Vita di città
Il Sindaco Bruno a “Libera”: «I beni confiscati alle mafie affidati alla società civile modello virtuoso da incrementare»
L'obiettivo è avviare un percorso di legalità e partecipazione che sia proficuo per l’intera comunità cittadina
Andria - mercoledì 28 aprile 2021
Il presidio di Libera "Renata Fonte" di Andria, rappresentato dal referente Michele Caldarola e dal tesoriere Agostino Miracapillo, ha incontrato ieri il Sindaco di Andria, avv. Giovanna Bruno, nell'ottica di iniziare un percorso di legalità e partecipazione che sia proficuo per l'intera comunità cittadina. tra le richieste rappresentate quella di mappare i beni confiscati e avviare le procedure di manifestazione ed interessamento; organizzare la giornata della legalità in memoria delle vittime innocenti di mafia; sollecitare la Prefettura e i Ministeri competenti per implementare in città uomini e mezzi della Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato. Tutto questo nell'ottica di un patto di concordia con le istituzioni, le associazioni e le forze dell'ordine.
«L'incontro - commenta il Sindaco, avv. Giovanna Bruno - è stato proficuo per fare un po' il bilancio di che cosa abbia significato, per la nostra città, la legge 109/96 sul riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie che compie 25 anni dalla sua istituzione. Il presidio andriese di Libera mi ha evidenziato come, da lungo tempo, si sia interrotto il rapporto con l'Amministrazione Comunale, finalizzato a meglio monitorare i beni che, nel tempo, vengono assegnati dopo la confisca e le procedure successivamente adottate per arrivare poi al loro riutilizzo. Questa sinergia deve riprendere, anche per valorizzare un dato fuori discussione: ad Andria, quando un bene confiscato alla criminalità e' stato poi affidato ad associazioni o alla diocesi o ad una cooperativa, esso e' divenuto modello virtuoso che va, quindi, necessariamente moltiplicato»
«L'incontro - commenta il Sindaco, avv. Giovanna Bruno - è stato proficuo per fare un po' il bilancio di che cosa abbia significato, per la nostra città, la legge 109/96 sul riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie che compie 25 anni dalla sua istituzione. Il presidio andriese di Libera mi ha evidenziato come, da lungo tempo, si sia interrotto il rapporto con l'Amministrazione Comunale, finalizzato a meglio monitorare i beni che, nel tempo, vengono assegnati dopo la confisca e le procedure successivamente adottate per arrivare poi al loro riutilizzo. Questa sinergia deve riprendere, anche per valorizzare un dato fuori discussione: ad Andria, quando un bene confiscato alla criminalità e' stato poi affidato ad associazioni o alla diocesi o ad una cooperativa, esso e' divenuto modello virtuoso che va, quindi, necessariamente moltiplicato»