Commento
«Il lavoro: la più alta dignità»
Riflessioni a cura di Gennaro Piccolo, referente del Centro Igino Giordani di Andria
Andria - mercoledì 4 aprile 2018
"Nel frastuono della vita politica, di fronte a tante notizie dolorose e colpito sopra tutto dal venire a conoscenza di tante situazioni di povertà dovuta alla mancanza di lavoro, con nel cuore un senso di impotenza, ho sentito l'esigenza di ricavarmi uno spazio di silenzio e di riaprire il Vangelo in cerca di un qualche squarcio di luce per il dramma della disoccupazione che colpisce intere famiglie, uomini, donne e giovani".
E' l'inizio della riflessione che Gennaro Piccolo, referente del Centro Igino Giordani di Andria, consegna al nostro pubblico.
"Aprendolo a caso, mi ha molto colpito imbattermi nel brano evangelico dell'uomo dalla mano paralizzata, guarito da Gesù in giorno di sabato, e da due commenti in riferimento allo stesso brano: il primo, di San Girolamo il quale dice che l'uomo si sarebbe rivolto a Gesù con queste parole: "Ti scongiuro Gesù, di restituirmi la sanità perché non abbia a mendicare con mia vergogna"; il secondo commento, del giornalista e scrittore Igino Giordani che dice: "E la mano inferma gli viene risanata; e l'operaio va via felice, perché a un lavoratore ripugna mendicare, tendendo quella mano che sarebbe capace di guadagnarsi da vivere".
Che abisso questi commenti a questa parabola che, in modo particolare con quell'altra degli operai chiamati a tutte le ore a lavorare nella vigna, svelano la struggente attenzione di Gesù per il mondo del lavoro, dei disoccupati.
Colpisce di quest'ultima, che il padrone torna più volte in piazza e scova sempre dei lavoratori disoccupati; e li manda, anch'essi, a lavorare nella vigna e paga un denaro a tutti, sia a quelli che hanno sudato dodici ore , sia a quelli che hanno faticato solo un'ora perché, -dice Giordani- "se a questi ultimi non avesse dato la stessa paga, le loro famiglie avrebbero patito la fame".
La struggente attenzione di Gesù al mondo operaio! E sì che non può essere diversamente dal momento che fu operaio anche Lui, delle mani e della parola.
Operaio, figlio di operai come Giuseppe e Maria –la piena di grazia, la tutta bella- che però, dice Giordani, "non deve far dimenticare di lei l'aspetto fisico, la donna proletaria, dalle mani callose, stanca per la fatica"!
E commuove quando Giordani descrive la casa dei Tre a Nazareth: "forse un unico locale per letti, attrezzi e pasti; dove Gesù fu apprendista del Padre Putativo, lo aiutò nelle fatiche e, quando Giuseppe si spense, fu col suo guadagno, il solo sostegno della Madre di sé.
Verosimilmente, prosegue Giordani, prima di accingersi alla sua missione , Gesù aveva provveduto, con risparmi, a che sua Madre potesse condurre una vita modesta ma senza stenti.
Quanta tenerezza, di quanto amore sei capace, Gesù!
Davvero grazie per la tua testimonianza di lavoratore; per aver rialzato il valore del lavoro e nobilitato i lavoratori dinanzi a Dio, alla Comunità dei fedeli, alla propria coscienza, per averlo reso sacro!!
Ispiraci gesti di generosa comunione di beni materiali e spirituali perché tutti abbiano un lavoro. Perché ciò avvenga, spesso noi uomini riponiamo fiducia nelle "raccomandazioni, nella politica, nelle teorie dei governi, nei programmi e promesse dei partiti…..".
Ahimè, sperando e faticando inutilmente.
Perdonaci e dacci, Gesù, di rigettare le reti della nostra vita sulla Tua Parola: "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta"! "Se due di voi s'accorderanno sulla terra, qualunque cosa chiederete sarà concessa dal Padre mio che è nei cieli"!
Sì, ora sappiamo e crediamo che tutte queste cose , il chiedere e ottenere qualunque cosa altro non sono che il Centuplo in risposte del Tuo amore al grido di abbandono dell'umanità: al grido della sete e fame del corpo e dello spirito, di giustizia, di pace, di lavoro, della disoccupazione: sì, anche della disoccupazione!
