Attualità
Il primario Giorelli da Barletta alla Neurology Clinical Pratcice con un articolo scientifico
L'intervista al medico sulla pubblicazione inerente alla prevenzione e al trattamento dell'Alzheimer
Andria - mercoledì 17 aprile 2024
12.42
Barletta è protagonista della scena medica internazionale grazie al dottor Maurizio Giorelli, primario della neurologia di Barletta. Il dottore ha scritto un articolo scientifico sulla prevenzione e il trattamento della demenza di Alzheimer e di come dovrebbero organizzarsi i governi per combatterle e superarle.
Il suo contributo è stato pubblicato il 12 aprile sulla rivista Neurology Clinical practice, organo dell'American Academy of Neurology, la più importante al mondo.
Di seguito l'intervista rilasciata alla redazione dal primario Giorelli.
A quale velocità viaggia l'Italia rispetto al resto del mondo nell'ambito della prevenzione e del trattamento dell'Alzheimer?
«Negli Stati Uniti d' America sono stati approvati come terapia gli anticorpi monoclonali contro la beta-amiloide, la proteina anomala che si accumula nel cervello dei pazienti con demenza di Alzheimer. Tuttavia, in tutti i paesi europei, dubbi circa l'efficacia, la sicurezza e la sostenibilità in termini di costi/efficacia di queste terapie ne ha impedito, al momento, l'adozione. In termini di prevenzione, invece, il nostro Paese è ai primi posti per adozione delle giuste strategie poiché queste ricalcano in pieno le condotte di prevenzione delle malattie cardiovascolari che hanno portato il nostro Paese ad essere uno dei più longevi in termini di età media della popolazione».
Quali sono le strategie adottabili a livello centrale?
«Il mondo affronterà un enorme aumento dei casi di demenza nel prossimo futuro a causa dell'aumento dell'età media della popolazione. I governi dovranno abbandonare strategie di economia sanitaria nazionale per istituire progetti che superino i confini nazionali e possano limitare i danni di nuovi e gravi fattori di rischio come l'inquinamento, il riscaldamento globale, l' isolamento sociale. Dovranno essere istituiti fondi internazionali che possano assicurare un equo accesso alle cure a tutti i pazienti».
In che modo si può fare prevenzione?
«Diversi fattori di rischio sono stati identificati come modificatori sia del numero di anni di vita persi, sia del numero di anni vissuti con demenza. I fattori di rischio ambientale includono l'uso di acqua sporca e non sanificata, l'inquinamento atmosferico, la malnutrizione e il fumo di tabacco passivo. I fattori di rischio personali comprendono l'elevata pressione arteriosa sistolica, il diabete, un elevato indice di massa corporea, un elevato livello di colesterolo nel sangue, le malattie renali, le malattie sessualmente trasmissibili, l' abuso di alcol, la sordità, i traumi cranici e rischi professionali. Le strategie più efficaci per la prevenzione della demenza consistono nell' adozione di uno stile di vita sano che limiti l'assunzione di cibi grassi, fumo ed alcol e riduca il "giro vita". Altre strategie vincenti consistono nel promuovere l' esercizio fisico, nel curare i fattori di rischio cardio-vascolari come diabete e ipertensione e nel partecipare attivamente alla vita sociale e culturale».
Di seguito l'articolo scritto dal dottor Giorelli.
Il suo contributo è stato pubblicato il 12 aprile sulla rivista Neurology Clinical practice, organo dell'American Academy of Neurology, la più importante al mondo.
Di seguito l'intervista rilasciata alla redazione dal primario Giorelli.
A quale velocità viaggia l'Italia rispetto al resto del mondo nell'ambito della prevenzione e del trattamento dell'Alzheimer?
«Negli Stati Uniti d' America sono stati approvati come terapia gli anticorpi monoclonali contro la beta-amiloide, la proteina anomala che si accumula nel cervello dei pazienti con demenza di Alzheimer. Tuttavia, in tutti i paesi europei, dubbi circa l'efficacia, la sicurezza e la sostenibilità in termini di costi/efficacia di queste terapie ne ha impedito, al momento, l'adozione. In termini di prevenzione, invece, il nostro Paese è ai primi posti per adozione delle giuste strategie poiché queste ricalcano in pieno le condotte di prevenzione delle malattie cardiovascolari che hanno portato il nostro Paese ad essere uno dei più longevi in termini di età media della popolazione».
Quali sono le strategie adottabili a livello centrale?
«Il mondo affronterà un enorme aumento dei casi di demenza nel prossimo futuro a causa dell'aumento dell'età media della popolazione. I governi dovranno abbandonare strategie di economia sanitaria nazionale per istituire progetti che superino i confini nazionali e possano limitare i danni di nuovi e gravi fattori di rischio come l'inquinamento, il riscaldamento globale, l' isolamento sociale. Dovranno essere istituiti fondi internazionali che possano assicurare un equo accesso alle cure a tutti i pazienti».
In che modo si può fare prevenzione?
«Diversi fattori di rischio sono stati identificati come modificatori sia del numero di anni di vita persi, sia del numero di anni vissuti con demenza. I fattori di rischio ambientale includono l'uso di acqua sporca e non sanificata, l'inquinamento atmosferico, la malnutrizione e il fumo di tabacco passivo. I fattori di rischio personali comprendono l'elevata pressione arteriosa sistolica, il diabete, un elevato indice di massa corporea, un elevato livello di colesterolo nel sangue, le malattie renali, le malattie sessualmente trasmissibili, l' abuso di alcol, la sordità, i traumi cranici e rischi professionali. Le strategie più efficaci per la prevenzione della demenza consistono nell' adozione di uno stile di vita sano che limiti l'assunzione di cibi grassi, fumo ed alcol e riduca il "giro vita". Altre strategie vincenti consistono nel promuovere l' esercizio fisico, nel curare i fattori di rischio cardio-vascolari come diabete e ipertensione e nel partecipare attivamente alla vita sociale e culturale».
Di seguito l'articolo scritto dal dottor Giorelli.