi quel luogo dovrebbe "conservarlo e custodirlo", e viene pure pagato per farlo». Ad esprimere la propria indignazione è Savino Montaruli, presidente dell'associazione "Io Ci Sono!", che condanna fortemente gli atti vandalici all'Infopoint di Castel del Monte.
«Non poter avere di fronte interlocutori - spiega Montaruli - che alle nostre proposte, alle nostre preoccupazioni, ai nostri suggerimenti, alle nostre attenzioni e ai nostri ripetuti inviti continuavano ad accusarci di strumentalizzare argomenti che, secondo loro, erano "inesistenti" crea un senso di impotenza e di rabbia indescrivibili, specie se quegli interlocutori così saputi e così sicuri di sé oggi sono fuori dai giochi e si trovano da tutt'altra parte. E mentre accade tutto questo accade anche che Castel del Monte torni agli onori della cronaca e a fare notizia non sono i 225mila visitatori che ogni anno ci onorano della loro fugace visita ma l'incuria ed il degrado che dominano quel luogo fantastico. Tutto quello continua ad avvenire anche sotto gli occhi di chi ha l'obbligo ed il dovere di intervenire laddove i vandali operano indisturbati ed impuniti e, cosa ancora più grave, i segni lasciati dalle loro mani indegne rimangono visibili per giorni, settimane e mesi prima che qualcuno, che non siano i benemeriti volontari, si degni di intervenire poiché è inesistente un servizio di vigilanza e di sorveglianza continuativo ed efficiente, come accadrebbe, invece, per qualunque altro monumento storico allocato altrove, anche in Italia. Apprendiamo quindi di ulteriori atti vandalici che ora sembrano aver causato danni anche al discusso Infopoint in costruzione, proprio ai piedi del castello; una struttura pensata per accogliere le migliaia di turisti che ogni anno affollano il maniero federiciano, oltre che per spendere altro denaro pubblico. Distrutte le vetrate, danneggiati arredi ed attrezzature di impianto e il tutto a causa di "ignoti". Qualche anno fa nacque un'aspra polemica quando vennero "cacciati" da quel sito alcuni ambulanti che operavano proprio in quel luogo e che, secondo i "difensori" del Maniero, lo deturpavano, lo rendevano pericoloso per gli intralci e minavano il suo decoro, mentre gli stessi non riuscivano né a vedere le cataste di immondizia che circondavano l'area né tanto meno a sentirne l'acre odore di materiale organico putrefatto ma anche nel caso dello "sfratto" degli ambulanti sappiamo bene cosa c'era dietro e gli interlocutori di allora anche in questo caso sono fuorigioco. Oggi a distanza di anni possiamo dire che a compromettere il decoro non erano certo quei lavoratori grazie ai quali i turisti potevano anche portare a casa un piccolo oggetto ricordo del luogo ma i vandali che, anche a causa della cacciata di quei lavoratori che fungevano da "deterrente", ora fanno liberamente ciò che vogliono, agendo indisturbati. Altra categoria di attentatori al decoro del Patrimonio mondiale dell'Unesco sono coloro che non hanno capito come quel luogo va custodito visto che per motivi di sicurezza dovrebbe essere considerato "luogo sensibile" quindi anche da tutelare da eventuali atti terroristici ed allora altro che atti vandalici. Ma poiché neanche rispetto agli atti vandalici i "custodi" riescono a far fronte non sarebbe una novità se un giorno dovessimo scoprire che qualcosa di molto più importante sia accaduto al nostro castello. A questo punto ci uniamo alle domande del Cronista e anche noi chiediamo: "che cosa dice il sindaco Nicola Giorgino, la direttrice Anna Vella e la Soprintendenza Belle Arti?" Per quanto riguarda i vandali - conclude Montaruli - siamo certi che saranno stati già acciuffati perché le telecamere dovrebbero aver visto e registrato tutto»
«Non poter avere di fronte interlocutori - spiega Montaruli - che alle nostre proposte, alle nostre preoccupazioni, ai nostri suggerimenti, alle nostre attenzioni e ai nostri ripetuti inviti continuavano ad accusarci di strumentalizzare argomenti che, secondo loro, erano "inesistenti" crea un senso di impotenza e di rabbia indescrivibili, specie se quegli interlocutori così saputi e così sicuri di sé oggi sono fuori dai giochi e si trovano da tutt'altra parte. E mentre accade tutto questo accade anche che Castel del Monte torni agli onori della cronaca e a fare notizia non sono i 225mila visitatori che ogni anno ci onorano della loro fugace visita ma l'incuria ed il degrado che dominano quel luogo fantastico. Tutto quello continua ad avvenire anche sotto gli occhi di chi ha l'obbligo ed il dovere di intervenire laddove i vandali operano indisturbati ed impuniti e, cosa ancora più grave, i segni lasciati dalle loro mani indegne rimangono visibili per giorni, settimane e mesi prima che qualcuno, che non siano i benemeriti volontari, si degni di intervenire poiché è inesistente un servizio di vigilanza e di sorveglianza continuativo ed efficiente, come accadrebbe, invece, per qualunque altro monumento storico allocato altrove, anche in Italia. Apprendiamo quindi di ulteriori atti vandalici che ora sembrano aver causato danni anche al discusso Infopoint in costruzione, proprio ai piedi del castello; una struttura pensata per accogliere le migliaia di turisti che ogni anno affollano il maniero federiciano, oltre che per spendere altro denaro pubblico. Distrutte le vetrate, danneggiati arredi ed attrezzature di impianto e il tutto a causa di "ignoti". Qualche anno fa nacque un'aspra polemica quando vennero "cacciati" da quel sito alcuni ambulanti che operavano proprio in quel luogo e che, secondo i "difensori" del Maniero, lo deturpavano, lo rendevano pericoloso per gli intralci e minavano il suo decoro, mentre gli stessi non riuscivano né a vedere le cataste di immondizia che circondavano l'area né tanto meno a sentirne l'acre odore di materiale organico putrefatto ma anche nel caso dello "sfratto" degli ambulanti sappiamo bene cosa c'era dietro e gli interlocutori di allora anche in questo caso sono fuorigioco. Oggi a distanza di anni possiamo dire che a compromettere il decoro non erano certo quei lavoratori grazie ai quali i turisti potevano anche portare a casa un piccolo oggetto ricordo del luogo ma i vandali che, anche a causa della cacciata di quei lavoratori che fungevano da "deterrente", ora fanno liberamente ciò che vogliono, agendo indisturbati. Altra categoria di attentatori al decoro del Patrimonio mondiale dell'Unesco sono coloro che non hanno capito come quel luogo va custodito visto che per motivi di sicurezza dovrebbe essere considerato "luogo sensibile" quindi anche da tutelare da eventuali atti terroristici ed allora altro che atti vandalici. Ma poiché neanche rispetto agli atti vandalici i "custodi" riescono a far fronte non sarebbe una novità se un giorno dovessimo scoprire che qualcosa di molto più importante sia accaduto al nostro castello. A questo punto ci uniamo alle domande del Cronista e anche noi chiediamo: "che cosa dice il sindaco Nicola Giorgino, la direttrice Anna Vella e la Soprintendenza Belle Arti?" Per quanto riguarda i vandali - conclude Montaruli - siamo certi che saranno stati già acciuffati perché le telecamere dovrebbero aver visto e registrato tutto»