Don Riccardo Zingaro
Don Riccardo Zingaro
Religioni

In memoria di Don Riccardo Zingaro

Figura encomiabile quella del presule andriese, così come lo ricorda il prof. Suriano

Il prof. Riccardo Suriano, docente emerito di materie letterarie, ricorda la figura di Don Riccardo Zingaro.

«Negli annali contemporanei della storia di Andria la data di giovedì 22 settembre 2016 rimarrà, senza dubbio, una data indimenticabile e indimenticata. Giovedì 22 settembre c.a. alle ore 19.30, c'è stato lo scoprimento della targa toponomastica dedicata alla figura encomiabile ed eccezionale di Don Riccardo Zingaro (1921 - 1999). Piazza Toniolo, sita in pieno centro storico, d'ora in avanti, ha una diversa configurazione: la metà, a destra scendendo Via De Anellis, conserva la vecchia denominazione; invece l'altra metà, a sinistra, è diventata "Largo Don Riccardo Zingaro". E' quella proprio a fianco di quella che un tempo fu la casa sociale della Comunità dei braccianti, fondata dallo stesso sacerdote, laddove si erge il monumento del reverendissimo Padre Don Giuseppe di Donna, vescovo di Andria morto in odore di santità.

La Giunta comunale di Andria, guidata dal Sindaco Avv. Nicola Giorgino, ha accolto la richiesta avanzata dalla Direzione generale della Comunità dei braccianti (e i parenti di Don Riccardo). E dopo un iter burocratico lungo e irto di mille difficoltà (perché occorreva anche il parere della Sovrintendenza regionale della Puglia dei beni culturali e ambientali di Bari), ha deliberato finalmente il provvedimento della nuova denominazione "Largo Don Riccardo Zingaro", una parte dell'area molto conosciuta dagli Andriesi come Fravina.
Fino a pochi mesi fa, chi vi scrive aveva -prosegue il prof. Suriano-, lo confesso, una conoscenza vaga e superficiale della vita e delle opere di don Riccardo Zingaro. La frequentazione dell' Associazione della Comunità dei braccianti, sez. don Riccardo Zingaro, sita in Andria in Piazza Duomo 13, la conoscenza del suo Presidente generale, Prof. Giuseppe Scaringella di Corato, l'amicizia con il segretario della sede di Andria, Taddeo Albo, l' ospitalità riservata al CO.ADO. - Comitato cittadino adozione del 1° Vicolo San Bartolomeo, la reciproca collaborazione in tante iniziative di quest'anno, la mia entrata nel direttivo della sezione di Andria, la lettura di alcuni scritti dello stesso don Riccardo, sono serviti ad avvicinarmi alla figura del Fondatore della Comunità dei braccianti. Davvero un titano! Davvero un gigante all' epoca burrascosa in cui visse. Era l'epoca del secondo dopoguerra. In un' Italia devastata e distrutta dal 2° conflitto mondiale, dal drammatico passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, dall' inasprirsi delle lotte civili e sociali, dalla gravissima crisi economica, dall' esplosiva crescita del Partito Comunista Italiano, in Italia e specialmente in Andria. La nostra Città fu protagonista di violente manifestazioni di massa a causa di una povertà diffusa e di una drammatica disoccupazione. Resta indimenticabile l' omicidio delle sorelle Porro in Piazza Municipio nel corso di un comizio del Partito Comunista.

Il vescovo di Andria, Mons. Giuseppe di Donna, fu maestro e guida di don Riccardo Zingaro. Fu proprio Mons. di Donna ad affidargli il difficilissimo incarico della pastorale sociale e del lavoro. Don Riccardo accettò l'incarico non senza un filo di timore e di preoccupazione. In un clima piuttosto difficile e molto ostile alla Chiesa, don Riccardo Zingaro si mosse con coraggio e grande entusiasmo. Di lì a poco, costituì la Casa Sociale riservata ai braccianti, in Via De Anellis. La Casa Sociale divenne ben presto il punto d'incontro per tanti disoccupati, cattolici e non. Più tardi la trasformò in un vero e proprio ufficio del lavoro e dell' occupazione per migliaia di uomini e donne. Egli creò una fitta rete di contatti in Italia, Germania, Francia e Belgio per dare lavoro ai tanti disoccupati di Andria e fuori Andria. Fu davvero un antesignano per l'emigrazione degli Italiani all'estero. Fu anche il promotore numero uno delle scuole cattoliche dell' infanzia, aprendo una splendida sede in Contrada Lamapaola, sulla strada provinciale per Trani. In quella scuola lavoravano tante ragazze di Andria come insegnanti, educatrici o inservienti.

Sono trascorsi 17 anni dalla sua morte. Il suo ricordo è sempre vivo nella memoria di tutti quelli che lo conobbero. Lo si è visto appunto giovedì 22 settembre scorso dapprima nella Chiesa di San Francesco - dove è stata celebrata una messa in suffragio dal neo vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi - poi in Piazza ex Fravina durante la cerimonia dello scoprimento della targa in suo onore. Una folla… oceanica ha partecipato ai due riti! Applausi, lacrime di commozione e di gioia hanno accompagnato gli interventi del Vescovo, del Sindaco, del Presidente generale della Comunità di braccianti, Prof. Giuseppe Scaringella ( Barletta, Trani, Corato, Ruvo, Canosa di Puglia, Terlizzi). Massiccia anche la presenza della stampa e delle TV locali, segno di rispetto e di grande stima nei confronti del Fondatore della Comunità dei braccianti. Andria ha bisogno anche oggi di questi uomini, del loro coraggio e del loro esempio di vita».
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