Vita di città
Il secolo di Nicola Fusiello
Al neo centenario i saluti della cittadinanza portati dalla Sindaca Bruno e dall'Assessore Colasuonno
Andria - martedì 25 maggio 2021
13.46
Una memoria portentosa, dono celeste, conservata in questo eccellente stato grazie ad una esistenza sana e all' affetto costante dei suoi figli, nipoti e pronipoti.
Nicola Fusiello festeggia i suoi cento anni, salutato a nome della Civica Amministrazione dalla Sindaca Giovanna Bruno e dall'Assessore Pasquale Colasuonno, ricordando perfettamente fatti ed aneddoti che lo hanno accompagnato nella sua lunga vita, per certi versi anche avventurosa. Secondogenito di cinque figli avuti da Riccardo e Rosa Ruotolo, Nicola ha avuto i natali in via Priorelli n.13, zona Santa Maria Vetere, lo stesso quartiere nel quale ha sempre vissuto, anche quando si è sposato a 28 anni con la signora Lucia Pastore, dalla quale ha ricevuto quattro amorevoli figli, Rosa, Riccardo, Grazia ed Isabella.
Figlio di agricoltori ed egli stesso coltivatore diretto, Nicola si è sempre preoccupato (non solo occupato) dei suoi terreni nei quali coltivava olive, uva, mandorle e grano. Lunghe e faticose le giornate trascorse in campagna, soprattutto durante il raccolto del frumento, quando si rimaneva a riposare la notte nei trulli, per riprendere all'alba l'attività agreste.
Un lavoro sempre cercato, mai lasciato, soprattutto dopo la parentesi della guerra, quella in prima linea, combattuta e purtroppo persa. Nicola nel 1940 viene arruolato nella Guardia di Frontiera ed inviato a combattere in Africa. Due anni di guerra e poi la cattura nei pressi di El Alamein. Viene quindi condotto in Egitto in un campo di prigionia inglese: qui trascorre ben quattro anni di prigionia dove impara a fare il calzolaio. Gli anni di prigionia sembrano essere quasi una vacanza al confronto di quello che trova a Napoli e quindi in Italia, quando viene rimpatriato con altri connazionali nel 1946. La miseria, quella nera, la mancanza di cibo, la gente che per un chilo di farina era pronta a compiere anche azioni riprorevoli, ricordi bene impressi ancora oggi nella memoria. Anni del dopoguerra vissuti riprendendo anche i contatti sociali, che lo portano a conoscere Don Riccardo Zingaro, il prete dei contadini. Da allora è rimasto, fino a quando le gambe gli hanno permesso di essere autonomo, vicino anche idealmente alla Comunità dei Braccianti. Ieri come oggi Nicola non ha mai temuto la paura: uomo coraggioso dallo spirito indomito, anche adesso dall'alto della sua età. E se chiediamo a Nicola di svelarci il segreto del suo brillante stato di salute (a parte una brutta caduta avvenuta appena un mese fa in casa e che lo ha costretto a subire un lungo e delicato intervento chirurgico di sostituzione del femore sinistro, effettuato da parte dell'equipe di ortopedia del "Bonomo" di Andria, da parte del team del Prof. Vito Conserva), ecco cosa ci ha suggerito: "mangiare poca carne e pasta e consumare più legumi e verdura, oltre ad abbondante frutta di stagione, per intenderci a chilometri zero".
A vederlo così vispo e attivo vi è proprio da crederci. Caro Nonno Nicola, ancora tanta lunga vita e soprattutto grazie perché con il tuo esempio di vita, vissuta all'insegna del coraggio, infondi in noi la determinazione ad affrontare le difficoltà di ogni giorno.
Nicola Fusiello festeggia i suoi cento anni, salutato a nome della Civica Amministrazione dalla Sindaca Giovanna Bruno e dall'Assessore Pasquale Colasuonno, ricordando perfettamente fatti ed aneddoti che lo hanno accompagnato nella sua lunga vita, per certi versi anche avventurosa. Secondogenito di cinque figli avuti da Riccardo e Rosa Ruotolo, Nicola ha avuto i natali in via Priorelli n.13, zona Santa Maria Vetere, lo stesso quartiere nel quale ha sempre vissuto, anche quando si è sposato a 28 anni con la signora Lucia Pastore, dalla quale ha ricevuto quattro amorevoli figli, Rosa, Riccardo, Grazia ed Isabella.
Figlio di agricoltori ed egli stesso coltivatore diretto, Nicola si è sempre preoccupato (non solo occupato) dei suoi terreni nei quali coltivava olive, uva, mandorle e grano. Lunghe e faticose le giornate trascorse in campagna, soprattutto durante il raccolto del frumento, quando si rimaneva a riposare la notte nei trulli, per riprendere all'alba l'attività agreste.
Un lavoro sempre cercato, mai lasciato, soprattutto dopo la parentesi della guerra, quella in prima linea, combattuta e purtroppo persa. Nicola nel 1940 viene arruolato nella Guardia di Frontiera ed inviato a combattere in Africa. Due anni di guerra e poi la cattura nei pressi di El Alamein. Viene quindi condotto in Egitto in un campo di prigionia inglese: qui trascorre ben quattro anni di prigionia dove impara a fare il calzolaio. Gli anni di prigionia sembrano essere quasi una vacanza al confronto di quello che trova a Napoli e quindi in Italia, quando viene rimpatriato con altri connazionali nel 1946. La miseria, quella nera, la mancanza di cibo, la gente che per un chilo di farina era pronta a compiere anche azioni riprorevoli, ricordi bene impressi ancora oggi nella memoria. Anni del dopoguerra vissuti riprendendo anche i contatti sociali, che lo portano a conoscere Don Riccardo Zingaro, il prete dei contadini. Da allora è rimasto, fino a quando le gambe gli hanno permesso di essere autonomo, vicino anche idealmente alla Comunità dei Braccianti. Ieri come oggi Nicola non ha mai temuto la paura: uomo coraggioso dallo spirito indomito, anche adesso dall'alto della sua età. E se chiediamo a Nicola di svelarci il segreto del suo brillante stato di salute (a parte una brutta caduta avvenuta appena un mese fa in casa e che lo ha costretto a subire un lungo e delicato intervento chirurgico di sostituzione del femore sinistro, effettuato da parte dell'equipe di ortopedia del "Bonomo" di Andria, da parte del team del Prof. Vito Conserva), ecco cosa ci ha suggerito: "mangiare poca carne e pasta e consumare più legumi e verdura, oltre ad abbondante frutta di stagione, per intenderci a chilometri zero".
A vederlo così vispo e attivo vi è proprio da crederci. Caro Nonno Nicola, ancora tanta lunga vita e soprattutto grazie perché con il tuo esempio di vita, vissuta all'insegna del coraggio, infondi in noi la determinazione ad affrontare le difficoltà di ogni giorno.