Vita di città
Il coraggio giovanile di mettersi in gioco, Vincenzo Civita
Intervista al giovane pallavolista andriese
Andria - giovedì 4 giugno 2015
Recenti dati statistici confermano il calcio come lo sport più amato dagli italiani, con più di un milione di tesserati alla Figc, tuttavia risulta in costante crescita il consenso per la seconda disciplina nazionale, la pallavolo, forte di un movimento agonistico che supera i trecentomila atleti. E' proprio in questa attività sportiva che si è distinto l'andriese Vincenzo Civita. Il laterale classe '94 ha giocato la stagione appena conclusasi nelle fila del Cosenza Volley, squadra calabrese che ha disputato il campionato di serie B1. «E' stata un'esperienza importante e difficile, la prima a più di 300 chilometri da casa, – ci ha raccontato Vincenzo – ma ho avuto la possibilità di crescere, confrontandomi con giocatori forti ed esperti».
In realtà il giovane pallavolista andriese vive lontano dalla città federiciana dal 2009, avendo militato fino alla scorsa stagione nella Materdomini Castellana Grotte. «Castellana è per me – ha aggiunto Civita - un luogo magico. Lì nei bar si parla di pallavolo ed i bambini palleggiano nelle piazze, utilizzando le panchine come reti. Lì ho vissuto dei momenti meravigliosi, che mi hanno fatto innamorare sempre più di questo sport. Il traguardo più importante è stata la vittoria del campionato di B1 nel 2013, un successo storico ed indelebile nella mia memoria».
Vincenzo Civita è stato dapprima un portiere di calcio a 11, per poi avvicinarsi alla pallavolo all'età di 13 anni. «Dicono che fossi un discreto estremo difensore – ha continuato Vincenzo - e stare tra i pali non mi dispiaceva affatto. Ho iniziato a palleggiare durante le scuole medie, quando la mia professoressa di educazione fisica mi ha consigliato di provare questo sport, considerato che ero tra i più alti della mia classe. Ho fatto la mia prima esperienza nella Manzoni Sport di Andria, mi sono divertito ed ho continuato ad impegnarmi, fino a quando non è arrivata la Materdomini...». Era inevitabile chiedere a Vincenzo se si sia mai pentito di aver appeso i guanti al chiodo ormai 8 anni fa. «Del mio passato calcistico – ha risposto lui, sorridendo – ho dei bellissimi ricordi, ma oggi sono un pallavolista e spero di riuscire a togliermi grandi soddisfazioni in questo ambito. Il nostro è un ambiente pulitissimo, basti pensare che le tifoserie dei club di serie A organizzano, periodicamente, dei raduni in cui fanno festa tutte insieme. Queste realtà sono ancora troppo rare nel mondo del pallone».
In realtà il giovane pallavolista andriese vive lontano dalla città federiciana dal 2009, avendo militato fino alla scorsa stagione nella Materdomini Castellana Grotte. «Castellana è per me – ha aggiunto Civita - un luogo magico. Lì nei bar si parla di pallavolo ed i bambini palleggiano nelle piazze, utilizzando le panchine come reti. Lì ho vissuto dei momenti meravigliosi, che mi hanno fatto innamorare sempre più di questo sport. Il traguardo più importante è stata la vittoria del campionato di B1 nel 2013, un successo storico ed indelebile nella mia memoria».
Vincenzo Civita è stato dapprima un portiere di calcio a 11, per poi avvicinarsi alla pallavolo all'età di 13 anni. «Dicono che fossi un discreto estremo difensore – ha continuato Vincenzo - e stare tra i pali non mi dispiaceva affatto. Ho iniziato a palleggiare durante le scuole medie, quando la mia professoressa di educazione fisica mi ha consigliato di provare questo sport, considerato che ero tra i più alti della mia classe. Ho fatto la mia prima esperienza nella Manzoni Sport di Andria, mi sono divertito ed ho continuato ad impegnarmi, fino a quando non è arrivata la Materdomini...». Era inevitabile chiedere a Vincenzo se si sia mai pentito di aver appeso i guanti al chiodo ormai 8 anni fa. «Del mio passato calcistico – ha risposto lui, sorridendo – ho dei bellissimi ricordi, ma oggi sono un pallavolista e spero di riuscire a togliermi grandi soddisfazioni in questo ambito. Il nostro è un ambiente pulitissimo, basti pensare che le tifoserie dei club di serie A organizzano, periodicamente, dei raduni in cui fanno festa tutte insieme. Queste realtà sono ancora troppo rare nel mondo del pallone».