Vita di città
In migliaia in piazza Catuma alla fiaccolata per Vincenza Angrisano
Sul rotolo di carta, che attraversava per intero la grande Piazza, sono stati apposti i nomi delle 109 vittime di femminicidio registrate in Italia da quest' anno
Andria - mercoledì 29 novembre 2023
22.37
Piazza Catuma gremita questa sera ad Andria, almeno in 2000, in memoria di Vincenza Angrisano, 42 anni, mamma di due bambini di 6 e 11 anni. Morta dopo essere stata ferita brutalmente dal marito con un'arma da taglio. Fatali sono stati i colpi inferti al torace e all'addome, forse davanti agli occhi dei suoi due bambini. Saranno le indagini a chiarire ciò che è accaduto la sera del 28 novembre nella casa alla periferia della città.
Una luce di speranza che ha riempito piazza Catuma, migliaia i partecipanti per ricordare Vincenza, ultima vittima di femminicidio.
«Siamo qui non solo per Vincenza, ma per tutte le 100 donne e più alle quali hanno sottratto la possibilità di vivere» dichiara Giovanna Bruno, la Sindaca di Andria. «È una piazza da cui deve partire l'idea che questa mattanza deve metter fine. Lo si deve fare con un lungo e coeso percorso di educazione culturale. Educazione nel senso del rispetto, recupero di umanità che si sta perdendo nel linguaggio, nei modi, nella non capacità di ascolto. La si perde convincendo i nostri più piccoli che tutto questo ormai è normale, no non è normale. Questa è un'aberrazione, rispetto alla quale noi fermamente esprimiamo con il silenzio e la presenza, la condanna».
Sul rotolo di carta, che attraversava per intero la grande Piazza, sono stati apposti i nomi delle 109 vittime di femminicidio registrate in Italia da quest' anno. "Ricorderemo il tuo splendido sorriso", scrivono alcune sue amiche in prossimità del suo nome, posando su di esso una rosa rossa.
In molti ricordano Vincenza come una donna meravigliosa, solare e una grande lavoratrice. Nessuno si aspettava una tragedia come questa, nessun campanello d'allarme era stato colto dalle sue colleghe, amiche e conoscenti.
La gente chiede leggi più dure da parte del Governo centrale, condanne più severe. Adesso si pensa ai suoi figli motivo per cui le sue colleghe hanno già dato avvio a una raccolta fondi. La preoccupazione più grande ora è la cura e l'affido dei suoi due bambini.
«Era donna, una mamma, una dirigente meravigliosa. Era donna da rispettare. Continueremo a ricordarla. Vogliamo che non la dimentichi nessuno. Una donna non può essere proprietà, e non si può pretendere di schiacciare la vita di nessuno» dichiara commosso uno dei suoi colleghi soccorritori.
Dopo la manifestazione in piazza è partito un corteo spontaneo che ha attraversato le vie del centro, in testa giovanissimi che tenevano tra le mani uno striscione: "Se domani non torno, distruggi tutto"
Una luce di speranza che ha riempito piazza Catuma, migliaia i partecipanti per ricordare Vincenza, ultima vittima di femminicidio.
«Siamo qui non solo per Vincenza, ma per tutte le 100 donne e più alle quali hanno sottratto la possibilità di vivere» dichiara Giovanna Bruno, la Sindaca di Andria. «È una piazza da cui deve partire l'idea che questa mattanza deve metter fine. Lo si deve fare con un lungo e coeso percorso di educazione culturale. Educazione nel senso del rispetto, recupero di umanità che si sta perdendo nel linguaggio, nei modi, nella non capacità di ascolto. La si perde convincendo i nostri più piccoli che tutto questo ormai è normale, no non è normale. Questa è un'aberrazione, rispetto alla quale noi fermamente esprimiamo con il silenzio e la presenza, la condanna».
Sul rotolo di carta, che attraversava per intero la grande Piazza, sono stati apposti i nomi delle 109 vittime di femminicidio registrate in Italia da quest' anno. "Ricorderemo il tuo splendido sorriso", scrivono alcune sue amiche in prossimità del suo nome, posando su di esso una rosa rossa.
In molti ricordano Vincenza come una donna meravigliosa, solare e una grande lavoratrice. Nessuno si aspettava una tragedia come questa, nessun campanello d'allarme era stato colto dalle sue colleghe, amiche e conoscenti.
La gente chiede leggi più dure da parte del Governo centrale, condanne più severe. Adesso si pensa ai suoi figli motivo per cui le sue colleghe hanno già dato avvio a una raccolta fondi. La preoccupazione più grande ora è la cura e l'affido dei suoi due bambini.
«Era donna, una mamma, una dirigente meravigliosa. Era donna da rispettare. Continueremo a ricordarla. Vogliamo che non la dimentichi nessuno. Una donna non può essere proprietà, e non si può pretendere di schiacciare la vita di nessuno» dichiara commosso uno dei suoi colleghi soccorritori.
Dopo la manifestazione in piazza è partito un corteo spontaneo che ha attraversato le vie del centro, in testa giovanissimi che tenevano tra le mani uno striscione: "Se domani non torno, distruggi tutto"