Eventi e cultura
Il Festival della disperazione va al centro commerciale
In scena Vittorio Continelli con i Bariche
Andria - domenica 19 maggio 2019
11.38
"Nonluogo". È con questo neologismo risalente all'ultimo decennio del '900 che si fa riferimento ai luoghi affollati e non identitari in cui le persone, pur sfiorandosi, non entrano mai il relazione tra loro. Cosa c'è di più disperato?
Come poteva, il Festival della Disperazione, non ricorrere ad uno di questi (non)luoghi per dar spazio ad uno dei suoi appuntamenti? Qui, in un luogo disperato, ieri Vittorio Continelli (autore, attore e regista teatrale) ha ambientato una storia disperata, quella di Niobe, la regina di Tebe straziata dalla morte dei suoi quattordici figli.
Tra il frastuono delle ruote dei carrelli che si incagliano nelle fenditure del pavimento e i bambini che piangono per i giocattoli che le mamme non vogliono comprar loro, un pubblico disperatissimo si è lasciato rapire dal racconto di Vittorio Continelli, accompagnato dal tappeto sonoro dei Bariche (Giuseppe Zinfollino e Gabriele Piccininno), per riscoprire alcune storie dimenticate dei Greci.
"Ho scelto la storia di Niobe perché è una delle più disperate della letteratura greca - spiega Continelli - e siamo andati in scena in questo luogo inusuale improvvisando, da perfetti disperati. A dir la verità, ho finito di scrivere il testo questa notte e l'ho stampato poco prima di venire qui, ma credo sia andata bene. Qualcuno, giustamente, è andato via perché il contesto rendeva difficile mantenere l'attenzione, ma molti altri sono rimasti o, addirittura, si sono incuriositi passando e si sono avvicinati".
"Facendo le prove, dunque programmando esattamente ogni nota dei brani , la speranza viene meno -affermano i Bariche -. Così abbiamo improvvisato sulla base di alcuni agganci che ci ha dato Vittorio e poi ci siamo lasciati ispirare dal fluire del racconto".
"Ci è sembrato utile e divertente raccontare una storia disperata nel luogo emblema della disperazione - spiega Gigi Brandonisio, direttore artistico del Festival-. Coop alleanza 3.0 è uno dei sostenitori del Festival, così abbiamo voluto sperimentare l'incontro-scontro tra teatro e centro commerciale insieme al nostro Vittorio, ormai veterano del Festival".
Come poteva, il Festival della Disperazione, non ricorrere ad uno di questi (non)luoghi per dar spazio ad uno dei suoi appuntamenti? Qui, in un luogo disperato, ieri Vittorio Continelli (autore, attore e regista teatrale) ha ambientato una storia disperata, quella di Niobe, la regina di Tebe straziata dalla morte dei suoi quattordici figli.
Tra il frastuono delle ruote dei carrelli che si incagliano nelle fenditure del pavimento e i bambini che piangono per i giocattoli che le mamme non vogliono comprar loro, un pubblico disperatissimo si è lasciato rapire dal racconto di Vittorio Continelli, accompagnato dal tappeto sonoro dei Bariche (Giuseppe Zinfollino e Gabriele Piccininno), per riscoprire alcune storie dimenticate dei Greci.
"Ho scelto la storia di Niobe perché è una delle più disperate della letteratura greca - spiega Continelli - e siamo andati in scena in questo luogo inusuale improvvisando, da perfetti disperati. A dir la verità, ho finito di scrivere il testo questa notte e l'ho stampato poco prima di venire qui, ma credo sia andata bene. Qualcuno, giustamente, è andato via perché il contesto rendeva difficile mantenere l'attenzione, ma molti altri sono rimasti o, addirittura, si sono incuriositi passando e si sono avvicinati".
"Facendo le prove, dunque programmando esattamente ogni nota dei brani , la speranza viene meno -affermano i Bariche -. Così abbiamo improvvisato sulla base di alcuni agganci che ci ha dato Vittorio e poi ci siamo lasciati ispirare dal fluire del racconto".
"Ci è sembrato utile e divertente raccontare una storia disperata nel luogo emblema della disperazione - spiega Gigi Brandonisio, direttore artistico del Festival-. Coop alleanza 3.0 è uno dei sostenitori del Festival, così abbiamo voluto sperimentare l'incontro-scontro tra teatro e centro commerciale insieme al nostro Vittorio, ormai veterano del Festival".