Fa, o Gesù, che un giorno Tu possa anche dirci: "Ero disoccupato e mi hai dato lavoro, ero mal pagato e ti sei battuto per il mio salario, ero senza dignità e tu me l'hai riconquistata….."
E' l'inizio della riflessione che Gennaro Piccolo, referente del Centro Igino Giordani di Andria, consegna al nostro pubblico.
"Aprendolo a caso, mi ha molto colpito imbattermi nel brano evangelico dell'uomo dalla mano paralizzata, guarito da Gesù in giorno di sabato, e da due commenti in riferimento allo stesso brano: il primo, di San Girolamo il quale dice che l'uomo si sarebbe rivolto a Gesù con queste parole: "Ti scongiuro Gesù, di restituirmi la sanità perché non abbia a mendicare con mia vergogna"; il secondo commento, del giornalista e scrittore Igino Giordani che dice: "E la mano inferma gli viene risanata; e l'operaio va via felice, perché a un lavoratore ripugna mendicare, tendendo quella mano che sarebbe capace di guadagnarsi da vivere".
Che abisso questi commenti a questa parabola che, in modo particolare con quell'altra degli operai chiamati a tutte le ore a lavorare nella vigna, svelano la struggente attenzione di Gesù per il mondo del lavoro, dei disoccupati.
Colpisce di quest'ultima, che il padrone torna più volte in piazza e scova sempre dei lavoratori disoccupati; e li manda, anch'essi, a lavorare nella vigna e paga un denaro a tutti, sia a quelli che hanno sudato dodici ore , sia a quelli che hanno faticato solo un'ora perché, -dice Giordani- "se a questi ultimi non avesse dato la stessa paga, le loro famiglie avrebbero patito la fame".
La struggente attenzione di Gesù al mondo operaio! E sì che non può essere diversamente dal momento che fu operaio anche Lui, delle mani e della parola.
Operaio, figlio di operai come Giuseppe e Maria –la piena di grazia, la tutta bella- che però, dice Giordani, "non deve far dimenticare di lei l'aspetto fisico, la donna proletaria, dalle mani callose, stanca per la fatica"!
E commuove quando Giordani descrive la casa dei Tre a Nazareth: "forse un unico locale per letti, attrezzi e pasti; dove Gesù fu apprendista del Padre Putativo, lo aiutò nelle fatiche e, quando Giuseppe si spense, fu col suo guadagno, il solo sostegno della Madre di sé.
Verosimilmente, prosegue Giordani, prima di accingersi alla sua missione , Gesù aveva provveduto, con risparmi, a che sua Madre potesse condurre una vita modesta ma senza stenti.
Quanta tenerezza, di quanto amore sei capace, Gesù!
Davvero grazie per la tua testimonianza di lavoratore; per aver rialzato il valore del lavoro e nobilitato i lavoratori dinanzi a Dio, alla Comunità dei fedeli, alla propria coscienza, per averlo reso sacro!!
Ispiraci gesti di generosa comunione di beni materiali e spirituali perché tutti abbiano un lavoro. Perché ciò avvenga, spesso noi uomini riponiamo fiducia nelle "raccomandazioni, nella politica, nelle teorie dei governi, nei programmi e promesse dei partiti…..".
Ahimè, sperando e faticando inutilmente.
Perdonaci e dacci, Gesù, di rigettare le reti della nostra vita sulla Tua Parola: "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta"! "Se due di voi s'accorderanno sulla terra, qualunque cosa chiederete sarà concessa dal Padre mio che è nei cieli"!
Sì, ora sappiamo e crediamo che tutte queste cose , il chiedere e ottenere qualunque cosa altro non sono che il Centuplo in risposte del Tuo amore al grido di abbandono dell'umanità: al grido della sete e fame del corpo e dello spirito, di giustizia, di pace, di lavoro, della disoccupazione: sì, anche della disoccupazione!
Fa, o Gesù, che un giorno Tu possa anche dirci: "Ero disoccupato e mi hai dato lavoro, ero mal pagato e ti sei battuto per il mio salario, ero senza dignità e tu me l'hai riconquistata….."