Cronaca
In sei agli arresti per furto d'auto, droga ed un attentato
Le indagini avviate un anno fa grazie alla funzione «Trova il mio I-Phone» di un giovane derubato dell'auto. L'organizzazione criminale responsabile di un attentato dinamitardo del 27 dicembre 2003 ad Andria
Andria - mercoledì 19 dicembre 2012
11.13
Un I-Phone dimenticato in auto, un furto effettuato nel «supermarket delle auto» nel parcheggio della Mongolfiera di Molfetta, la funzione «Trova il mio I-phone» del telefonino. Sono iniziate così le indagini da parte dei carabinieri nel gennaio scorso e che hanno portato alla luce un'organizzazione criminale decapitata quest'oggi alle prime luci dell'alba nel corso di un'operazione dei Carabinieri di Andria.
Oltre cinquanta militari con unità cinofile hanno arrestato sei uomini, Nicola Simone, Felice Carbone, Michele Carbone, Fedele Di Candia, Vincenzo Campana, Roberto Monterisi, con le accuse a vario titolo di estorsione, furto aggravato, ricettazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti nonché, solo per alcuni, di porto illegale di esplosivo in luogo pubblico e violazione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno.
Il ritrovamento nelle campagne di Andria di un'autovettura attraverso il telefonino di un giovane malcapitato al quale era stata rubata l'auto nel parcheggio antistante la Galleria Commerciale di Molfetta, ha permesso di avviare una complessa indagine, conclusasi lo scorso maggio, che ha consentito di far luce su diversi furti di autovetture, alcune delle quali restituite con il classico metodo estorsivo del «cavallo di ritorno» ed altre trasportate presso un autodemolitore di Cerignola. Gli accertamenti ed i riscontri dei Carabinieri, definiti oltremodo convincenti dal GIP, sono stati caratterizzati dalla totale omertà delle vittime che hanno sempre negato di aver pagato il «pizzo» per la restituzione del proprio veicolo.
Accanto a questa attività, vi era una ramificata rete di spacciatori di cocaina, marijuana ed hashish che agiva nella città di Andria. Infine, la stessa organizzazione criminale, è stato riscontrato esser movente e responsabile di un grave attentato dinamitardo verificatosi ad Andria il 27 dicembre 2003 nel corso del quale, utilizzando oltre un chilogrammo di tritolo, vennero provocati ingenti danni ad una palazzina di tre piani, a tre veicoli e a diverse abitazioni. L'evento, che solo per caso fortuito non causò alcun ferito, volutamente provocato per rancori di carattere sentimentale, ebbe quale ritorsione un incendio doloso ai danni di altre due auto.
Determinanti nel corso dell'attività d'indagine sono stati i servizi di osservazione, pedinamento e controllo, un arresto in flagranza di reato, il recupero di tre auto rubate, l'identificazione e la segnalazione all'Autorità Amministrativa di diversi tossicodipendenti nonché i sequestri di 30 dosi di sostanza stupefacente. Gli arrestati (due dei quali già ristretti per altra causa) sono stati associati presso la casa circondariale di Trani.
Oltre cinquanta militari con unità cinofile hanno arrestato sei uomini, Nicola Simone, Felice Carbone, Michele Carbone, Fedele Di Candia, Vincenzo Campana, Roberto Monterisi, con le accuse a vario titolo di estorsione, furto aggravato, ricettazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti nonché, solo per alcuni, di porto illegale di esplosivo in luogo pubblico e violazione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno.
Il ritrovamento nelle campagne di Andria di un'autovettura attraverso il telefonino di un giovane malcapitato al quale era stata rubata l'auto nel parcheggio antistante la Galleria Commerciale di Molfetta, ha permesso di avviare una complessa indagine, conclusasi lo scorso maggio, che ha consentito di far luce su diversi furti di autovetture, alcune delle quali restituite con il classico metodo estorsivo del «cavallo di ritorno» ed altre trasportate presso un autodemolitore di Cerignola. Gli accertamenti ed i riscontri dei Carabinieri, definiti oltremodo convincenti dal GIP, sono stati caratterizzati dalla totale omertà delle vittime che hanno sempre negato di aver pagato il «pizzo» per la restituzione del proprio veicolo.
Accanto a questa attività, vi era una ramificata rete di spacciatori di cocaina, marijuana ed hashish che agiva nella città di Andria. Infine, la stessa organizzazione criminale, è stato riscontrato esser movente e responsabile di un grave attentato dinamitardo verificatosi ad Andria il 27 dicembre 2003 nel corso del quale, utilizzando oltre un chilogrammo di tritolo, vennero provocati ingenti danni ad una palazzina di tre piani, a tre veicoli e a diverse abitazioni. L'evento, che solo per caso fortuito non causò alcun ferito, volutamente provocato per rancori di carattere sentimentale, ebbe quale ritorsione un incendio doloso ai danni di altre due auto.
Determinanti nel corso dell'attività d'indagine sono stati i servizi di osservazione, pedinamento e controllo, un arresto in flagranza di reato, il recupero di tre auto rubate, l'identificazione e la segnalazione all'Autorità Amministrativa di diversi tossicodipendenti nonché i sequestri di 30 dosi di sostanza stupefacente. Gli arrestati (due dei quali già ristretti per altra causa) sono stati associati presso la casa circondariale di Trani.